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Spadaccia Giorgio - 18 ottobre 1978
Verso la regionalizzazione
Nuove lotte contro il regime

di Giorgio Spadaccia

SOMMARIO: Il vero, principale programma del 20· Congresso sarà la regionalizzazione del Partito, il suo allontanamento dal centro e la capillare diaspora verso la periferia. Non è una contraddizione, ma l'attuazione del progetto federativo dello statuto radicale. L'apparente decentramento dello Stato: gli Enti locali non luoghi di partecipazione ma di controllo e manipolazione del consenso. Nella prossima primavera, le elezioni europee e forse quelle politiche anticipate: dobbiamo prepararci a portare in Parlamento 18-20 deputati, condizione minima necessaria per organizzare e dar vita ad un'opposizione reale. Per rompere l'accerchiamento, e l'asfissia dell'informazione parlata e scritta, è necessaria una mobilitazione capillare eccezionale, capace di diffondere in tutto il paese la nostra presenza, creando forme alternative d'informazione.

(NOTIZIE RADICALI N. 123, 18 ottobre 1978)

Abbiamo utilizzato, come Partito Radicale del Lazio, la testata "Notizie Radicali", per consentire al partito nel suo complesso di ricevere in tempi utili il materiale documentario su "Ecologia politica e Lotte regionali".

E' il nostro contributo al Congresso di Bari. Si tratta di un congresso difficile. Per la prima volta infatti, da 15 anni, non avremo un programma centrale, come per il passato, su cui mobilitare tutto il partito: il divorzio prima, il referendum sul divorzio poi, le raccolte di firme per gli otto referendum e per l'aborto, la campagna sui due referendum di questa primavera.

Il vero, il principale programma "centrale" sarà la regionalizzazione del partito, cioè il suo allontanamento dal centro, la capillare diaspora verso la periferia, le medie e piccole città, i paesi, il sud se possibile; e questo anche in caso di eventuali campagne "nazionali". Non è una contraddizione. Il partito deve ormai far fronte a due necessità. L'attuazione del modello organizzativo configurato dallo Statuto, il partito federalista e federativo le cui uniche strutture territoriali sono quelle regionali. L'adeguarsi a combattere (e se possibile battere) il regime e il potere corporativo delle nuove dimensioni che esso sta assumendo a velocità crescente e con durezza spietata: con l'obiettivo del controllo popolare attraverso le istituzioni locali, quelle Regioni, quegli Enti locali, quel "decentramento" partecipativo che era stato promosso per realizzare la Repubblica delle autonomie, delle libertà locali.

Il partito deve imparare ad articolare le sue lotte in tutte le istituzioni in cui questo apparente decentramento è stato articolato: a partire da quelle circoscrizioni nelle quali persino, mostruosamente, il decentramento non è partecipazione ma controllo e e manipolazione del consenso. Non è un programma a breve termine. Il partito deve prepararsi ad una marcia di avvicinamento all'obiettivo a medio termine, di qualche anno. Su tale ipotesi il Partito Radicale del Lazio ha portato a Bari il contributo di questo foglio, certo inadeguato.

Anche noi, come molti altri compagni, siamo consapevoli delle acute contraddizioni che ci troveremo di fronte anche a Bari, e che ci assedieranno nel prossimo anno. Mentre il partito nel suo complesso sarà impegnato in questo sforzo di riconversione, ci troveremo di fronte invece, nella primavera del '79, alle elezioni europee. Forse anche a possibili, o probabili, elezioni politiche anticipate. Si tratta di appuntamenti esterni, imposti dall'attualità, ai quali tuttavia non potremo sfuggire. Il paese non comprenderebbe una nostra assenza, da questa i nostri avversari decreterebbero la nostra scomparsa. Il Psi, ad esempio, che, cerca di appropriarsi degli spazi di alcune nostre lotte, ambiguamente e a soli fini elettorali, di "immagine".

Se le elezioni europee dovranno esser superate nelle migliori condizioni possibili, nel caso di elezioni politiche anticipate dovremo avere la forza, dovremo metterci in condizione di portare in Parlamento 18-20 nostri deputati. Questa è oggi la condizione minima necessaria per organizzare e dare vita ad una opposizione reale, in un istituto parlamentare sempre più soffocato e irretito dalle chiusure del regime dei sei partiti. Nella prossima legislatura, i 4 deputati di oggi verrebbero inesorabilmente schiacciati, ridotti in silenzio. Già, il regime sta preparandosi a modificare per questo, i Regolamenti della Camera.

I nostri avversari sanno tutto ciò benissimo. Sono pronti perciò ad impedirci di ottenere tale risultato. Le prossime campagne elettorali saranno condotte nell'asfissia dell'informazione, parlata o scritta. Un'accerchiamento per rompere il quale occorrerà una mobilitazione capillare e eccezionale, capace di diffondere in tutto il Paese la nostra presenza, di utilizzare, di creare forme alternative di informazione, di trasmissione, a livelli di massa, del nostro messaggio.

Tutti questi problemi, questi compiti che ruotano attorno alle diverse scadenze elettorali, ci cadono addosso nel momento in cui avremmo bisogno di respiro e di calma per poter impostare in tempi lunghi il processo di crescita, di riconversione, di radicamento nella società. Ma, per il partito, questo resta il compito primario, di lungo respiro. Per facilitarlo abbiamo raccolto in questo foglio una serie di contributi metodologici, esemplari di possibili modelli di iniziativa, che possano essere gestiti dovunque, con qualunque forza a disposizione. Ci auguriamo che siano utili a destare energie, a promuovere aggregazioni alternative: in tutte le Regioni, ma naturalmente in primo luogo in quella in cui operiamo come partito regionale, cioè Roma e il Lazio.

 
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