di Rolando ParachiniSOMMARIO: Chi sono i "nuovi radicali"? Esistono legami tra l'odierno partito e quello degli anni '50? Possiamo trovare oggi linee politiche comuni o addirittura personaggi di allora? L'autore sostiene la tesi della continuità politica ripercorrendo la storia dei radicali dall'Ugi alla costituzione della "Sinistra radicale".
(UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI ROMA - FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA
TESI DI LAUREA: Relatore Prof. Renzo De Felice - ANNO ACCADEMICO 1978 - 1979)
SOMMARIO:
- Introduzione
- Capitolo I : L' UNIONE GOLIARDICA ITALIANA
- Capitolo II : DALL'UGI AL PARTITO RADICALE (1955-56)
- Capitolo III : IL I· CONGRESSO RADICALE E LA VICENDA "IL PAESE" (1959)
- Capitolo IV : VERSO LA SPACCATURA
- Capitolo V : "SINISTRA RADICALE"
-----
Pur coprendo lo stesso arco di tempo, il presente lavoro non vuole essere una storia del Partito Radicale di Mario Pannunzio, di Nicolò Carandini e di Ernesto Rossi. Di esso la storiografia politica del dopoguerra si è già occupata in vario modo (1). II Partito Radicale, come è noto, nacque nel 1955 da una scissione dal Partito Liberale ed in esso confluirono esponenti laici provenienti da varie organizzazioni democratiche ed antifasciste. Non ebbe lunga vita e non conobbe vittorie elettorali rilevanti. Si sciolse all'inizio degli anni Sessanta, sfibrato da una lunga crisi dovuta in parte all'avvento del centro-sinistra ed in parte al fallimento di ogni proposta "terzaforzista" nel paese. In realtà la sigla "Partito Radicale" non è mai scomparsa dalla scena politica, tanto è vero che la ritroviamo oggi rappresentata in Parlamento da un gruppo minoritario e di opposizione. Ma chi sono i "nuovi radicali"? Esistono legami tra l'odierno partito e quello degli anni '50? Possiamo trovare oggi linee politiche comun
i o addirittura personaggi di allora? Per rispondere a questi quesiti va premesso che esiste una storia del partito radicale che ancora non è stata scritta. Il gruppo dirigente del partito radicale di oggi era già militante nel partito di allora, aveva una sua precisa funzione e posizioni politiche ben definite. Benché notevolmente distinti dai Carandini, dai Piccardi e dai Pannunzio, i Pannella, gli Spadaccia, gli Stanzani, trovarono la loro prima collocazione politica proprio in questa organizzazione laica ed in essa misero a punto gli obiettivi e gli ideali che li guideranno fino ai giorni nostri.
Confermare e dimostrare queste affermazioni non è stata cosa facile. La documentazione in merito è assai scarsa. Da una parte poco scrissero i protagonisti della "sinistra radicale" di allora; dall'altra né la stampa nazionale né le fonti "ufficiali" del partito ritennero di dover dar rilievo a questa componente giovanile e minoritaria della già piccola organizzazione.
La mia ricerca si è dovuta pertanto orientare verso quei pochi documenti emersi da congressi nazionali, da comitati centrali e da convegni politici di vario genere. Qualcosa ho poi ricavato da una rilettura meticolosa di quel poco apparso sulla stampa in occasione dei maqgiori avvenimenti. Infine, chi scrive è stato per anni, ed è tuttora, un militante dell'attuale partito radicale ed ha pertanto avuto occasione di essere in contatto personale con gli esponenti del primo partito radicale e dell'Unione Goliardica Italiana, ai quali deve un particolare ringraziamento per aver potuto ricucire il più fedelmente possibile questa breve storia.
Storia che potremmo quindi definire di quel nucleo del partito radicale che, durante gli anni '50, maturò gli ideali e la politica con cui avrebbe raccolto l'eredità del radicalismo italiano e lo avrebbe condotto fino ai giorni nostri.
Note
(1) Vedi "I nuovi radicali" di Massimo Teodori, Piero Ignazi e Angelo Panebianco, Milano Mondadori, 1977
Vedi anche la bibliografia allegata al presente lavoro.