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Notizie Radicali - 15 febbraio 1979
Non consultato il Pr - Pertini ha detto: "Jamais"!

SOMMARIO: In occasione degli incontri per la crisi di governo, il Presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini rifiuta d'incontrare il segretario del Partito radicale Jean fabre perché cittadino straniero. La scusa: non è un parlamentare.

(NOTIZIE RADICALI n. 3, 15 febbraio 1979)

Dietro la laconica notizia data da giornali, TG e GR che il PR aveva rinunciato ad essere ascoltato dal Capo dello Stato nelle sue consultazioni per la crisi di governo in segno di solidarietà con il suo segretario Jean Fabre, non ricevuto da Pertini, vi sono molti fatti che l'informazione di regime ha taciuto e alcuni rilevanti problemi di ordine costituzionale.

Innanzitutto, la sera prima delle consultazioni, era stato seccamente comunicato al PR che il Presidente della Repubblica non avrebbe ricevuto Fabre in quanto non parlamentare: si trattava di una motivazione perlomeno sconcertante, che sostenuta nel '74 da Leone nei confronti di Pannella non resse più di due mesi. Oltretutto instaurare una simile prassi significava escludere a priori i segretari del Pr dalle consultazioni, stante la incompatibilità statutaria fra carica di partito e mandato parlamentare.

L'argomentazione che Fabre non era stato ammesso alle consultazioni in quanto cittadino straniero e quindi impossibilitato "a determinare la politica nazionale" come dice l'articolo 49 della Costituzione è stato sostenuto solo dopo che Mauro Mellini aveva espresso la sua non disponibilità alla consultazione. Non è quindi esagerato e offensivo affermare che da parte della Presidenza della Repubblica vi è stata una indubbia scorrettezza, fornendo ai diretti interessati una motivazione dell'esclusione e alla stampa un'altra. Una scorrettezza tanto più gratuita se si pensa che dal 10 gennaio Fabre e Adelaide Aglietta avevano chiesto di poter rendere una visita di omaggio al Presidente Pertini. Nei giorni successivi, antecedenti la crisi di governo, e nei contatti informali fra PR e Presidenza della Repubblica c'era ben modo per chiarire la posizione del Quirinale ed evitare spiacevoli "gaffes".

Sul piano giuridico costituzionale il Quirinale si è attirato le critiche di giuristi come Tosi, Rodotà, Zagrebelsky, Onida e Bettinelli i quali hanno rimarcato la non congruenza della esclusione di Fabre in quanto non parlamentare. Quanto al fatto di essere cittadino straniero, alcuni giorni dopo, sul Corriere della Sera, Valerio Onida ha fatto notare che finché i partiti restano libere associazioni i cittadini hanno pienamente diritto di concorrere alla determinazione della politica nazionale eleggendo un cittadino straniero segretario. Non ricevendo Fabre, dunque, si limita il diritto degli iscritti ed elettori radicali ad esprimere la loro opinione sullo specifico problema della crisi di governo.

 
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