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Guarini Ruggero - 18 aprile 1979
Fede, Speranza e Vanità
di Ruggero Guarini

SOMMARIO: Tentativo di fare ironia sulla campagna per la Fame nel Mondo e la marcia di Pasqua su San Pietro. "Le teste di tre giovani italiani... caduti eroicamente domenica mattina in Piazza San Pietro sul fronte della Lotta per la Vita, furono trovate all'autopsia vuote di tutto il cervello, ma in compenso piene di ideali, nuove speranze di vita e valori..." Seguono variazioni ironiche sul tema, chiamando in causa anche il direttore de "La Repubblica", E. Scalfari, e satireggiando sullo "show pasquale" promosso dalla rinomata cooperativa "Fede, Speranza, Carità" di Pannella, Susanna Agnelli, Woityla, Pertini, ecc.

(»Messaggero 18 aprile 1979 - ripubblicato in "I RADICALI: COMPAGNI, QUALUNQUISTI, DESTABILIZZATORI?", a cura di Valter Vecellio, Edizioni Quaderni Radicali/5, 1981)

Desterà una certa commozione la notizia che le teste di tre giovani italiani - una suora, uno studente e un "visagiste" - caduti eroicamente domenica mattina in piazza San Pietro sul fronte della Lotta per la Vita, furono trovate all'autopsia vuote di tutto il cervello, ma in compenso piene di ideali, nuove speranze di vita e valori carichi di umanità.

C'è chi teme che la pubblica opinione reagirà alla macabra notizia con stupore e forse raccapriccio. Ma non si vede perché ci si dovrebbe aspettare che nel cranio di quei cittadini che con il loro entusiasmo provvedono ad assicurare un meritato successo alle nostre più leggiadre iniziative unitarie e umanitarie si possa trovare qualcosa di diverso da quanto, in questa dolorosa ma istruttiva circostanza, vi è stato in effetti trovato. Una delle glorie più evidenti di questa nazione fervidamente impegnata nell'invocazione corale di una forte e nobile guida politica e morale non è forse la massiccia diffusione di speranze, valori e ideali?

Del resto non c'è dubbio che queste importanti derrate, a torto ritenute inafferrabili, sono in fondo molto meno rare della vile materia grigia. Scovare un ideale, acciuffare una nuova speranza di vita, agguantare per la coda qualche valore carico di umanità è manifestamente assai più facile che acchiappare al volo anche un solo microscopico frammento di sostanza cerebrale. Sarebbe perciò ingiusto esigere che certi ardimentosi missionari della Vita esibiscano a richiesta un cervello tutto intero. Comunque sia, i fatti parlano chiaro: quel che hanno trovato in quelle tre scatole craniche è una manciatina di valori, di speranze e di ideali.

Non possiamo intanto fare a meno di esultare pensando ai benefici effetti che gli edificanti risultati di questa storica autopsia non mancheranno di provocare in tutto il paese non appena saranno resi noti ufficialmente, come auspichiamo che accada al più presto. Già prevediamo, ad esempio, il salutare terrore che l'importante notizia diffonderà nell'animo di quei pericolosi malfattori che con le loro armi preferite - una sterile ironia, un velenoso sarcasmo, una gelida diffidenza - si ostinano a sabotare la rinascita della Nazione. Immensa sarà infatti la vergogna che essi proveranno quando l'autorità costituita - prove cliniche alla mano - rivelerà al paese che nelle teste dei giusti e degli onesti c'è ben altro che un banale ammasso di cellule cerebrali.

In quel sublime momento lo Spirito, indubbiamente, conseguirà una delle sue più fulgide vittorie sulla Materia. Ad attenuare il nostro giubilo sopraggiunge però un timore. Tutto lascia infatti prevedere che da oggi, fra i nemici della Vita, la pratica del suicidio mediante il classico (ma anche un po' romantico) colpo di rivoltella alla tempia sia destinata a passare di moda. Quale materialista, quale scettico, quale cinico, quale mezzano del dubbio, quale ruffiano della miscredenza, quale cicisbeo del disincanto oserà più farsi saltare le cervella? A trattenerli, ahimè, provvederà fatalmente il proposito maligno di non dare al Popolo la legittima soddisfazione di constatare che nelle scatole craniche dei suoi molesti e invidiosi avversari non c'è che un comune cervello.

N.B.: »Ideali , »nuove speranze di vita e »valori carichi di umanità sono, com'è noto, espressioni che ricorrono da un pezzo con suggestiva frequenza nel severo magistero etico-politico di Eugenio Scalfari, strenuo fautore, come il suo amico Goffredo Mameli, dell'unità d'Italia, nonché direttore dell'organo di stampa che più audacemente di ogni altro foglio nazionale sa esprimere, simultaneamente, le attese della classe dirigente e le aspirazioni delle cosiddette componenti più avanzate della nostra società. Quelle espressioni, quindi, non potevano mancare nel conturbante appello che egli, domenica scorsa, ha rivolto alla Nazione, aggiungendo in tal modo la sua inconfondibile voce a quella di tutti coloro che in quello stesso giorno hanno assicurato la loro fattiva partecipazione all'eletta cerimonia svoltasi in piazza San Pietro. Dedicato, com'è noto, al dramma del Bimbo Affamato, questo entusiasmante show pasquale è stato promosso e organizzato, com'è altrettanto noto, dalla rinomata cooperativa »Fede, S

peranza e Vanità , fra i cui soci fondatori figurano Marco Pannella, Susanna Agnelli, papa Wojtyla e il ragazzo Pertini. E' stato appunto quell'avvenimento esemplare a suggerirci questa succinta speculazione, nella quale ci auguriamo che qualche sagace lettore riuscirà a scoprire lo zampino di Alfred Jarry (cfr »Il cervello del vigile urbano , pubblicato da Jarry il 15 febbraio 1901 sul periodico »La revue blanche ).

 
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