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Montanelli Indro, Pannella Marco, Magister Sandro - 8 maggio 1979
ASCOLTA, FIGLIO MIO. DIMMI, CARO INDRO
Confronto fra Indro Montanelli e Marco Pannella a cura di Sandro Magister

SOMMARIO: "Il dialogo qui riportato ha un precedente: l'editoriale di domenica 22 aprile del quotidiano »Il Giornale . Firma: Indro Montanelli. Titolo: »Auguri a Pannella . Tesi centrale: »Se domani ci sarà un regime, all'opposizione di questo regime ci saremo solo noi e Pannella, socio scomodo, ma di tutta affidanza . Conclusione operativa: »Pannella è figlio nostro. Voti non possiamo dargliene. Ma ci auguriamo che sia lui a mietere quelli che non ci appartengono [testo n. 4178].

Scintillio giornalistico? Calcoli elettorali? Scoperta di una casa comune tra il radicalismo di Pannella che pur viene definito »demagogo , »istrione , »geniale bugiardo , »grande meretrice e la grande destra dei lettori di Montanelli? Dal confronto tra i due »soci scomodi la risposta."

(L'ESPRESSO, 8 maggio 1979)

L'ESPRESSO. Dunque Indro Montanelli, grande elettore. ha deciso. L'opposizione al futuro regime avrà due soli protagonisti soci: lui e Pannella...

PANNELLA. Dico subito che sulla tenuta di Indro come oppositore di regime ho qualche riserva. Lui del regime è una splendida fronda interna più che una forza alternativa, anche se qualche volta alternativa lo è stato. Nel '56, ad esempio. Unico giornalista italiano che ebbe la forza di scrivere una verità rivoluzionaria: che i ragazzi d'Ungheria morivano assassinati, sterminati dai russi non in nome degli ideali borghesi, gli ideali di Indro, ma in nome della loro fede socialista e comunista. Se così fosse sempre, non solo saremmo soci, Montanelli ed io. Saremmo identici. Ma così non avviene. Indro cade nel vizio della grande politica: la Dc, De Carolis, Mazzotta. Lui punge, lui infastidisce, lui si tura il naso. Ma il suo è un gioco interno al regime. Vota, fa votare, ma tre anni dopo si ritrova a seguire le cronache lacrimose dei suoi eletti.

L'ESPRESSO. E adesso siamo di nuovo alle elezioni. Montanelli, lei non ha promesso i suoi voti a Pannella. Però gli ha augurato di mieterne tanti. Quali?

MONTANELLI. Gli auguriamo di mietere quelli che appartengono a una sinistra che non ha niente a che fare con noi. Pannella è nostro avversario, ma civile, leale. Dirò di più: se è vero che oggi mi riconosco uomo di questo sistema, un sistema che ancora conserva le parvenze della libertà, domani, nei confronti di un diverso sistema, oppressivo, nato dall'unione tra le due chiese, cattolica e comunista, io passerò certamente all'apposizione. E troverei Pannella al mio fianco.

PANNELLA. Intanto però, sul tuo »Giornale , Indro, hai compiuto nei miei confronti un'operazione di abilità consumata: l'abilità che solo io e te condividiamo. Hai intuito che nelle file dei tuoi lettori c'è sempre più simpatia nei miei confronti, e hai pensato: questa volta c'è veramente il rischio che lo votano. E allora, senza mentire, hai dichiarato che anche tu provi tanta simpatia per Pannella. Hai scritto ai tuo; lettori che Pannella è un demagogo, un istrione, un geniale bugiardo, ma anche un »Figlio nostro . Figlio di gran puttana! Voti, dunque, non gliene diamo...

L'ESPRESSO. Onorevole Pannella, lei teme quindi che Montanelli le blocchi un'intera fascia elettorale?

PANNELLA. Sì. Ma di qui al 3 giugno sapremo incrociare le armi. Di certo so che molti voti che mi debbono arrivare dovrò difenderli non dal Pci o dalla Dc, ma da Montanelli.

L'ESPRESSO. Interessante, come approdo elettorale.

PANNELLA. Sono quindici anni che mi candido come alternativa libertaria al regime. Se non ci fosse in Italia la radiotelevisione dei Barbato, chè sanno sofisticare la verità meglio dei dozzinali bernabeiani d'altri tempi, usciremmo anche dalle elezioni politiche come dai referendum: con un partito del 20, 25 per cento.

L'ESPRESSO. Comunque senta, Montanelli, è vero che lei combatterà con Pannella fino a contendergli l'ultimo voto?

MONTANELLI. Mah! Io mi rivolgo a un pubblico di cui ben pochi voteranno Pannella.

PANNELLA. Vedrai!

L'ESPRESSO. Ma come può Pannella impegnarsi a raccoglier voti fino agli estremi più lontani: dall'anticomunismo di sinistra agli ex nostalgici del fascismo e dei Savoia?

MONTANELLI. Lo può perché è un autentico leader, che ha la forza di catalizzare, raccattare da tutte le parti. Con quali mezzi? Beh, un grosso leader di piazza deve saperlo fare. Ma c'è di più. Pannella non raccatta tutto per lasciare tutto com'è. Si serve della protesta, ma riesce ad amalgamarla in qualcosa di politicamente significativo ed efficace. Ecco perché ne sono ammirato. E' veramente un grosso tribuno. Sa dove va. E raccoglie tutto quello che può raccogliere, non importa da quale parte venga. L'importante è vedere dove lo conduce lui.

L'ESPRESSO. Appunto. Dove va Pannella?

PANNELLA. Anzitutto faccio notare che non tendo al raccatto o all'accatto di voti. Indro ha detto bene. Tendo a unificare su valori precisi battaglie che sono di indubbio segno di libertà. Quando noi piantiamo bandiere così intransigenti per la civiltà giuridica di Cesare Beccaria, contro quella non di Alfredo Rocco, che ha dignità almeno culturale, ma quella putrefatta di Oronzo Reale, davvero non ci mettiamo ad accattare nessuno, anche se con noi si ritrovano assieme Mimmo Pinto, Tessari, Aldo Ajello e tanta gente che in passato ha votato a destra. Parliamoci chiaro, nel 1974 era civilmente più qualificato l'ultimo elettore missino che abbandonava Almirante (zuavo pontificio con Fanfani), che non Berlinguer, De Martino, La Malfa, tutto quel mondo politico che fino a quaranta giorni prima del 12 maggio respingeva il referendum come una »jattura . E con me Montanelli, ricordo bene, l'aveva capito.

MONTANELLI. E' vero.

PANNELLA. Solo che nonostante queste assonanze, queste generosità intellettuali, oggi Montanelli vuole togliermi astutamente quella parte dei voti a lui vicini che rischiano di venirmi.

MONTANELLI. No, no...

PANNELLA. Come no? Tu sei leale con i tuoi lettori e la tua lealtà è di impedirgli di votare per me, fino a quando non farai tu questa scelta. Ti conosco, sai. Tu se potessi votare radicale saresti felicissimo. Ma ritieni d allora consenti ai tuoi lettori di avermi di non votarmi.

L'ESPRESSO. Quante lodi! Ma Montanelli ha definito Pannella, per iscritto, »geniale bugiardo ...

MONTANELLI. Sono gli orpelli di cui un articolo ha bisogno. Anch'io, quando scrivo, faccio un poco quello che Pannella fa quando parla...

L'ESPRESSO. Non parla soltanto. Marcia su piazza San Pietro, abbraccia (metaforicamente) il papa...

MONTANELLI. Ciò fa parte di quel teatro che conta molto nel suo apostolato.

PANNELLA. Indro, ti confesso che amavo molto più Ermete Zacconi di quanto non ami Carmelo Bene (anche se tu hai scritto il contrario). Con la marcia su piazza San Pietro io, pellegrino di libertà, ho cercato un incontro: come seguace, in ipotesi, se c'è chi può meglio di me. Questo papa mi è simpatico. Non cavalca la mula, ma il destriero. E' un Bartolomeo Colleoni. Da condottiero in battaglia, ordina le sue truppe in sottana, in uniforme. Comanda: zigoti di tutto il mondo unitevi. Mi piace questo papa, perché, visto che la componente temporalista è ancora forte, questo è l'ultimo colpo di coda. Se mi riviene un altro Paolo VI, dove mai andremo allo scontro? E poi, quando un condottiero ha le sue Austerlitz, avrà anche le sue Waterloo: e da buon laico, penso che col papato ci sia un conto scoperto ancora da chiudere.

MONTANELLI. Sono d'accordo con te.

L'ESPRESSO. Wojtyla è insomma pannelliano?

MONTANELLI. La teologia pannelliana la posso discutere, quella del papa no. Però voglio dire che il suo modo di condurre la Chiesa mi piace, e molto, per questa freschezza sanguigna che ci ha messo dentro. Non dico: guai a chi me lo tocca. Questo lo dice Pannella. Però lo potrei sottoscrivere.

PANNELLA. Ne sono felice. Scusami Indro, tu sei sputtanatissimo a sinistra e tra i democratici colti e raffinati, ma quando scopro tante consonanze tra noi ne vado fiero.

L'ESPRESSO. Senta, Montanelli: ma quella trovata dei bambini che muoiono come le è parsa? Pensa che si possano salvare mediante sottoscrizioni di un paese come l'Italia?

MONTANELLI. Penso che un contributo non va misurato solo sul piano della quantità. Ha anche un suo significato morale. Qualsiasi persona civile e di coscienza non può che approvare il gesto di Pannella...

PANNELLA. Scusa, Indro. Poco fa anche Nello Ajello, che è un raffinato laico crociano, parlando con me ha definito la mia iniziativa una »trovata . Alla fine dell'anno vedremo se io da politico sarò stato in grado, con queste »trovate , di salvare magari anche soltanto 100 mila bambini dalla morte. Sottolineo comunque che sei stato tu ad opporre alla visione della »trovata quella della moralità politica.

MONTANELLI. Grazie, Marco.

L'ESPRESSO. Ancora una domanda. Cosa significano per voi le parole »destra , »sinistra ?

MONTANELLI. Infatti. A queste due parole non do più alcun significato. Sono un cascame, un residuato di situazioni defunte.

PANNELLA. E invece, c'è tra me e te un radicale dissenso. Io ho sempre più la speranza che sinistra e destra siano due cose distinte. Sinistra il progresso: non l'interclassismo o l'adempimento, nel Pci, del codice Rocco. Destra, la conservazione di una società che è da mutare radicalmente. Dirò di più. Adesso che finalmente i marxologi, i marxisti, i classisti che mi hanno rotto le balle per vent'anni hanno avuto vergogna del loro classismo, adesso il grande insegnamento marxiano, nella sua purezza scientifica, storica, nella sua componente libertaria, può essere recuperato.

L'ESPRESSO. Montanelli, lei ha definito Pannella un geniale arruffatore di idee. Ritratta? Conferma questo giudizio?

MONTANELLI. Confermo che in quest'ultimo codicillo di discussione lui ha detto quello che ho detto io.

 
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