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Guttuso Renato - 8 maggio 1979
CARO SCIASCIA, PERCHE' CON PANNELLA?
di Renato Guttuso

SOMMARIO: Lo scrittore Leonardo Sciascia si candida, nel 1979, nelle liste del Partito radicale. E' scandalo negli ambienti intellettuali "progressisti" vicini al Pci. Il pittore Guttuso esprime il suo sgomento per questa scelta: "Perché appoggiare una sinistra »qualunque ? Una »sinistra fatta di insoddisfazioni e di umori, di sollecitazioni di bassa lega. Perché?"

[Replica di Sciascia al testo n. 4183]

(LA REPUBBLICA, 8 maggio 1979)

Caro Leonardo, il senso di sgomento che ho provato nell'apprendere la notizia della tua candidatura nel partito radicale mi ha fatto riflettere sulla misura e qualità della mia amicizia per te.

Gli amici, infatti, con cui ho parlato dopo aver appreso la notizia, (qualcuno anche tuo sincero ammiratore), reagirono in modo assai diverso dal mio, e io non riuscivo, e non riesco, a partecipare alla logica nella quale procedeva il loro giudizio, attinente piuttosto alla tua gestualità che alla tua essenza.

Non suona bene al mio orecchio la frase trionfalista e irrispettosa di Pannella secondo cui »sono bastati dieci minuti per convincere l'autore di "Todo Modo . Un taumaturgo da baraccone sarebbe riuscito a »stregare un uomo della tua qualità?

Neppure mi convince il giudizio secondo il quale un rafforzamento dei radicali indebolisce i tre maggiori partiti italiani, Dc, Pci, Psi, in particolare, dicono, quest'ultimo. Ciò può anche avere un fondamento, ma non credo tu abbia pensato a questo. Né mi convince la sbrigativa e grossolana tesi del »dispetto ai comunisti . Tu nei confronti dei comunisti non hai fatto dispetti, ma azioni concrete, di tipo »dissidente sovietico , anche se gli eventuali motivi della dissidenza dei sovietici qua mancano del tutto. E anche perché il »dispetto non ti si addice.

Ti avevo visto, a Palermo, tre volte, nello spazio di pochi giorni. I nostri colloqui erano stati, mi era parso, migliori dei precedenti. Su alcuni punti, per esempio, sul terrorismo e gli arresti degli autonomi, avevi espresso idee che condividevo; ed eri stato tu a riferirmi, con sdegno, la frase di Raoul Levi (appartenente a quel gruppo di »filosofi verso i quali, in precedenza, non ti eri mostrato ostile) secondo la quale Gramsci veniva assimilato a Mussolini, mostrando in tal modo di che lurida stoffa sia tessuto il suo vestito di filosofo.

Mi avevi detto anche che avevi rifiutato l'offerta dei socialisti e non avresti accettato offerte radicali.

Io ho parlato di Pannella e tu non hai confutato le cose dette da me, come hai fatto, lealmente, tante altre volte, a voce, per iscritto, in privato e in pubblico.

Ammetterai che, fresco di questi incontri con te, il mio smarrimento abbia qualche motivo.

Il ventotto aprile ero ad Assisi, con Fabrizio Clerici, tuo e mio caro amico, il quale può testimoniare del mio stato d'animo. Siamo andati insieme a rivedere Giotto e i recenti restauri. Nella chiesa superiore, guardando il riquadro »il sogno di Onorio III , nel quale Francesco sostiene con una spalla l'edificio della Chiesa che crolla, mentre da un lato il papa sogna, Fabrizio, forse per correggere il mio malumore, disse: »San Francesco è Leonardo che sostiene il partito radicale, mentre Pannella (Onorio) digiuna .

E vero che tu dai un grande sostegno ai radicali, anche se Onorio organizza spettacoli anche digiunando. E io mi chiedevo il perché di tanto sostegno. Perché appoggiare una sinistra »qualunque ? Una »sinistra fatta di insoddisfazioni e di umori, di sollecitazioni di bassa lega. Perché?

Sono certo che la tua decisione è precipitata nel momento in cui è precipitata, e certo non metterei mai in dubbio il

legittimo diritto di un »uomo libero a contraddirsi.

Ma tu dici anche: »avendo alle spalle alcune riflessioni . Sarebbe stato interessante sapere se, oltre alle riflessioni che tutti conoscono perché da te espresse in chiare lettere, ci siano state anche delle »riflessioni riguardanti il partito radicale, la persona politica di Pannella, le sue posizioni nei confronti di questo o quel problema; se tu non hai riflettuto, anche, sugli aspetti qualunquistici della sua politica, del qualunquismo »di sinistra che trova (o lo cerca?) l'applauso di Montanelli.

E se, quando ricordi il tuo voto a Vittorini, candidato senza garanzie per pura generosità del suo cuore (ma sia chiaro che anche la sua attuale accettazione di candidatura è dovuta alla generosità del tuo cuore) nel gruppo radicale, tu non hai riflettuto al fatto che solo il nome unisce il partito radicale di allora, un partito della sinistra liberale fatto di gente all'antica, seria, lontana da ogni spirito di avventura, al partito radicale di oggi.

Tu parli anche degli »schiavi che si contano . In che senso i radicali sarebbero »schiavi che si contano ? Nel senso dei primi cristiani? O nel senso di alcuni uomini di natura indipendente che si contano tra loro? E, in tal caso, non cessano di contarsi allorché sostengono un partito che annuncia, come i pugilatori intervistati prima dell'incontro, terrificanti vittorie?

Gli schiavi, caro Leonardo, ci sono, e non si contano, perché sono un'immensa moltitudine. Quella degli oppressi e degli sfruttati, su tutta la faccia della terra. Questi schiavi hanno il loro partito, sono la grande, vera sinistra, lucida e organizzata, e non una sinistra »qualunque .

Spero che accoglierai questa lettera per quello che è, come altre che ci siamo scambiate, di leale e rispettoso dissenso del tuo gesto di oggi, e non un atto di propaganda del candidato di un partito diverso da quello che hai deciso di appoggiare.

Spero che non considererai questa lettera un »tirarti per i capelli , ma solo un gesto di lealtà, contro un silenzio o

un'indifferenza che non sarebbero stati lealtà.

 
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