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Rodari Gianni - 23 maggio 1979
Quando Pannella diventa noioso
di Gianni Rodari

SOMMARIO: Ascoltando i politici in TV l'a. si chiede sempre: "Voterei per questo?". Pannella si compiace tanto "della propria abilità da ridursi...ad essere solo un giocoliere della politica". Sposa cause "incoerenti tra loro". Emma Bonino ha paragonato il partito radicale a un "autobus" su cui chiunque può salire e scendere quando vuole, ma il vero autobus è Pannella, che è "tutti i passeggeri e tutti i loro...modi di pensare e di parlare". La vera "ammucchiata" dunque è proprio la sua, una vera e propria "assenza di principi". Ed è sospetto che se la prenda sempre e solo col PCI, apparendo "monotono, ripetitivo e stanco", addirittura "noioso". Pannella sostiene anche cosa non vera quando dice che "nei famosi referendum sul finanziamento dei partiti, ecc., la stragrande maggioranza dei comunisti abbia votato secondo le sue indicazioni". Pannella sottovaluta la forza del PCI". Perciò l'a. è certo che non voterà per Pannella.

(»Paese Sera 23 maggio 1979 - ripubblicato in "I RADICALI: COMPAGNI, QUALUNQUISTI, DESTABILIZZATORI?", a cura di Valter Vecellio, Edizioni Quaderni Radicali/5, 1981)

Da telespettatore disciplinato e in buona fede mi chiedo sempre, ascoltando i leaders politici a »Tribuna elettorale : voterei per questo?

Foa non mi ha convinto. E' un combattente degno di ogni rispetto, e perfino ammirazione, ma la sua »Sinistra unita è troppo confusionaria. Magri, che ha parlato per il »Pdup , è simpatico, evidente è la sua passione intellettuale, ma molto evidenti sono anche le sue caratteristiche di ex-comunista: gli ex non sono mai veramente convincenti. Zanone è intelligente, conta poco, come il PLI che rappresenta. Pannella, l'altra sera, mi ha convinto di un fatto che nemmeno sospettavo: è un abile agitatore, ma si compiace talmente della propria abilità, da ridursi in fin dei conti a essere solo un giocoliere della politica. E' un uomo »caso per caso : ma i casi sono troppi e contraddittori. Chi glielo fa fare di sposare nello stesso tempo le cause più incoerenti tra loro, come fa quando si associa alla commozione per »Olocausto e subito dopo chiede la liberazione di Reder e di Hess? Evidentemente non vuole i voti degli ebrei.

Emma Bonino ha paragonato il partito radicale a un autobus, su cui chiunque può salire quando crede per scenderne quando preferisce, senza chiedersi di dove venga, e in fondo nemmeno dove vada. Ma l'autentico autobus su cui la gente può ammucchiarsi senza chiedere al vicino come la pensa, è Pannella. Lui è tutti i passeggeri e tutti i loro diversi e contrastanti modi di pensare e di parlare. Marxista con i marxisti, liberale con i liberali, cristiano con i cristiani, uomo di destra con gli uomini di destra, sarebbe probabilmente pronto a dichiararsi quacquero con i quacqueri e buddista con i buddisti, se gli servisse per chiedere il voto. L'altra sera si è detto convinto che sono le nonne settantenni, in nome dei loro ideali cristiani, a invitare a votare radicale: il che esime dal fare lo stesso chiunque non abbia raggiunto la settantina, non sia nonna (di sesso femminile) e non pensi che siano stati gli ideali cristiani a tenere a battesimo l'ammucchiata di »ex messa insieme da Pannella.

Perché questo va pur detto: »ammucchiata è il termine che egli usa per definire la maggioranza parlamentare dissoltasi poche settimane or sono, ma l'unica vera ammucchiata è la sua, nella quale stanno provvisoriamente insieme persone più eterogenee delle verdure nel minestrone, e sarebbe veramente difficile per l'elettore sapere quale delle tante facce radicali è quella che conta.

Troppo spregiudicato equivale a poco serio. L'assenza di pregiudizi è buona cosa: e se Pannella si fosse accontentato di sostenere, nella società italiana, il ruolo di scavezzacollo anticonformista, la sua funzione, caso per caso, giorno per giorno, sarebbe stata perfino utile. Ma quando l'assenza di pregiudizi diventa assenza di principi, essa è sospetta. Un uomo che abbia fermi principi, magari pochi ma solidi, non può a distanza di pochi minuti dichiararsi figlio di Gobetti e figlio di Montanelli, pretendere di essere considerato un uomo di sinistra, anzi, di rappresentare la vera sinistra, e chiedere i voti degli scontenti di centro e di destra (compresa, anzi esplicitamente citata, anche la destra che vuole »ordine e patria ).

Altrettanto spregiudicata è la tecnica con cui Pannella rovescia qualunque critica gli venga fatta sul PCI. A tutte le domande dell'altra sera, ma proprio tutte, una per una, ha risposto prendendo di mira il PCI. Qualunque cosa gli chiedessero, improvvisava una tirata contro il PCI. Perfino quando gli è stato chiesto qualcosa sulla TV ha rovesciato la sua risposta sul PCI. In modo ossessivo, mobilitando tutto l'armamentario della propaganda anticomunista vecchia e nuova. Alla fine è apparso monotono, ripetitivo e stanco. E' addirittura noioso, cosa che difficilmente uno si attende da Pannella, attribuendogli in partenza dosi non marginali, se non altro divertenti, di acrobatismo. Da questo punto di vista, l'altra sera Pannella ha deluso amici e nemici.

A un dibattito serio le sue brillanti qualità non reggono. Torrenziale, logorroico, prolisso, ma tutto sommato vuoto. La sua funzione reale finisce per essere di semplice copertura alla Democrazia cristiana, che gli lascia sornionamente il ruolo di punta dello schieramento anticomunista. Ha un bel tentare di distinguere tra la politica del vertice comunista e i sentimenti della base comunista: questi sentimenti egli, a mio modesto parere, non li capisce nemmeno da lontano, perché il suo sentimento personale è anticomunista in ogni piega e lo esprime anche quando non se ne accorge, o soprattutto quando non se ne accorge, in modo da irritare offendere e respingere proprio il comunista di base, compreso quello che preferirebbe una politica di totale opposizione all'attuale, responsabile politica del suo partito.

Tra l'altro, egli dice cosa non vera, o si inganna, quando ritiene che nei famosi referendum sul finanziamento dei partiti e sulla legge Reale la stragrande maggioranza dei comunisti abbia votato secondo le sue indicazioni: un semplice esame del voto basterebbe a ricordargli che sono state proprio le province e le regioni rosse a votare no su entrambe le proposte abrogative. Comunisti che hanno votato diversamente dalle indicazioni del loro partito ce ne sono stati, ma non nella proporzione che pensa Pannella. Il quale, tra l'altro, si comporta come se l'ultimo congresso del PCI non ci fosse nemmeno stato, e non avesse contribuito a far chiarezza su tante cose. Pannella sottovaluta nettamente la forza del PCI e sopravvaluta in propria forza di penetrazione. Possiamo sbagliare, ma il suo »carisma si ferma sulla soglia delle sezioni comuniste, anche se è irresistibile in altre sedi. Per esempio, alla TV radicale. Quando c'è Pannella, ogni altro esponente radicale presente ammutolisce e rimane come in adozione

. Se c'è oggi in Italia un »culto della personalità , questo è il culto della personalità di Pannella tra i radicali. E' abbastanza buffo.

Si capisce che decideranno gli elettori, tra pochi giorni, se dare o no fiducia a questo strano partito, che definisce »stronzate i programmi, e a questo leader pittoresco, ma inconcludente. L'elettore, come si sa, ha sempre ragione. E se voterà Pannella, non sarà il caso di chiamare l'elettore o il destino »cinico baro , ma di chiedergli e di capire perché lo ha fatto. Il sottoscritto, per conto suo, con piena convinzione, e con tutto il rispetto per chi agirà diversamente non voterà radicale.

 
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