SOMMARIO: a fronte ad uno schieramento nuclearista che attraversa l'Europa (partiti politici dominanti, governi nazionali, quindi Commissione e Parlamento Europeo) e che produce politiche energetiche politicamente e scientificamente criminali, le voci antinucleariste sono state messe a tacere in molti paesi tramite il boicottagio dei mass-media e leggi elettorali "ghigliottina", che hanno impedito l'ingresso dei partiti ecologisti al PE. I deputati radicali sono tra i pochissimi a opporsi a tale unanimità di vedute, rivendicando l'esistenza di un modello di sviluppo diverso. Pannella critica inoltre chi vuole fare del PE la cassa di risonanza di decisioni prese altrove, difendendo il diritto dei parlamentari di intervenire nel dibattito in plenaria (26-09-1979).
Pannella. - Signor Presidente, sono d'accordo con quanto dettotesté dal collega Rogers, ma forse ho una risposta da fornire al suo interrogativo iniziale, in cui egli si chiedeva come mai, fino al suo intervento, sembrava che qui ci fosse quasi l'unanimità su alcuni temi. La prima risposta è la seguente: le forze politiche dominanti in Europa sono riuscite a creare uno sbarramento truffaldino nelle elezioni, proprio sul piano energetico; grazie alla omertà di tutti i gruppi politici dominanti in Europa, e non solo in quella che si è espressa in questo Parlamento, era già stata fatta l'opzione nucleare; era stata fatta, e con durezza, da Olaf Palme in Svezia, ed era stata fatta un po' ovunque, per parlare di casa mia, cioè di casa di sinistra. E' stata invece la destra che, in Austria, è riuscita a vincere la battaglia sulla scelta nucleare per quel che riguarda una centrale.
La verità, comunque, è che gli sbarramenti del 5 % sono stati tali da consentire la esclusione da questa aula dei deputati legittimamente eletti dagli ecologisti francesi e tedeschi. Che fossero legittimamente eletti, lo vediamo dal numero di voti che hanno riportato. Quelle leggi elettorali erano leggi taglione, leggi capestro, ma il crimine è stato soprattutto commesso con l'esclusione dalle radio e dalle televisioni, di cui il potere ha il monopolio, di coloro i quali volevano imporre il dibattito sull'energia durante le campagne elettorali; sono stati concessi soltanto due minuti o quattro minuti ai verdi francesi, non so se sette o dieci o dodici a quelli tedeschi. Non ci dovremo perciò meravigliare se poi il nostro Parlamento non rappresenterà le centinaia e centinaia di migliaia di persone che progressivamente quest'anno si muoveranno contro le scelte imposte dall'alto del potere industriale e militare che evidentemente preme in questa direzione, e aspetteremo che in Europa venga un generale, come il
generale Eisenhower in America, per denunciare lo strapotere militare e industriale sulla vita dei nostri Stati nazionali e sulla nostra realtà europea.
Sappiamo tutti che la dinamica che si è instaurata rende di nuovo competitivo il carbone, sia pure con tecnologie diverse. Mano a mano che il prezzo dei galloni di petrolio sale, tutto quello che era stato troppo in fretta ritenuto obsoleto torna invece ad essere economico, anche con tecnologie diverse. Ma il vero scontro avviene su un altro piano: al di là delle chiacchiere che facciamo, in alcune centrali nucleari si stanno portando avanti progetti di surgeneratori che molti scienziati - ieri era qui Denis de Rougemont a confermarcelo - definiscono progetti criminali in termini scientifici, oltre che in termini civili e politici. Ma non per questo io critichero' la Commissione; sarebbe ingeneroso, signor Presidente. La Commissione esprime gli indirizzi politici che la stragrande maggioranza, se non l'unanimità, del Parlamento che ci ha preceduto, anche se non eletto, le dava. Su questo tutte le forze politiche erano praticamente concordi, nel vecchio Parlamento. Oggi, troppo facile sarebbe ricorrere al gio
co napoletano delle tre carte per cercare di scaricare sulla Commissione la responsabilità dei limiti che costituivano invece la forza della politica dei partiti di potere in Europa. Noi ci auguriamo che il capitale per così dire tecnico, il capitale di buona volontà, il capitale di capacità di cui dispone la Commissione possa essere sollecitato politicamente in un modo diverso, perché personalmente ritengo assolutamente inutile, ingeneroso e stupido andare a cercare, nelle risposte della Commissione, le reticenzee le incertezze. Ritengo che la classe dirigente della Commissione non meriti critiche fino a prova del contrario, fino a quando non sarà cioè dimostrato che altra politica avevate chiesto con i documenti precedenti, che altre volontà politiche pesavano su questa Commissione.
Sulla fame nel mondo, sullo sterminio in atto, sull'energia, sul nucleare le forze politiche ancora oggi dominanti in questo Parlamento, ma pressoché unanimemente dominanti in quello precedente, hanno dato gli indirizzi che oggi vengono seguiti. Sicché noi ci auguriamo, signor Presidente, che non continui la sciatta gestione di questa Assemblea a detrimento dei regolamenti, con il falso buon senso da casalinghi che ci si vuole imporre, perché già questo Parlamento è debole perché rappresenta - e lo sappiamo - ben meno dei 250 milioni di europei: sappiamo quante persone hanno votato in Inghilterra, sappiamo quante persone hanno votato in altri paesi, ed è solo grazie a questo, alle leggi-truffa, alle truffe elettorali e politiche nelle democrazie europee, che questo Parlamento ha questo volto.
Lo ripeto, signor Presidente, se noi ci battiamo per difendere i diritti dei parlamentari, non lo facciamo per noi - per noi il gioco è facile, signor Presidente - lo facciamo per i parlamentari socialdemocratici, democristiani, conservatori, i cui diritti sono gestiti sempre più burocraticamente e le cui decisioni sono sempre più delegate ai presidenti dei gruppi; costretti, loro, a tacere, mentre noi, e De Goede e gli altri, possiamo forse in qualche modo ancora parlare.
Stiamo attenti: dietro a quello che è accaduto questa mattina, che è accaduto avant'ieri, non c'è, tanto la difesa del diritto dei radicali italiani, colleghi deputati. Come vedete, con questo regolamento, o con qualsiasi altro, noi parleremo e faremo quello che dovremo. Ma dove sono le voci degli JUSO tedeschi, della sinistra socialista tedesca, dove le altre voci in quest'Assemblea? Come potranno esprimersi i radicali di sinistra francesi e altri? Questo deve essere un Parlamento o la stanza di registrazione delle volontà delle burocrazie dominanti dei vari partiti? L'Europa ha bisogno di altro che dell'alibi delle leggi elettorali e delle elezioni dirette; ha bisogno di un Parlamento nel quale non siano portate le voci delle direzioni dei partiti e dei gruppi, ma le voci dei parlamentari in tutta la loro riecchezza.