SOMMARIO (in più parti): 26 ottobre 1979, venerdi' mattina, ore 10: l'ordine del giorno del Parlamento Europeo prevede la discussione e il voto di un progetto di risoluzione sulla tragedia dello sterminio per fame nel mondo, come i deputati del Partito Radicale avevano auspicato sin dalla prima seduta del PE eletto nel luglio 1979. La Commissione Cooperazione e Sviluppo ha preparato un testo che pero' non soddisfa Pannella e Bonino, i quali presentano un pacchetto di emendamenti. Ma tra i deputati prevale una tendenza a posticipare il voto: M. Glinne propone di rinviare gli emendamenti in Commissione, e Pannella gli fa presente che cio' comporterebbe un rinvio del voto sulla risoluzione... (continua)
Pannella. - (F) Abbiamo ora un motivo di più per votare a favore di questa risoluzione, cosa che avrei fatto comunque: avendo il Parlamento approvato le proposte precedenti è evidente che il suggerimento dei socialisti di inviare laggiù una delegazione mi sembra necessario. A partire dal momento in cui il Parlamento decide di agire così come ha scelto di agire, trovo che non è soltanto necessario e opportuno, ma è cosa saggia aderire a questa proposta.
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Pannella. - (F) L'onorevole Glinne e altri mi sembra abbiano suggerito di rinviare gli emendamenti in commissione. Dunque, onorevole Glinne, lei vuole che la risoluzione non si voti? Infatti, non è possibile rinviare la discussione degli emendamenti a una risoluzione che sia già stata approvata.
Francamente, signor Presidente, mi accade spesso in questo Parlamento di chiedermi se non sono un po' matto, soprattutto quando sento delle proposte come questa.
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SOMMARIO: nel corso della discussione, si fanno strada due ipotesi principali, che mirano a evitare il voto sulla risoluzione e sugli emendamenti: o rinviare risoluzione ed emendamenti in Commissione, cosa che i radicali sono intenzionati ad evitare ad ogni costo, oppure convincere i radicali a ritirare gli emendamenti in cambio di un voto sulla sola risoluzione. Pannella è indignato...(continua)
Pannella. - (F) Signor Presidente, faccio appello solenne alla comprensione di tutti i deputati presenti. Io affermo che ci troviamo di fronte ad un ricatto e ve lo dimostrero'.
Noi avevamo chiesto che questo dibattito iniziasse nel mese di luglio o, eventualmente, in settembre. Siamo ora alla fine di ottobre. Frattanto tre o quattro milioni di persone sono morte. Si diceva che non si era preparati. Voi vi siete preparati, no?
Che cosa ne è stato dell'ordine del giorno dei nostri lavori? Vi siete accorti che non abbiamo mai presentato, dal mese di luglio, una sola interrogazione con discussione? Non l'abbiamo fatto perché volevamo difendere i progetti di ordine del giorno che voi, maggioranza, voi ci avete proposto ed imposto in seno all'Ufficio di presidenza ampliato!
Ma che cosa accade ora? Che cosa fanno i presidenti dei gruppi? Abbiamo appena approvato gli ordini del giorno che subito vengono richieste le procedure di urgenza che rivoluzionano completamentele previsioni.
Cosi', il dibattito sulla fame, che volevate serio, calmo ed approfondito, avrebbe dovuto incominciare ieri mattina alle 9.00, ed invece abbiamo incominciato soltanto alle 17.00. Oggi voi ci dite che è troppo tardi per fare un esame completo della risoluzione e degli emendamenti. Non è forse un ricatto, questo? Non potete dunque rimproverarci se chiediamo che si ponga in votazione.
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Pannella. - Signor Presidente, volevo parlare contro, qualora il collega Ferrero avesse inteso presentare una proposta formale. Mi aspettavo che questa proposta venisse dall'estrerna destra, anche perché - magari per una certa fretta - è di un cinismo abbastanza vomitevole.
Dato che il collega Ferrero mi ha promosso ayatollah, un ayatollah può dire queste cose! Per un minuto parlerò quindi come Komeini, visto che questo è il tipo di interlocutore che egli cerca.
Signor Presidente, esiste la decisione unanime del Parlamento di votare una risoluzione. L'Ufficio di presidenza, tutti i gruppi politici hanno proclamato che in questa tornata ci sarà una risoluzione.
Il nostro Regolamento prevede il diritto di presentare emendamenti a una risoluzione. Forse si vuole già togliere ouesto diritto, collega Ferrero?
Mi si spieghi allora il perché di questa urgenza, perché abbiamo lavorato fino alle prime ore del mattino, perché nei giorni scorsi abbiamo discusso a lungo su altri emendamenti. Forse, collega Ferrero, c'è un problema: da una parte, nelle prossime ore ci sono venti, trenta mila morti e dall'altra cento biglietti d'aereo. Non vedo altre urganze obiettive, non capisco per quali problemi politici non possiamo discutere per circa mezz'ora questi emendamenti.
Onorevole Galland, volevo risponderle che se non si fosse ora venuti fuori con tutta questa storia, avremmo votato i nostri emendamenti: alcuni li avremmo ritirati, altri no, ma tutto questo in un rapido volgere di tempo.
Noi abbiamo il diritto di supplicarvi di rendere possibile l'esercizio ed il rispetto del Regolamento. Se pero' questa è la posizione, se anche il gruppo comunista per giunta dice: o ritirate gli emendamenti o in questa tornata del Parlamento Europeo non si voterà nessuna risoluzione, dico al collega Ferrero, al compagno Ferrero, che ci inchiniamo a questo sporco ricatto. Se dobbiamo scegliere tra nessuna risoluzione e il negare a noi stessi il diritto di presentare e sostenere gli emendamenti, se dobbiamo piegarci a questa sporca violenza, lo facciamo, ma mi auguro, signor Presidente, che l'alternativa non sia questa.
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SOMMARIO: di fronte alla risolutezza di vari gruppi politici nel non volere una discussione degli emendamenti radicali, Pannella e Bonino si dichiarano disponibili ad uscire dalla sala, annullando cosi'i loro emendamenti a patto che la plenaria voti almeno la risoluzione (continua).
Pannella. - Signor Presidente, debbo fare una dichiarazione: non è vero, presidente Flesch, che esistono solo due possibilità. Vi era una terza possibilità: quella offerta dal Regolamento checonsisteva appunto nel passare subito alla votazione degli emendamenti. Ne avremmo ritirati alcuni; altri no. Volevamo, ad esempio, che fosse votato quello della commissione per le relazioni economiche esterne, ma voi, nella vostra corsa a togliere la seduta e a sciogliere il Parlamento, non ve ne siete neanche accorti!
Il problema non è politico: è semplicemente che dovevate andare a casa. E' questa l'unica urgenza! Complimenti al Parlamento!
Comunque, signor Presidente, la risposta che voglio dare è questa: se non vado errato - e vorrei su questo punto avere il conforto dell'opinione del Presidente - se non siamo presenti a difendere i nostri emendamenti, questi decadono. Ebben per quel che mi riguarda personalmente, poiché questa situazione mi fa letteralmente schifo, io esco. Se escono anche gli altri presentatori degli emendamenti questi decadono e quindi voi voterete quel che volete, Parlamento di questo tipo!
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SOMMARIO: colpo di scena: Pannella e Bonino escono dalla plenaria, convinti che l'annullamento dei loro emendamenti possa permettere un voto positivo sulla risoluzione, ed ecco che Mme Flesch, Presidente della Commissione Cooperazione e Sviluppo, fino a quel momento decisa - a parole - ad avere un voto sulla risoluzione, chiede il rinvio di emendamenti e risoluzione in Commissione, impedendo il voto, ma fissando la loro discussione per novembre (fine).
Pannella. - Signor Presidente, poiché i presentatori degli emendamenti avevano dichiarato di abbandonare l'Aula - lo dico anche al reverendissimo onorevole Klepsch - gli emendamenti, signor Presidente, erano decaduti. Non restava quindi che votare la proposta di risoluzione, come avevano dichiarato di volere i presidenti dei gruppi che ieri erano altrove, mentre qui si parlava della fame. Contro questi tentativi ignobili di mentire e di falsificare le situazioni ci vorrebbe un silos, signor Presidente: un silos, che come preserva il grano dai topi, dovrebbe evitare che nel giro di poche ore, i buoni propositi e le parole pronunciate in questo Parlamento vadano in rovina. Il problema è quindi questo e il resoconto stenografico lo testimonierà: i nostri emendamenti erano, in nostra assenza, decaduti e voi non avete voluto procedere alla votazione della proposta di risoluzione.