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Pannella Marco, G.U.C.E. - 16 gennaio 1980
SITUAZIONE IN AFGHANISTAN

SOMMARIO: il Parlamento Europeo sta votando gli emendamenti ad una risoluzione sull'invasione sovietica dell'Afghanistan, e Marco Pannella interviene per difendere gli emendamenti da lui presentati, miranti a rafforzare la condanna dell'Unione Sovietica. Egli critica il Presidente del PE per le ripetute violazioni del Regolamento e la confusione e perdita di tempo che queste causano. In un successivo intervento Pannella spiega le ragioni della sua posizione sull'invasione dell'Afghanistan: di fronte ad un atto violento e sanguinoso i nonviolenti devono opporre la non-collaborazione gandhiana, negando ogni tipo di concessione agli invasori ed ai violenti (16-01-79).

Pannella. - Signor Presidente, io ho la massima fiducia in lei ma anche negli interpreti. Lei aveva dichiarato: "se c'è unanimità, seguiremo questa procedura". Tutti i colleghi ne sono testimoni. Ho verificato che anche in altre lingue che in italiano e francese la sua dichiarazione è stata: "se c'è unanimità adotteremo questa procedura".

Mi consenta di dire che il suo modo di procedere mi sembra alquanto strano. Lei riconosce per primo che l'applicazione del Regolamento esigerebbe un altro modo di procedere; in secondo luogo, ci chiede un'unanimità che sia pure con dispiacere non le abbiamo dato; poi, chiede le opinioni dell'Assemblea e dimentica di chiedere chi si astiene; infine, fa una pregevole battuta di spirito allorché cerco di suggerirle di chiedere anche di sapere chi si astiene e fa iscrivere a verbale che io mi astengo, mentre invece ho votato contro. Tutto questo, probabilmente, è una prova di humor: non vorrei che fosse troppo nero.

(Proteste)

...

Pannella. - Signor Presidente, desidero presentare una mozione d'ordine che la pregherei di ascoltare con attenzione perché altrimenti, per la seconda volta, fra mezz'ora lei tornerà sulle sue decisioni come ha già fatto, facendoci perdere del tempo.

Il Regolamento, signor Presidente, dice che non può essere messo ai voti un emendamento che non sia stato sostenuto ed illustrato. Lei non può mettere ai voti gli emendamenti se prima non ha preteso da me che io li sostenga. Non si tratta di consentirmi di parlare. Lei deve pretendere che io parli. In caso contrario i miei emendamenti decadono e non può metterli ai voti. La prego quindi - Dio ci assista e la assista - di consentire di procedere nei lavori conformemente al Regolamento, di consentircelo a tempo adesso, prima che si sveglino con mezz'ora di ritardo i compagni comunisti e la facciano tornare sulle sue decisioni.

Presidente. - Onorevole Pannella, l'articolo 29 stabilisce molto chiaramente che ogni membro può presentare emendamenti. Lei ha nella debita forma presentato emendamenti alla proposta di risoluzione e io presumo che durante la discussione ne abbia discusso o, almeno, che avesse il diritto di discuterne. Non riesco a leggere, nell'articolo 29, che un membro del Parlamento possa essere autorizzato a discutere un emendamento nel bel mezzo della procedura di votazione.

Se lei ritiene, onorevole Pannella, che io stia privandola di un diritto, citi per favore il numero dell'articolo e il paragrafo. Pannella. - Signor Presidente, la mia interpretazione è diversa dalla sua e - vuoi caso - è capitato che anche precedentemente avessi ragione io.

Presidente. - Potrebbe citare quale paragrafo ?

Pannella. - L'articolo 29, paragrafo 1, del Regolamento dispone che il Parlamento non delibera su un emendamento che non sia stato svolto al momento della discussione. Le faccio notare, signor Presidente, che gli emendamenti dell'onorevole Klepsch e di altri sono stati presentati dopo la chiusura della discussione.

Presidente. - Il paragrafo in questione stabilisce che il Parlamento non delibera su un emendamento se questo non è stato illustrato al momento della discussione.

Il suo emendamento è perfettamente ricevibile. E' stato presentato ed è stato ricevuto durante la discussione. Non le concedo più la facoltà di parlare.

Pannella. - (F) Signor Presidente, io non ho parlato e perciò non ho potuto sostenere l'emendamento. Non ho preso la parola durante la discussione generale...

Presidente. - Lei non ha facoltà di parlare, onorevole Pannella. L'onorevole Fanti respinge il suo emendamento.

(Durante tutte le operazioni di voto, l'onorevole Pannella continua a chiedere vigorosamente la parola per una mozione di procedura o una dichiarazione di voto).

...

Pannella. - Signor Presidente, il Regolamento, che lei o ignora o deliberatamente butta nel cestino - come tutto il pomeriggio ha dimostrato - non fa nessuna differenza fra le dichiarazioni di voto sugli emendamenti o dichiarazioni di voto su altre parti dei nostri lavori.

In secondo luogo, signor Presidente, lei aveva appunto annunciato che dava la parola per dichiarazioni di voto, secondo il Regolamento, mentre sulla proposta di risoluzione Fanti lei ha dato la parola per dichiarazioni di voto, adesso; a votazione conclusa.

Quindi, signor Presidente, forse ci sono due rischi: l'uno di una cattiva decisione sull'Afghanistan e l'altro...

(interruzione del Presidente)...

... Non m'interrompa, signor Presidente!...

Presidente. - In qualità di Presidente ho il diritto di interromperla per richiamarla all'ordine.

(Applausi)

Pannella. - Lei, signor Presidente, non può abolire le dichiarazioni di voto nelle votazioni in cui il Regolamento le prevede! Quindi, questo è il primo dato che torno a sottolinearle.

Comunque, signor Presidente, io dichiaro che voterò contro questa proposizione, non essendo stati approvati quegli emendamenti, la cui illustrazione lei ha sottratto a questa Assemblea, il che non ha permesso, quindi, ai nostri onorevoli colleghi, di poter valutare.

Questa proposta di risoluzione, signor Presidente, si iscrive nello spirito di Monaco: l'illusione della collaborazione con i violenti e con gli invasori. I nonviolenti sanno che con i violenti non si collabora mai. Se, nel momento in cui si invade oggi l'Afghanistan - come ieri i Sudeti o la Polonia -, si pretende, a partire da questo, di convincere l'invasore a tornarsene a casa, di fare altre concessioni, si torna a muoversi di nuovo, signor Presidente, nella linea che portò alla guerra del 1940, quella appunto delle continue concessioni agli invasori e ai violenti.

Signor Presidente, purtroppo questa linea politica non è solo dei compagni comunisti. Purtroppo, signor Presidente, qui molti sono disposti a deplorare e a piangere, ma nessuno è disposto - a sinistra e nella sinistra tradizionale - a prendere quelle misure di non collaborazione con i violenti e con gli invasori, che è il primo principio di ogni iniziativa per la pace, per la libertà e per l'indipendenza.

Coloro che si illudono, signor Presidente, di ottenere il ritiro delle truppe sovietiche continuando adesso a fare profferte di amicizia sono, a mio avviso, oggettivamente o soggettivamente complici di quegli invasori e di quei violenti.

(Applausi da taluni banchi della destra)

...

Pannella. - Signor Presidente, quello che si stà per compiere è un fatto politico gravissimo. Non è affatto vero, è una menzogna, che l'emendamento Glinne possa fare decadere questi altri emendamenti che sono addirittura, invece, emendamenti anche all'emendamento Glinne. Ciò, nel senso che propongono di inserire, nella mozione socialista, dei punti inseribili indipendentemente, che l'emendamento Glinne venga approvato o meno. Mi chiedo, signor Presidente, se i suoi consiglieri siano consiglieri socialisti o consiglieri del Presidente. In pratica noi abbiamo proposto di inserire tre punti importanti della mozione Klepsh e delle mozioni conservatrici in quella socialista. Come si può sostenere che l'emendamento Glinne fa decadere gli altri. C'e un concorso di volontà di mutamenti che non sono concorrenti fra di loro. Stiamo attenti. Quindi, signor Presidente, questo accade quando lei non consente di illustrare gli emendamenti. Le faccio presente che l'emendamento Glinne, se non è sostenuto, decade. E, siccome

l'emendamento Glinne è stato presentato questa mattina, è evidente che ieri non è stato sostenuto all'inizio del dibattito. A termine di Regolamento, o l'onorevole Glinne e noi possiamo sostenere questi emendamenti o questi non li può mettere in votazione. Comunque, i nostri tre emendamenti - lo dico ai colleghi che stanno per votare - rappresentano un tentativo di inserire tre punti della mozione Klepsch e conservatrice, relativi a provvedimenti precisi, nella mozione socialista.

Concludo, signor Presidente, ribadendo che non vi è concorrenza fra l'emendamento Glinne e gli altri.

 
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