di Leonardo SciasciaSOMMARIO: Si può credere o no a Fioroni, ma le sue illazioni sono "di una certa rilevanza" e la magistratura deve "vagliarle". Dichiara di essere contrario alle leggi speciali, all'aggravamento delle pene, ecc., sopratutto perché "dopo due secoli" dovremmo ben sapere che "la terribilità delle pene non provoca una diminuzione dei reati". Occorre invece che la polizia abbia una "istruzione migliore", un "addestramento più preciso" ecc. L'intelligenza dell'investigare sta "nel saper immedesimarsi nell'avversario che ci sta di fronte", ecc. Le statistiche del Ministero dell'Interno parlano delle "operazioni" fatte durante la vicenda Moro: "sembra che tutti gli italiani siano stati controllati", ma le B.R. "sono sfuggite" tranquillamente, persino recapitando a vari destinatari "una settantina di messaggi."
(NOTIZIE RADICALI, 17 gennaio 1980)
Roma, 17 gennaio '80 - N.R. - Leonardo Sciascia, scrittore e parlamentare radicale, a proposito dei nuovi decreti antiterrorismo e delle rivelazioni di Fioroni, in una intervista a "Notizie Radicali" ha tra l'altro detto:
"Riguardo agli arresti del 7 aprile, direi che la magistratura in questo momento si muove, dopo i vari interrogatori, su un terreno meno labile, meno precario di come si muoveva prima. Si può credere o non credere a Fioroni, comunque quelle sue illazioni sono di una certa rilevanza, e la magistratura deve vagliarle ora che ha più cose in mano di quanto avesse con il 7 aprile.
Sono assolutamente contrario alle leggi speciali, all'aggravamento di pene ed alla limitazione della libertà dei cittadini e lo sono anche sul piano del buonsenso, perché non sono mai serviti gli aggravamenti delle pene, le restrizioni della libertà a combattere veramente e profondamente un fenomeno delinquenziale. Dopo due secoli dovremmo saperlo tutti in Europa che la terribilità delle pene non provoca una diminuzione dei reati. Quello che si dovrebbe avere il coraggio di dire è che alla polizia bisogna dare una istruzione migliore, un addestramento più preciso e soprattutto una direzione più intelligente. Questo è quello che occorre per combattere il terrorismo. Lo si sa dai grandi e piccoli romanzi polizieschi: l'intelligenza sta principalmente nel saper immedesimarsi nell'avversario che ci sta di fronte, nello studio dei comportamenti, della mentalità, della psicologia di coloro che delinquono. Io ho letto le statistiche del Ministero dell'Interno riguardo alle operazioni fatte durante il caso Moro: pra
ticamente sembra che tutti i cittadini italiani siano stati controllati, eppure le Brigate Rosse sono sfuggite e sono sfuggite recapitando una settantina di messaggi. Ora questo è l'impossibile matematico, è lo sfuggire al calcolo delle probabilità e ci vuole una inintelligenza straordinaria per sfuggire al calcolo delle probabilità, per non riuscire nemmeno ad avvalersi del calcolo delle probabilità come è avvenuto nella nostra polizia".