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Teodori Massimo - 30 gennaio 1980
Subito, per una legge sulle droghe
di Massimo Teodori

SOMMARIO: Massimo Teodori ricorda che il 4 dicembre 1979 è stata presentata una proposta di legge sulle droghe per la modifica radicale delle norme in vigore, tendente a cancellare completamente dalla normativa sulle droghe quelle che droghe non sono ed ad instaurare un sistema di distribuzione controllata dell'eroina e di altre sostanze stupefacenti ai tossicodipendenti sull'esempio delle più avanzate esperienze della Gran Bretagna e di alcuni stati americani. Il progetto è firmato da dieci deputati radicali e da dieci deputati socialisti.

(ARGOMENTI RADICALI, BIMESTRALE POLITICO PER L'ALTERNATIVA, Novembre 1979 - Gennaio 1980, N. 14)

Sono passati cinque mesi da quando il Ministro della Sanità Altissimo lanciò il suo grido di dolore perché si facesse qualcosa per la situazione drammatica dei tossicodipendenti: e nulla il Ministro ha fatto. Nell'anno 1979 sono raddoppiati i morti per abuso di eroina raggiungendo la cifra di 126 che probabilmente occorre moltiplicare per tre o per cinque per avere la reale dimensione dell'anagrafe di coloro che scompaiono per droga: e il ritmo delle morti continua inesorabilmente ad aumentare ogni giorno che passa. I centri regionali, pubblici o volontari, che tentano di adottare misure di distribuzione di metadone, pur svolgendo un'opera meritoria, non ce la fanno a far fronte né alle richieste da cui sono sommersi né ad una situazione che sembra ormai coinvolgere in tutto il paese oltre centomila tossicodipendenti. Dopo una pletora di convegni e discussioni, e ricordiamo qui quello delle federazioni giovanili e quelli del PCI, nessuna forza politica si è assunta la responsabilità di fare proposte operativ

e per trasformare l'attuale legge sulle droghe, la 685 del 1975, che resta in vigore con le sue perniciose conseguenze. La stampa che ha dedicato articoli, inchieste e servizi durante l'estate e l'autunno 1979, sembra ormai da qualche tempo assuefatta a considerare quello delle droghe un fenomeno endemico e permanente della nostra società.

E' per queste ragioni di irresponsabilità generalizzata che abbiamo presentato il 4 dicembre 1979 una proposta di legge sulle droghe per la modifica radicale delle norme in vigore, tendente a cancellare completamente dalla normativa sulle droghe quelle che droghe non sono (i derivati della cannabis indica) ed a instaurare un sistema di distribuzione controllata dell'eroina e di altre sostanze stupefacenti ai tossicodipendenti sull'esempio delle più avanzate esperienze di altri paesi quali la Gran Bretagna ed alcuni stati americani.

Il progetto nasce dal solco del patrimonio delle iniziative del PR in questo campo ed è firmato da dieci deputati radicali (Teodori, Ajello, Boato, Cicciomessere, De Cataldo, Faccio, Melega, Mellini, Pinto, Roccella) e da dieci deputati socialisti (Raffaelli, Bassanini, Covatta, Forte, Fortuna, La Ganga, Mancini, Martelli, Spini e Susi). Come abbiamo scritto nella relazione, la proposta di legge si ripropone di sperimentare laicamente anche nel nostro paese un sistema teso a raggiungere precisi se pur delimitati ma raggiungibili obiettivi che sono:

»1) ridurre le morti sottraendo il maggior numero possibile di tossicodipendenti alle condizioni di vita e di mercato nero che sono all'origine delle cause di morte;

2) spezzare il circolo tra piccola (e talora grande) criminalità coatta e tossicodipendenza, non costringendo più il dipendente a procurarsi ingenti quantità di denaro quotidiano per acquistare le so stanze che consuma;

3) dare la possibilità ai tossicodipendenti di avere condizioni di vita non legate alla affannosa ricerca della sostanza stupefacente, e quindi essere messi in grado di condurre una esistenza quotidiana non marginalizzata.

All'origine e come conseguenza di quanto sopra indicato c'è la lotta per la drastica riduzione, se non completa eliminazione, del mercato nero. E non occorre qui esplicitare ancora una volta lo stretto lega e che c'è tra meccanismo di espansione dell'uso di stupefacenti e logica di sviluppo del mercato nero attraverso il traffico illecito che ormai con le droghe (soprattutto oppiacei) costituisce il business internazionale con il più alto tasso di profitto mai conosciuto .

La proposta di legge è stata accolta da una diffusa approvazione di tutti gli ambienti interessati. La UIL la sostiene ufficialmente, la Federazione Giovanile Socialista l'ha fatta propria, Lotta Continua per la prima volta appoggia un progetto in positivo, cento intellettuali, sindacalisti e dirigenti politici hanno firmato un appello perché si discuta subito in Parlamento (vedi appello pubblicato più avanti), la quasi totalità dei segretari regionali del PR è impegnata ad una campagna di mobilitazione. Posizioni velleitarie irrealistiche come quelle di chi sostiene, per esempio, la liberalizzazione assoluta dell'eroina, non sono riuscite ad esprimere alcuna critica fondata ed alcuna controproposta operativa.

Abbiamo oggi una battaglia di fronte che ha connotati ben precisi: è contro l'inerzia di tutte le forze politiche, è contro l'irresponsabilità ormai dolosa del Ministro che non mantiene gli impegni a suo tempo presi di aprire un dibattito in Parlamento, è contro tutti coloro che parlano ma non fanno nulla affinché le cose cambino. In Parlamento nonostante l'annuncio di altre proposte di legge ed iniziative, nulla è stato avanzato. La prudenza e le contraddizioni del PCl non gli consentono neppure di elaborare proposte per arretrate che siano. Chi va ormai da mesi chiacchierando di iniziative popolari, non si rende conto che questa è la strada per stare fermi per due anni con un nulla di fatto. Allora, stando così le cose, è necessario che nel paese si crei un movimento di opinione e di gruppi interessati, capace di esercitare una pressione sulle istituzioni e influente ed autorevole nel chiedere che si faccia presto per non morire più.

 
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