SOMMARIO: il Parlamento Europeo discute il rapporto Fuchs sulla politica energetica della Cee e Pannella interviene per dichiarare la sua opposizione ad un uso sconsiderato dell'energia nucleare, opposizione condivisa dalla popolazione europea, come dimostra il considerevole successo che i movimenti ecologisti hanno riscontrato alle elezioni europee, che è stato pero' ostacolato dal tradursi in rappresentanza parlamentare da leggi elettorali ghigliottina (14-02-80).
Pannella. - Signor Presidente, non farò finta di fare una dichiarazione di voto per poi tornare sul dibattito. Il dibattito non è stato da voi voluto; la vostra forza è il numero, usato come violenza contro i regolamenti. State vincendo qui, come avete vinto in Germania contro i Verdi, come avete vinto in Francia contro gli écolos, truffando le leggi della democrazia e del dialogo.
Signor Presidente, il "nicht" del relatore Fuchs, il "nicht" che ci ha opposto continuamente, cercheremo di raccontarlo anche a Passau, nella sua circoscrizione, affinché i nostri amici verdi, i cristiani democratici, i socialisti, sappiano cosa Fuchs fa qui. Quanti di voi, che dite sì al plutonio oggi, dite sì all'uranio, fanno dichiarazioni di voto? Quanti di voi chiedono l'appello nominale? Noi sappiamo e voi sapete che noi rappresentiamo - noi, in pochi - sicuramente la metà, molto spesso ancor più, dei vostri stessi elettori. Voi quindi sapete che molti la pensano come noi, che molti scienziati la pensano come noi.
Signor Presidente, concludo dicendo che, se questa relazione Fuchs fosse stata presentata negli Stati Uniti, sarebbe caduta in mezzo alle risate di tutte le commissioni - di destra e di sinistra, pronucleari e antinucleari! Voi rappresentate la retroguardia che, nelle miniere care ai conservatori comunisti francesi, chiudeva, - a decine di migliaia, talvolta - i minatori che morivano, come a Marcinelle, per lo sfruttamento capitalistico, e che hanno continuato a morire. Adesso, invece, la morte, dai pozzi delle miniere, volete trasferirla ad intere regioni, affossando così la democrazia e anche una possibilità di libera organizzazione delle nostre economie e della nostra produzione.
Per questo, signor Presidente, io voto contro, sapendo che, se siamo qui in cinque o in sei o in dieci, in mezzo ad altri quattrocento yesmen, vi diamo appuntamento presso i vostri elettori, nelle prossime campagne elettorali e nel prossimo Parlamento europeo. Vedremo quanti di voi torneranno a rappresentare coloro che tradite.