SOMMARIO: Pannella protesta per il contingentamento dei tempi di parola che i gruppi maggioritari hanno iscritto nel regolamento del Parlamento, che emargina i piccoli gruppi ed impedisce ogni dialettica costruttiva nel corso dei dibattiti e che trasforma la plenaria in una camera di risonanza delle decisioni prese altrove dai leaders dei gruppi numericamente più grandi. Si discute di tutto tranne dei temi più importanti a livello nazionale ed internazionale, quali l'antiproibizionismo e la fame nel mondo, con la connivenza delle istituzioni europee, asservite agli interessi dei potenti.
Il Presidente del PE interrompe Pannella per segnalargli che il gruppo di Coordinazione Tecnica dei membri Indipendenti, composto da 11 membri, ha parlato per otto ore, tempo relativamente alto se comparato agli altri gruppi, e Pannella ringrazia il Presidente per tale omaggio reso alle capacità del gruppo CDI (14-02-80).
Pannella. - (F) Signor Presidente, tra le tre istituzioni europee, Parlamento, Consiglio e Commissione, la Commissione è certamente quella contro cui sarebbe più ingiusto pronunciare una requisitoria. Ciò, per il semplicissimo motivo che la Commissione è quale il Consiglio, quale i governi dei Nove e le forze politiche al potere nei nove paesi la vogliono e la creano, mediante la scelta dei commissari, mediante la politica del Consiglio e anche mediante l'azione di questo Parlamento. Le condizioni di questo dibattito sono una dimostrazione dell'incidenza politica delle forze politiche dominanti di questo Parlamento e dell'Europa.
Dunque, signor Presidente, considerati i pochi minuti che ci sono accordati, mi abbandonerò io a quella liturgia falsa, ipocrita, che consisterebbe nell'analizzare la relazione del presidente Jenkins? Sarebbe falso, ipocrita e presuntuoso da parte mia! Qui non ci sono consentiti dibattiti seri, analisi serie. Ciò che è consentito qui, grazie all'applicazione dell'articolo 28, è anzitutto che tutti i parlamentari della maggioranza in quanto tale, tutti, a iniziare dai parlamentari PPE, socialisti e conservatori, prendano la parola, mentre i nostri elettori ci hanno eletti proprio per parlare in questi momenti importanti.
E' veramente indecente che si faccia appello in ogni occasione all'articolo 28 che toglie a taluni parlamentari il diritto di parlare, favorendo i grandi gruppi. La seconda procedura consiste poi nel lasciare al nostro gruppo - senza rispetto per le nostre idee e posizioni e con una mentalità da salumieri che fa di questo Parlamento un negozio di salumi - sette o sei minuti per esprimersi sull'Europa, sulla Commissione, sugli anni '80.
Ci viene tappata la bocca, Signor Presidente, come altrove viene tappata la bocca a Sacharov! Ma anche qui si sente il bisogno di impedire di esprimersi ad un'Europa diversa, prima falsificando le elezioni, poi manipolando i regolamenti! Pertanto il Parlamento non può gettare la prima pietra ad una Commissione la quale, ogni giorno, ogni anno, con le sue relazioni, ci dimostra che il divario tra le esigenze reali e le speranze va sempre più allargandosi.
Siete voi che, organizzando dibattiti sulla fame, discutete ipocritamente ogni anno, in nome del cristianesimo, del socialismo o del liberalismo, dello sterminio nel mondo. Poi il Consiglio dei Nove, il Consiglio del socialdemocratico Schmidt, dello pseudo liberale Giscard, del democristiano Cossiga e della conservatrice Thatcher - che costituiscono una banda dei quattro europea - ci annuncia ogni anno un tasso di mortalità maggiore nel mondo, mentre ogni giorno si ricordano le grandi battaglie da ingaggiare. Davvero, il cammino della morte è fatto delle vostre vittorie, come il cammino del degradamento di questo Parlamento è fatto del potere di cui disponete.
All'inizio di ogni tornata, signori e signore della maggioranza, dite di temere il nostro sparuto gruppo di poveri discreditati. Avete paura che parliamo qualche minuto di troppo, mentre i vostri leaders, i vostri presidenti, ci subissano di urgenze, di compiti che non possiamo assolvere. Domani almeno una ventina di voti non avranno luogo perché la vostra sola preoccupazione sarà di tagliare la corda, di prendere l'aereo del venerdì mattina, perché qui il venerdì non si fanno mai cose serie...
Signor Presidente, mi limiterò a dire ancora una parola sulla Iugoslavia. E' dal Consiglio che dipendono le direttive dell'accordo con la Jusgoslavia e questo Parlamento esemplare, con la sua esemplare maggioranza, ci fa dibattere sulla Iugoslavia dopo la relazione del commissario Jenkins e non dopo quella del ministro Ruffini. Ecco quale è il senno e la buona coscienza di questo Parlamento. Mentre sappiamo benissimo che in realtà il 22 è il ministro Ruffini che certamente, con il commissario Jenkins adatterà un accordo vertente sul "babybeef". accordo pertanto già concepito e già parafato di fatto.
Noi altri di Trieste, noi altri dell'Italia, noi altri dell'Europa non temiamo questo accordo con la Iugoslavia. No. Temiamo la vostra incapacità di stabilire accordi razionali e costruttivi! Temiamo che, laddove pensate di seminare ordine, seminiate, come sempre, del disordine.
E' ciò che fate in genere, signor Commissario Jenkins, signor Presidente, quali che siano le vostre capacità individuali - e rendo spessissimo omaggio alle capacità dei commissari, senza che, grazie a Dio, mi si possa in alcun modo sospettare di connivenza o complicità con essi!
Ebbene, stando così le cose, dobbiamo pur dire che i fatti ci forniscono quotidianamente la prova che l'Europa da voi rappresentata, l'Europa della Commissione, l'Europa del Consiglio, l'Europa del Parlamento, è generosa nei confronti dei potenti, siano essi i potenti del settore degli armamenti, i potenti delle multinazionali, i potenti del Comecon - si, signor Presidente -, siano essi i potenti delle classi dominanti, i grandi spacciatori di droghe. Di fronte a queste varie categorie di potenti siete pusillanimi e inerti e, invece, siete arroganti e feroci contro i diritti dei cittadini, degli uomini e delle donne in quanto tali, siete micidiali assassini con la vostra politica di 30 milioni di uomini e di donne nel mondo che hanno una sola colpa, appunto quella di non avere la forza di strapparvi dalle mani quel pane che voi gettate continuamente e con la massima facilità nel vostro sistema di sprechi, che voi gettate nei secchi della spazzatura!
La vostra Europa è l'Europa della follia e l'Europa della violenza! Raccogliete in Italia e altrove ciò che avete seminato: venti e tempeste. Sono certo che questa Europa è l'Europa della vostra violenza.
Anche in questo Parlamento, l'Europa degli ecologisti, dei veri cristiani, dei veri socialisti, dei veri liberali, non può affermarsi, credo, se non come un'alternativa. E questa alternativa non ci sarà certo offerta dalla vecchia sinistra conservatrice stalinista di cui si fa interprete ogni tanto quella caricatura di comunismo i cui esponenti siedono alla sinistra di quest'aula e sarebbe invece più logico sedessero all'estrema destra. Tuttavia, signor Presidente sappiamo che la gente nutre una speranza, quella appunto che noi riusciamo a costruire contro voi, malgrado voi, qualcosa di positivo...
Presidente. - Onorevole Pannella ho per lei una comunicazione molto interessante. Ella ha protestato perché non le è stato concesso il tempo di parola desiderato. Durante sette mesi, ho fatto fare un conteggio per minuto: i liberali, con 40 membri, hanno parlato nove ore...
Pannella. - (F) Lei è il Presidente e si erge a difensore di una parte, peraltro maggioritaria, di questa Assemblea. Io non ho criticato la presidenza, ho criticato i criteri politici! Se lei intende essere il rappresentante di una maggioranza politica, agisca pure cosi, ma non sarà il mio Presidente in tal caso!
Presidente. - Ho fatto preparare una comunicazione per l'Ufficio di presidenza, onorevole Pannella. Ora le do lettura di un documento ufficiale. I nostri servizi hanno calcolato - per la presidenza, non per me - che i non iscritti con nove membri hanno, successivamente al mese di luglio, parlato per quattro ore e trentun minuti. Il suo gruppo, con undici membri, ha parlato otto ore! Il gruppo DEP, con 22 membri, ha parlato per sette ore e 20, i liberali, con quaranta membri, 9 ore e 40, i comunisti per 10 ore e 40, il gruppo DE 18 ore e 20, il gruppo PPE 18 ore e 40 ed i membri socialisti 25 ore. Lei deve studiare questo documento!
Pannella. - (F) La ringrazio, signor Presidente, per l'omaggio che ha reso alle nostre capacità.