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Il Messaggero, Pampaloni Geno, Bruck Edith - 23 marzo 1980
(4) Pasqua a Roma contro lo sterminio per fame

SOMMARIO: Le adesioni all'appello di Marco Pannella per fermare lo sterminio per fame in atto nel sud del mondo e alla marcia di Pasqua. Geno Pampaloni, tre sacerdoti, Edith Bruck, Liceo Visconti, Giovani liberali

(IL MESSAGGERO, 23 marzo 1980)

Pampaloni

Oltre la Chiesa

Nella lettera di Levy, indipendentemente dal tono volutamente provocatorio, trovo un punto di consenso e una considerazione da aggiungere. Il punto di consenso è che la conclusione della marcia contro la fame in piazza S. Pietro è piuttosto un invito, una sollecitazione e, se si può usare ancora questa parola nel suo significato cristiano, uno scandalo, piuttosto che un omaggio formale alla Chiesa.

La considerazione da aggiungere è la seguente: anche ammettendo che il gesto in sé, di riunirsi in piazza S. Pietro e probabilmente ascoltare la parola del Papa, possa apparire in qualche modo un omaggio, non vorrei che si dimenticasse che in sentimento cristiano è più vasto, più profondo, più popolare, più radicato nelle coscienza che non l'ossequio alla Chiesa come istituzione.

Questo sentimento cristiano dice pace, fraternità, aiuto ai bisognosi; lo dice drammaticamente, come un impegno da vivere nella consapevolezza della difficoltà di viverlo e delle nostre quotidiane contraddizioni.

Sarebbe quindi un errore se i radicali avessero sacrificato quel sentimento alla diplomazia della propria immagine laica e non avessero scelto come luogo finale della loro marcia la piazza ove quel sentimento trova uno dei suoi luoghi più cari.

Tre sacerdoti

Smuovere il problema

In dichiarazioni pubbliche tre sacerdoti si sono espressi come segue:

"Don Domenico Camusi, parroco della chiesa dei XII Santi Apostoli al Foro Traiano".

Io credo che quest'iniziativa sia una cosa molto bella perché siamo tutti sensibili a questi problemi della fame nel mondo. La Chiesa si è comunque sempre interessata a questo, attraverso un impegno notevole. Un'iniziativa come questa può essere certo un momento di contatto fra movimenti cattolici e movimenti laici.

E' necessaria la collaborazione di tutti per affrontare questa gravissima situazione. Il papa credo dia contento di iniziative che vanno incontro ai problemi concreti della gente. Naturalmente quando c'è una collaborazione fattiva per il bene dell'umanità tutti sono contenti. Io personalmente non potrò venire alla marcia, perché il giorno di Pasqua saremo impegnatissimi nelle parrocchie.

"Don Franco Doga, parroco di San Girolamo a Corviale".

Io sono contro chiunque accetti la violenza e quindi da qualsiasi parte venga mi trova all'opposizione. Sono sempre per la pace e per la fratellanza. E questi sono argomenti che interessano tutti ma purtroppo siamo uomini e talvolta anche le cose più buone possono venire strumentalizzate. Non dico che sia questo il caso ma in passato è già accaduto. Non ho niente in contrario comunque ad aderire a questa iniziativa.

"Don Enzo Chiarini, parroco di San Pietro al Gran Sasso (Teramo)".

Dal momento che ci sono adesioni che credo sincere giudico l'iniziativa un fatto molto positivo. Non credo che si debba tanto guardare alla confessionalità, all'ideologia dei punti di partenza ma agire concretamente su dei problemi. Il samaritano, disprezzato, eretico, Gesù Cristo lo portava ad esempio.

L'importante è credere in quello che si fa considerando, certo, i limiti di ognuno di noi. Limiti che ognuno ha naturalmente ma mi capita di sentire critiche a volte così stupide, utili a giustificare soltanto una certa inerzia, una certa pigrizia. Non ci sono giustificazioni al fatto che noi siamo assenti passivi a situazioni tragiche.

Queste prese di posizione sono validissime anche se non hanno la pretesa di risolvere completamente e rapidamente il problema. Almeno servono a smuoverlo il problema, i veri problemi. Ci si può mettere d'accordo sul come risolverli e certo non è continuando ad armarsi. Il messaggio di Pasqua è un messaggio di liberazione e se non ci sono questi temi qua, sentiti, vissuti, è soltanto una cerimonia vuota. Sono quindi d'accordo con l'iniziativa anche se il giorno di Pasqua ovviamente non sarò a Roma ma nella mia parrocchia.

Edith Bruck

In nome della vita

Come si fa e non aderire all'appello di Marco Pannella contro la fame? Cosa possiamo care per cancellare al più presto dalla coscienza del mondo questa e altre colpe incancellabili? Si sa che le organizzazioni internazionali non bastano, i governi, i governanti procedono a passi da pachiderma e non sono di esempio per il cittadino che dovrebbe impegnarsi e dare in prima persona. Se un Hitler o un Mussolini erano capaci di mobilitare popoli interi in nome della morte, dobbiamo chiederci perché non ci muoviamo in nome della vita, del disarmo e della pace?

Edith Bruck

Dal Visconti

Politica della vita

Nel suo appello Marco Pannella scrive che la politica della vita, della pace, del disarmo, della non-violenza è oggi l'unica realistica. Non possiamo che essere d'accordo con questa impostazione; non possiamo che dichiarare la nostra presenza in questa lotta per la speranza, per un futuro diverso da quello che ci prepara questa classe dirigente italiana e internazionale. Verremo e faremo venire altri alla Marcia per la Pace: organizzeremo comitati di studenti per la settimana contro lo sterminio. Non vogliamo essere complici.

Valerio Corvisieri, Flavio Corvisieri

(Liceo Visconti)

Giovani Liberali

Non è pietismo

I giovani liberali aderiscono alla marcia della vita, della pace, del disarmo. Crediamo possa rappresentare un momento di unione degli spiriti laici che credono nella forza della ragione e indicare l'unica strada, quella della solidarietà umana e della non violenza, che può far uscire l'Italia e il mondi da questi anni sempre più bui.

Solidarietà, non pietismo né carità. Se vogliamo dare un senso, una prospettiva di fiducia ai giovani dobbiamo alzare lo sguardo e porci tutti come obbiettivo non di redimere il mondo - perché non ci crediamo - ma la possibilità di costruire una società basata sui valori della ragione e quindi della libertà e dell'autodeterminazione.

E' importante, per milioni di persone tragicamente esiziale, la ciotola di riso ma essa non ha futuro un una società che non rispetti i popoli e gli individui. Dobbiamo senza scetticismo e anche senza illusioni tenere ben presente che l'impegno dev'essere per non avere più Afghanistan, Cambogia e Vietnam con il loro fardello di profughi affamati.

La Segretaria nazionale

della Gioventù Liberale Italiana

 
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