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Fortebraccio - 27 aprile 1980
Facciamoli digiunare noi
di Fortebraccio

SOMMARIO: I radicali "non finiscono mai di stupirci". Il segretario radicale Rippa annuncia che dopo 65 giorni di digiuno è pronto a passare allo sciopero della sete. Invece il 26 marzo scorso "mangiava regolarmente" ad un ristorante, assieme al sen. Jannuzzi. Un incidente analogo toccò all'on. Pannella, quando una telefonata anonima invitò qualcuno alla direzione del PCI ad andare a vedere "un grande vassoio contenente caffè, latte e numerose brioches" a lui destinato all'Hotel Minerva. Questi radicali, "commedianti buffoni", rendiamoli "digiuni di notorietà"...

(»L'Unità 27 aprile 1980 - ripubblicato in "I RADICALI: COMPAGNI, QUALUNQUISTI, DESTABILIZZATORI?", a cura di Valter Vecellio, Edizioni Quaderni Radicali/5, 1981)

»Caro Fortebraccio, mi spiace disturbarti ma desidero segnalarti una tipica perla radicale. Sulla »Repubblica del 5 aprile, sotto il titolo »Il governo boicotta i nostri referendum viene riportata la notizia che il segretario radicale Rippa »da 65 giorni digiuna per la fame del mondo, ed è disposto anche a passare allo sciopero della sete... . I radicali e i loro amici non finiscono mai di stupirci. Nel caso del »digiunatore Rippa devo dirti che lo stesso con il sistema che adotta può effettuare lo sciopero della fame per anni. Infatti il 26 marzo u.s. alle 14 mangiava regolarmente al ristorante »Fortuna al Pantheon: e l'appetito del Rippa era talmente pressante che nonostante il locale fosse gremito ha atteso lungamente per sedersi a mangiare con il sen. Jannuzzi. A notare il »digiunatore non sono stato solo: nel ristorante c'erano l'on. Gunella, il capogruppo dc, Gerardo Bianco, l'ex ministro Prodi e l'on. Rossi di Montelera. Mi sembra utile che la gente conosca, perché possa giudicare, chi veramente

sono certi radicali. Tuo "Domenico Bacchi" - Palermo .

"Caro compagno Bacchi, non metto in dubbio, naturalmente, la veridicità della tua testimonianza, noto soltanto che quando tu hai visto il radicale Rippa mangiare di buon appetito, può darsi che avesse appena finito il suo digiuno di ben 65 giorni riferito da »La Repubblica . E forse non è il raso di interrogare i testimoni che tu citi, sia perché è possibile che non abbiano visto il Rippa, sia perché almeno uno di essi, l'on. Rossi di Montelera, intelligente com'è, forse non aveva neppure capito di essere a Roma.

Ciò che so di sicuro (e non mi ricordo più se l'ho già raccontato) è che una volta giunse dall'Albergo Minerva (mi pare) qui a Roma, una telefonata anonima alla direzione del PCI, con la quale si pregava qualcuno di andare a vedere un grande vassoio contenente caffè, latte e numerose brioches, destinato a Pannella che stava appunto digiunando in una stanza del terzo o quarto piano. Naturalmente a Botteghe Oscure l'invito non fu raccolto: si tratta di meschinità che ai nostri dirigenti non garbano. D'altra parte credo che la gente, come tu dici, abbia già capito, senza che occorrano appostamenti o testimonianze particolari, »chi veramente sono certi radicali . Commedianti buffoni, disponibili a tutto e a tutti, anche ad appellarsi alle più tragiche e dolorose vicende del mondo pur di raccogliere consensi, comunque si ottengano, da qualsiasi parte giungano. La vicenda delle firme per i 10 referendum, attualmente in corso, prova però che gli italiani passando oltre e negando le loro adesioni, hanno compreso ben

issimo con chi hanno a che fare e non abboccano più. Parliamone il meno possibile dei radicali, citiamoli sempre meno. Rendiamoli digiuni di notorietà. Della volontaria privazione di cibo non moriranno perché intervengono sempre, al momento giusto, le brioches a soccorrerli, ma moriranno (politicamente, s'intende) di sentirsi ignorati: i clowns, i pagliacci, non si producono quando il pubblico mostra di non accorgersi di loro.

 
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