SOMMARIO: Leonardo Sciascia polemizza con quanto scritto da Ferdinando Adornato che sull'Unità dell'11 maggio 1980 ("Ma Sciascia ha letto Maometto?") ironizzava su una sua intervista pubblicata da Lotta Continua. »Sciascia ha ufficialmente dichiarato: - scriveva Adornato - "Dalla Chiesa è lealista...se mi dicono che farà un colpo di Stato, io sto tranquillo: mon lo farà mai....Dal modo in cui mi parlava del 'Giorno della civetta' ho capito che si identificava nel personaggio dell'ufficiale dei carabinieri di quel libro". [...] E così nella stessa intervista ha voluto rigettarci nell'angoscia e ci ha rivelato: Khomeini non ha letto Montesquieu [...] adesso abbiamo capito perché l'ayatollah è così prepotente e volgare con gli americani. [...] Ma la rivelazione di Sciascia ha causato traumi soprattutto alla Casa Bianca dove Carter, dandosi uno schiaffone sulla fronte per non averci pensato prima, ha deciso di mandare i marines e i berretti verdi appoggiati dall'aeronautica per lanciare e distribuire come viveri
, dalla terra, dall'aria e dal mare, milioni di copie dell'Esprit de lois di Montesquieu alle popolazioni iraniane. Il Corano l'ho letto - replica Sciascia - ma continuo a preferire protervamente "Lo spirito delle leggi" e a credere che la lettura di un tale libro potrebbe fare bene anche a Khomeini (e una rilettura, se mai è andato oltre al titolo, ad Adornato).
(NOTIZIE RADICALI, 14 maggio 1980)
Ieri, appena arrivato a Roma, tre comunisti, incontrati in successione (un giornalista e due parlamentari), mi hanno parlato con dispiacere di un articolo "cretino" uscito sull' "Unità" di domenica in cui si attaccava quella breve intervista pubblicata da LC la settimana scorsa. Non ne sapevo nulla. Oggi ho letto l'articolo - di F. Adornato - e non posso dire di non essere d'accordo con loro. E so bene che tutto quello che dico (soprattutto, quello che non dico) gode della costante disapprovazione dell'Unità" e di "Paese Sera", ma stavolta mi pare si passi con eccessiva disinvoltura il segno: non vanno bene, dette da me, nemmeno le cose stesse che "l'Unità" ha detto e che presumo continuerà a dire (a meno che Adornato non sappia di un repentino contrordine: e ricordo il contrordine di cui alle vignette guareschiane, poichè a quel livello e di quel gusto è il pezzo di Adornato).
Il fatto mi diverte. Poichè nelle scuole superiori e nelle università, ormai molte tesi e tesine vengono assegnate sugli scrittori viventi e non poche, mi risulta, sulle mie cose, mi piacerebbe che qualche professore ne assegnasse una sull'attenzione e considerazione che la stampa del PCI ha dedicato a me in circa venticinque anni. Ne verrebbe fuori un diagramma abbastanza spassoso: con improvvise impennate e altrettanto improvvise cadute. Ma lo spasso dell'insieme, per quanto io ricordi, non sarebbe pari allo spasso di questo articolo ultimo. Vale la pena che i lettori di quella mia intervista lo cerchino: è sull'"Unità" dell'11 maggio, terza pagina.
Tutto quello che, secondo colui che l'ha scritto, sarebbe lo spiritoso brillio dell'articolo, è fondato sul fatto che io avrei rivelato che il generale Dalla Chiesa ha letto quel mio racconto "Il giorno della civetta". Ma il fatto è che questa rivelazione corre sui giornali da un bel po' di tempo, né sono stato io a farla. Che poi il generale sia un "lealista", mi pare sia opinione condivisa - almeno fino a questo momento - dal PCI: non ho sentito voce contraria levarsi né in Parlamento né sui giornali.
In quanto al fatto personale che Adornato sembra avere con Montesquieu credo debba vedersela - più che Montesquieu e con me - all'interno del suo partito, se a quel che il suo partito dice bisogna credere. Per conto mio - rispondendo alla domanda cui l'articolo di Adornato s'intitola - il Corano l'ho letto; ma continuo a preferire protervamente "Lo spirito delle leggi", e a credere che la lettura di un tal libro potrebbe far del bene anche a Khomeini (e una rilettura, se mai è andato oltre al titolo, ad Adornato).