SI VUOLE TAPPARE LA BOCCA A SCIASCIA, STRUMENTALI E DEMAGOGICI CONTRO GLI ATTACCHI CONTRO L'UNICO COMMISSARIO SCOMODO.SI VUOLE IMPEDIRE CHE LA COMMISSIONE INTERROGHI PECI?
I VERBALI DI PECI VANNO LETTI: SI ASSUME CHE LE INDAGINI FIN QUI SEGUITE SONO IN DIREZIONE SBAGLIATA, CHE NEGRI E PIPERNO, DEVONO ESSERE SCARCERATI. CHE MORO NON ERA NE' PAZZO NE' VIGLIACCO. E' QUESTO CHE SI VUOLE NON SI SAPPIA.
di Valter Vecellio
SOMMARIO: Valter Vecellio ricostruisce puntualmente i vari aspetti della vicenda della querela Berlinguer, investendo di pesanti responsabilità, per i loro comportamenti nella vicenda, il segretario socialdemocratico Longo e Cossiga. Ciò che si vuole - secondo l'a. - è "screditare e bloccare la Commissione Moro".
Aggiunge ulteriori considerazioni: ad es., "come fa Andreotti a dire che non ne sapeva nulla?" Non ha sentito quello che ha detto Pertini, anche durante un viaggio all'estero? Neppure Cossiga ha nulla da dire sulle esternazioni del capo dello Stato? Ma la cosa più "incredibile" è la querela di Berlinguer. Forse, si tratta di una manovra elettorale ma è ugualmente cosa "tutta da ridere". Denuncia poi l'evidente tentativo di "sabotare" la commissione, e ricorda infine che nei verbali Peci si dice che con il caso Moro né Negri, né Piperno o Pace hanno nulla a che vedere: una verità che non si vuole venga a galla.
(NOTIZIE RADICALI, 29 maggio 1980)
Roma 29 maggio '80 - N.R. - Della discutibilissima iniziativa che il segretario del PCI, Enrico Berlinguer, ha ritenuto di dover assumere nei confronti del deputato radicale e scrittore Leonardo Sciascia, nei giorni scorsi a più riprese abbiamo detto cosa pensavano. Lo ha dichiarato il segretario del Partito, Rippa, lo ha detto Pannella in televisione, lo ha dichiarato a più riprese Sciascia stesso attraverso noi, attraverso il "Mattino", e oggi attraverso "La Repubblica" (vedi l'intervista in altra pagina dell'agenzia) abbiamo anche detto che consideravamo estremamente goffa e infelice la sortita elettorale del segretario socialdemocratico Longo, il quale ha rivolto le sue domande sbagliando indirizzo. Abbiamo detto che consideriamo insolente e stupida, arrogante come costume dell'uomo, la risposta di Cossiga il quale invece di spedire la lettera di Longo al mittente, spiegando che lui non poteva e non doveva rispondere, trincia giudizi a destra e manca, afferma di credere a Berlinguer e dà del mentitore a
Sciascia. Su tutto questo, su come giornali e giornalisti oggettivamente si siano prestati ad un gioco strumentale che mira a screditare e bloccare la commissione Moro, perché non sia fatta luce e chiarezza, abbiamo ampiamente riferito. E anche abbiamo denunciato come si voglia, dopo esserci riusciti con Giacomo Mancini, tappare la bocca all'unico, probabilmente, commissario scomodo della commissione. Un tentativo incredibile, inammissibile e intollerabile di intimidazione, lo definimmo a botta calda, quello di Berlinguer contro Sciascia. Non abbiamo ragione alcuna per mutare giudizio. Abbiamo, però elementi nuovi, per altre considerazioni.
1) L'ex presidente del consiglio di allora, Giulio Andreotti ha "parlato". E ha detto quel che tutto noi sappiamo. Ora certamente è credibile che Andreotti non abbia avuto le prove di collusioni e collegamenti eventuali tra terroristi italiani e servizi segreti o agenti di paesi stranieri. Lo possiamo benissimo credere, accettare. Ma Andreotti, chi pensa di riuscire a prendere in giro? Ci vuol far credere che per tutto questo tempo lui è vissuto dentro una campana di vetro, alieno di voci, sospetti, dichiarazioni autorevolissimo che da più d'una parte si venivano facendo?
Ma come fa Andreotti a dire che non ne sapeva nulla? A parte quello che ricorda Sciascia nelle sue interviste, Andreotti ci vuole dire che non mai saputo delle esplicite dichiarazioni del presidente della Repubblica, Pertini, che ripetutamente denuncia collegamenti con paesi stranieri? A prescindere che Pertini ora le sue dichiarazioni le fa anche "fuori casa" (in Spagna, ultimamente, per fare l'ultimo esempio), più d'una volta Pertini ha denunciato oscure manovre destabilizzanti. E i contatti che si diceva avessero Viel e gli elementi genovesi (gli "stalinisti"), delle Brigate Rosse, con i loro frequenti viaggi a Praga? E la famosa intervista a Damato? Andreotti non ci faccia più cretini di quanto non siamo, per favore.
Il fatto che esige una risposta pronta e immediata, è questa: il capo dello stato più volte denuncia legami tra i terroristi e centrali all'estero. Cossiga e Andreotti hanno nulla da riferire, su questo? Anche questo loro silenzio, è parecchio eloquente.
Al segretario del PCI, Berlinguer, possiamo concedere le attenuanti del caso. Siamo, come ha osservato, in periodo elettorale. Un'iniziativa sbagliata, ma "spiegabile".
Diciamo invece che Longo e Cossiga non hanno recato un grande servizio e all'accertamento della verità, e a Berlinguer e al PCI stesso. Elettoralmente parlando, questa sperticata dichiarazione di Cossiga, non la riterremo, se fossimo in Berlinguer, molto utile.
Quello che tuttavia è incredibile, e lo sottolineiamo con tutta la forza di cui siamo capaci, è l'iniziativa di Berlinguer, nella forma e nella sostanza, contro Sciascia. Ma è una cosa questa tutta da ridere se non fosse stata fatta con la solennità e l'austerità con cui il segretario del PCI accompagni i suoi gesti. Possibile che Berlinguer, i suoi consiglieri, i suoi avvocati, non si rendano, non si siano resi contro di quanto sia ridicolo l'aver sporto questa querela? Ridicolo e manovra, anch'essa, elettorale.
Ma al di là di tutto, vogliamo denunciare con forza e con chiarezza che sempre più appare un tentativo di sabotare la commissione. Sono questioni grosse, ma vanno dette. C'è grande polemica sul fatto che i verbali Peci sono stati divulgati, ma nessuno presenta attenzione a quello che Peci sostiene. Ebbene, dalla lettura di quei verbali si trae una cosa: che fino ad ora la magistratura e gli inquirenti hanno seguito una direzione sbagliata, nelle loro indagini. Si trae che con Moro, il prof. Negri, Piperno, Pace, gli arrestati del 7 aprile e del 21 dicembre non c'entrano nulla. Si trae che è scandaloso questo protrarsi della detenzione Negri e Piperno, ampiamente scagionati da Peci.
Ma si trae anche qualcosa d'altro.
Che Moro, nel periodo del suo sequestro, non era impazzito. Che era anzi uomo lucido, che le sue lettere non erano dettate da vigliaccheria, che anzi si doveva riconoscere (come invece non si è fatto), piena legittimità a quello che Moro sosteneva. Viene alla luce che le Brigate Rosse forse erano disposte a lasciare libero Moro; viene fuori che il comportamento dei partiti della cosiddetta "fermezza" era errato. E' questo che si trae dalla lettura dei verbali di Peci.
E allora è chiaro che si vuole bloccare la commissione d'inchiesta. Si vuole, per esempio, che Peci non sia interrogato dai commissari dell'inchiesta come Sciascia ha chiesto. Si vuole, in definitiva, screditare questa commissione, impedire che accerti la verità su quei terribili 55 giorni. E' questo che si teme, ed è per questo che si solleva, come si è sollevato, tanto polverone, strumentale e demagogico.