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Merzagora Cesare - 11 giugno 1980
L'astensione dei radicali
di Cesare Merzagora

SOMMARIO: "Il predicato assenteismo di Pannella" può essere "gravido di incognite", anche per il Partito radicale. Il tentativo di "appropriarsi" delle "astensioni" passate oltreché future è una "furberia abbastanza comprensibile", ma a lungo andare non "fruttifera" per i suoi interessi, come una speculazione borsistica "pericolosa". Il 3,5% dei voti ottenuti nel 1979 potrebbe non rientrare più: "è stato temerario" "l'aver imbucato questa strada", e varrà la pena osservare la cosa anche in avvenire "data la mole, diventata mostruosa, di quello che è stato definito... il terzo partito".

(»La Repubblica 11 giugno 1980 - ripubblicato in "I RADICALI: COMPAGNI, QUALUNQUISTI, DESTABILIZZATORI?", a cura di Valter Vecellio, Edizioni Quaderni Radicali/5, 1981)

Nella ridda dei commenti, tutti naturalmente compiaciuti, di molti personaggi anche sulla base di confronti piuttosto tendenziosi con i dati più convenienti, c'è una posizione che a mio giudizio merita un esame particolarissimo e più approfondito e che riguarda le »conseguenze piuttosto serie del predicato assenteismo da parte di Pannella, che io ritengo gravide di incognite, soprattutto per il partito radicale.

Indubbiamente la manovra, peraltro un po' grossolana, puntava sul sicuro, mirando ad appropriarsi oltreché delle future astensioni, schede bianche o schede nulle anche di quelle passate solitamente abbondanti esistenti da sempre da parte degli »abbonati a questo tipo di manifestazione.

Ma questa è in fondo cosa di scarsa importanza ed è una furberia abbastanza comprensibile e persino elementare. Ritengo però, entrando nel sodo, che a lungo andare il partito radicale abbia impostato un'operazione non fruttifera per i suoi reali interessi politici futuri.

Se dovessi giudicare e definire quest'operazione con l'occhio ed il linguaggio del banchiere, direi che il partito radicale, con l'operazione »astensione , ha venduto i suoi voti »a pronti per ricomprarli »a termine e cioè fra qualche anno, alle prossime elezioni politiche. Questo tipo di speculazione, sia con la moneta sia con i titoli, è sempre pericolosa ed abbiamo visto in campo finanziario che numerosi errori sono costati agli operatori sonno e denaro.

Sta di fatto che il 3,5% dei voti ottenuti dal partito radicale nel 1979 sono stati messi in frigorifero o ceduti agli altri partiti, al monte schede bianche, o nulle, in proporzioni tutte forzatamente ignote. Quando il partito radicale dovrà »richiamare questi voti per le future elezioni politiche, potrebbe avere la sorpresa di non recuperarli più, per lo meno nella stessa misura. Coloro che hanno votato socialista o per qualsiasi altro partito possono anche averci preso giusto e sono stati comunque dirottati, e per un periodo non breve, dagli interessi reali del partito radicale; la richiesta »a termine di questi voti può quindi costare cara per una diminuzione di voti che potrebbero rientrare all'ovile radicale piuttosto in ordine sparso e non a plotoni affiancati, come tante pecorelle disordinate e in parte smarrite.

E' stato un po' temerario da parte del pur abilissimo Pannella l'aver imbucato questa strada, non seguito da tutti i suoi, e di aver così diviso, proprio alla vigilia del voto, la massa variegata dei suoi simpatici amici.

Sarà un'operazione da seguire con molta attenzione anche in avvenire data la mole, diventata mostruosa, di quello che è stato giustamente definito il terzo partito italiano (quello dei malcontenti sdegnosi).

Vedremo nelle future elezioni politiche come si comporteranno i radicali veri, e cioè gli astensionisti politici, e come si suddivideranno i componenti di una gran massa di elettori in cerca di collocamento; vedremo cioè se la speculazione della vendita »a pronti con riacquisto »a termine chiuderà in utile o in perdita. Quali saranno poi le conseguenze numeriche per il partito socialista?

Non oso fare previsioni.

 
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