di Marco Pannella, Jean Fabre, Gianfranco Dell'AlbaSOMMARIO: Lettera aperta a Giovanni Bersani, deputato europeo, Co-presidente del Comitato Paritetico ACP-CEE, per protestare contro la gestione della riunione del Comitato Paritetico a Freetown (Sierra Leone) e per informarlo conseguentemente di declinare l'invito rivoltogli di partecipare ad un pranzo alla presenza del capo di stato di quel paese.
(Lingua dell'originale: italiano)
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LETTERA APERTA DELLA DELEGAZIONE DEL PARTITO RADICALE AL COMITATO PARITETICO ACP-CEE AL COPRESIDENTE GIOVANNI BERSANI
Freetown, 25 febbraio 1981
Signor Copresidente,
noi non ci sediamo a tavola con i bari, né accettiamo il cibo da chi ci toglie con la violenza morale e giuridica ogni diritto, e quello, elementare, alla parola.
E' per questo che non accettiamo l'invito a cena all'hotel Mammy-Yoko: perché ci è giunto anche a sua firma.
Saremmo stati felici e commossi di esserci se nostro ospite fosse stato solamente S.E. Samuel Pratt, ministro dell'Industria e del Commercio della Repubblica della Sierra Leone, nostro copresidente ad interim. In ogni luogo del mondo spezzare insieme il pane è un atto di amicizia e di civiltà che non possiamo fare con lei.
Lei ci ha impedito, con il suo vice Pearce, delegato del partito amico delle multinazionali e dei guerrafondai, di prendere la parola alla quale abbiamo diritto, lei ci ha perfino negato i servizi tecnici dovuti, interpreti, traduzioni, lei ha perfino occultato proposte di risoluzione che avevamo presentato conformemente al nostro Regolamento e secondo ogni tradizione parlamentare.
Lei è un esperto della politica del bastone e della carota. Poiché non accettiamo la carota che si da a tutti i clienti della politica del riarmo e della fame, tradendo le sue funzioni di copresidente, tornando ad essere alla luce del sole un uomo di parte (e di quale...), lei ha usato il bastone per impedire che noi potessimo parlare dinanzi alla stampa, ai delegati fratelli dei paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico.
Lei ha cosi tentato di non far sapere, qui in Africa, qui in Sierra Leone, che fra i deputati ed i partiti europei presenti a questa riunione vi è chi chiedeva a questo comitato paritetico di opporsi alla politica dei nostri governi, che condannano alla morte per fame, quest'anno, almeno trenta milioni di persone, per poter fornire alla infame industria della guerra e della morte altri miliardi di dollari, un decimo dei quali basterebbere per dare sviluppo e benessere a tutte le persone del mondo.
Naturalemente questo non è un attacco privato alla sua persona. Ma è un attacco politico a quel che lei rappresenta e a quel che lei ha fatto, in modo cosi chiaro e poco limpido, contro la causa del diritto e della democrazia, e quella della vita.
D'altra parte, signor copresidente, noi apparteniamo ad un partito povero e onesto, forte di questo.
Noi non siamo dei parlamentari-turisti che si occupano della fame nel mondo solamente quando possono farlo nei grandi alberghi che sorgono in mezzo ai deserti della fame, della sete, della povertà, prodotti dai potenti del mondo che voi cosi bene rappresentate.
Siamo qui interamente a nostre spese private, viaggio e soggiorno compreso. E ne siamo fieri, anche se costa moltissimo: non vogliamo il vostro denaro.
Marco Pannella
Jean Fabre
Gianfranco Dell'Alba