SOMMARIO: L'azione del Partito radicale per ottenere la liberazione del giudice Giovanni D'Urso rapito dalle "Brigate rosse" il 12 dicembre 1980 e per contrastare quel gruppo di potere politico e giornalistico che vuole la sua morte per giustificare l'imposizione in Italia di un governo "d'emergenza" costituito da "tecnici". Il 15 gennaio 1981 il giudice D'Urso viene liberato: "Il partito della fermezza stava organizzando e sta tentando un vero golpe, per questo come il fascismo del 1921 ha bisogno di cadaveri, ma questa volta al contrario di quanto è accaduto con Moro è stato provvisoriamente battuto, per una volta le BR non sono servite. La campagna di "Radio Radicale che riesce a rompere il black out informativo della stampa.
("LA PELLE DEL D'URSO", A chi serviva, chi se l'è venduta, come è stata salvata - a cura di Lino Jannuzzi, Ennio Capelcelatro, Franco Roccella, Valter Vecellio - Supplemento a Notizie Radicali n. 3 - marzo 1981)
La dichiarazione all'ANSA di Lorena D'Urso (13 gennaio)
(ANSA) Roma, 13 gennaio - La figlia del magistrato, Lorena D'Urso, ha diffuso una dichiarazione in cui risponde ai commenti fatti da alcuni giornali sulla Tribuna Politica che il Partito Radicale ha richiesto e poi ceduto alla famiglia D'Urso. "Affermo - dice la ragazza - di non essere stata costretta da nessuno a leggere alla televisione il comunicato di Palmi. L'ho fatto di mia volontà al solo scopo di salvare mio padre esaudendo in
qualche modo le richieste delle BR".
Un commento di Maria Fida Moro (``Panorama'' 2 febbraio)
Per uno Stato democratico la tutela della vita e della sua qualità è un bene primario. Altrimenti, estendendo il concetto fino alle sue estreme conseguenze e adottando la scusa di lasciar morire uno per la salvezza di molti, ci si può ritrovare a dover giustificare i lager, l'eliminazione dei vecchi, dei malati incurabili, degli handicappati eccetera. Per un cristiano, poi, la vita umana ha un valore assoluto imprescindibile. E di conseguenza mi lascia sempre stupita l'atteggiamento di chi, schierandosi in nome del cristianesimo contro l'aborto, non ha poi scrupoli a calpestare la vita umana innocente pur di dimostrare di aver mantenuto fede a dei principi astratti o addirittura ai propri preconcetti. A leggere alcune recriminazioni si ha quasi la sensazione che alcuni sarebbero stati più contenti se il giudice D'Urso fosse morto pur di poter dire "avevamo ragione noi".
In ultimo voglio aggiungere che mi ha meravigliato lo scalpore suscitato dall'operazione in televisione di Lorena D'Urso. Io ho avuto un tuffo al cuore, mi sono addirittura sentita male perché capivo anche troppo bene cosa provava, ma non mi sono scandalizzata. Sarebbe stato criminale, e non soltanto scandaloso, che Lorena non avesse avuto spazio sufficiente per aiutare suo padre nella forma e nei modi richiesti dall'urgenza del momento particolare che stava vivendo. Per salvare una vita umana si può e si deve fare qualsiasi cosa lecita. Se fosse potuto servire a salvarlo, anche io, come Lorena, avrei volentieri gridato che mio padre era un...
"Maria Fida Moro"