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Gruppo Parlamentare Radicale - 1 marzo 1981
LA PELLE DEL D'URSO: (40) Le proteste dei parlamentari radicali sul processo verbale della seduta precedente (14 gennaio)

SOMMARIO: L'azione del Partito radicale per ottenere la liberazione del giudice Giovanni D'Urso rapito dalle "Brigate rosse" il 12 dicembre 1980 e per contrastare quel gruppo di potere politico e giornalistico che vuole la sua morte per giustificare l'imposizione in Italia di un governo "d'emergenza" costituito da "tecnici". Il 15 gennaio 1981 il giudice D'Urso viene liberato: "Il partito della fermezza stava organizzando e sta tentando un vero golpe, per questo come il fascismo del 1921 ha bisogno di cadaveri, ma questa volta al contrario di quanto è accaduto con Moro è stato provvisoriamente battuto, per una volta le BR non sono servite. La campagna di "Radio Radicale che riesce a rompere il black out informativo della stampa.

("LA PELLE DEL D'URSO", A chi serviva, chi se l'è venduta, come è stata salvata - a cura di Lino Jannuzzi, Ennio Capelcelatro, Franco Roccella, Valter Vecellio - Supplemento a Notizie Radicali n. 3 - marzo 1981)

SEDUTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI DEL 14 GENNAIO

Le proteste dei parlamentari radicali sul processo verbale della seduta precedente

"Cicciomessere". Chiedo di parlare sul processo verbale

"Presidente Iotti". Ne ha facoltà.

"Cicciomessere". In effetti, la gioia di questi momenti, perché la vita ha vinto contro la morte, ha vinto contro chi voleva edificare sulla morte oscuri disegni, mi consiglierebbe forse di non intervenire su questioni abbastanza squallide e volgari; ma intendo anche in questo momento far applicare integralmente il regolamento, come gesto di massimo rispetto nei confronti del Parlamento.

Parlo ai sensi degli articoli 32, 58, 59 e 60 del regolamento, innanzitutto per chiarire il mio pensiero cui si riferisce il processo verbale che il collega segretario ha letto.

Signora Presidente, ieri intendevo chiedere una sospensione dei nostri lavori per 20 minuti, per consentire a tutti i deputati di riflettere sull'ordine dei lavori, a partire da una comunicazione che era pervenuta in quel momento: cioè da una lettera del dottor D'Urso, che tutti speriamo sia in questo momento libero e sano. Ebbene, la Presidente di turno, collega Maria Eletta Martini, mi ha impedito di esprimere integralmente questo pensiero ed in particolare mi ha impedito di leggere e quindi di comunicare ai colleghi il contenuto di questa missiva.

Non mi è stata consentita la lettura del comunicato

Vorrei ricordare come proprio in una Conferenza dei capigruppo, in una delle ultime alla quale avevo partecipato, il Presidente Scalfari... ("Si ride") Scalfaro, "pardon", non intendo affatto confonderla... aveva posto il problema se era ammissibile, in questa sede parlamentare, leggere dei documenti. Lei, signora Presidente ricorda?, disse, più o meno testualmente, che il Presidente nulla poteva fare in merito, non poteva impedire ad un deputato di dire ciò che voleva (e la questione si chiuse lì). Mentre, per ragioni che non comprendo, ieri, nel momento in cui dovevo poter utilizzare integralmente il tempo che mi assegna il regolamento, e precisamente l'articolo 41, non mi è stato consentito leggere il comunicato. In seguito al tentativo di lettura del comunicato è stato preso quel provvedimento di espulsione che conosciamo. Questa è la prima questione. Intendo quindi chiarire sia il mio pensiero sia il mio dissenso nei confronti della decisione presa.

Il secondo problema attiene agli articoli del regolamento citati. Nel corso della seduta di ieri alcuni colleghi hanno pronunciato parole gravemente offensive nei miei confronti e nei confronti del Gruppo parlamentare radicale. Il collega, se così si può chiamare, Giglia, ha gridato - leggo dal "Resoconto stenografico" - "infami, complici, assassini". Non so se questo fosse un trasferimento inconscio. Il collega Fracchia mi ha gridato: "brigatista"! Alici (non so chi sia) ha corretto il collega Fracchia, o chi per lui, dicendo: "no, è un nazista ed un fascista!". Il collega Giglia ha poi aggiunto: "Sono complici degli assassini: lo denuncio qui!". Trebbi Aloardi ha detto: "Fuori i complici degli assassini! Fuori dall'aula". Poi, grida da parte del gruppo comunista che suonavano: "brigatista buffone". Queste sono le frasi che la Presidente di turno ha consentito. Sono certamente, questi, comportamenti squadristi, fascisti ("Commenti da destra") il nuovo squadrismo ed il nuovo fascismo certo, ci sono infatti v

ari e diversi fascismi in questo momento.

Devo rilevare, signora Presidente, il comportamento della Presidente di turno; e comunque chiedo, ai sensi dell'articolo 59 del regolamento, la nomina di una Commissione di indagine la quale giudichi la fondatezza delle accuse che mi sono state rivolte e cioè di essere un brigatista, un fascista ("Commenti a destra") un assassino, un complice di assassini e così via. Probabilmente anche il Presidente del Consiglio Forlani potrà comunicare all'Assemblea se esistano elementi in questa direzione.

Altra questione.

"Roccella". Ti hanno detto anche buffone!

"Cicciomessere". Certo, non ti preoccupare, credo che per molti in quest'aula non vi sia neanche bisogno del giurì d'onore per determinarlo o stabilirlo. Non solo per quanto riguarda il ``buffone'' ma anche per altre cose.

"Presidente Iotti". Onorevole Cicciomessere, lei, in realtà, sta parlando, più che sul processo verbale, per fatto personale; non vorrei, però, che ne creasse altri nei suoi confronti. La prego di continuare.

"Boato". E' stato creato dal collega e non da lui!

"Presidente Iotti". Non sto discutendo su questo; Onorevole Cicciomessere la prego però di continuare.

"Tessari Giangiacomo". Lo richiami all'ordine, signor Presidente!

"Cicciomessere". Io penso, signora Presidente, che lei neanche in questi momenti coglie la buona occasione di tacere ("Commenti").

"Presidente Iotti". Onorevole Cicciomessere, non so se è venuto qui...

"Cicciomessere". Neanche in questi momenti... ("Vivi commenti").

"Presidente Iotti". ... con l'animo...

"Cicciomessere". Io vengo interrotto da un deputato e lei cosa trova di meglio? Ma come sempre, signora Presidente...

"Presidente Iotti". Onorevole Cicciomessere, la prego di smettere, altrimenti sarò costretta ad espellerla nuovamente dall'aula ("Applausi all'estrema sinistra e al centro").

"Cicciomessere". Appena ha sentito un collega...

"Presidente Iotti". Sarò costretta ad espellerla per la seconda volta, Onorevole Cicciomessere. Debbo pensare che lei è venuto qui con questo intento e non con altri! Continui e la prego di non fare altre provocazioni.

Martelli: Ce ne andiamo tutti

"Martelli". Ce ne andiamo tutti!

"Cicciomessere". Da svariati giorni sono fatto oggetto di ingiurie, di insulti, di violenze fisiche dentro e fuori di quest'aula: l'unico gesto che la Presidenza di questa Camera ha compiuto, l'unica sanzione che ha adottato è stata quella di espellermi dall'aula.

"Una voce all'estrema sinistra. E ha fatto bene!"

"Presidente Iotti". Onorevole Cicciomessere, lei legge la sua posta?

"Cicciomessere". L'ho letta, signora Presidente, e conosco anche i precedenti.

"Presidente Iotti". Onorevole Cicciomessere, lei sa benissimo che la Presidenza ha incaricato il Collegio dei questori di fare un'inchiesta sulle questioni che la riguardano e in base ai risultati di questa inchiesta...

"Cicciomessere". Signora Presidente, in altri casi i provvedimenti sono stati adottati velocemente!

"Presidente Iotti". ... saranno prese le deliberazioni necessarie. In altri casi si è sempre proceduto così.

"Cicciomessere". Il questore Pucci ha potuto constatare in prima persona quello che è successo ieri.

"Presidente Iotti". Questo il questore Pucci lo dirà: ma che c'entra?

"Cicciomessere". Come, che c'entra?

"Presidente Iotti". Cosa c'entra? Lei vuole creare anche oggi un altro incidente, mi consenta: è tanto chiaro!

"Cicciomessere". Io sto parlando ai sensi del regolamento che lei, sicuramente, conosce bene.

"Presidente Iotti". Allora continui a parlare, Onorevole Cicciomessere.

"Cicciomessere". Ieri - come anche lei ha fatto poco fa - di fronte agli insulti, non contro coloro che si rivolgevano verso di me con quelle parole, con quelle violenze, con gli sputi e con il lancio di oggetti (come il questore Pucci potrà testimoniare) ma contro di me sono stati adottati i provvedimenti che lei conosce, signora Presidente. Questa situazione si è già ripetuta altre volte: abbiamo avuto modo di protestare inutilmente per altre violenze che abbiamo subito allora da parte della polizia senza che vi fosse nessun adeguato intervento per salvaguardare le prerogative parlamentari. Già allora dicemmo che non intervenire significava consentire, dare licenza...

"Presidente Iotti". Onorevole Cicciomessere, le ricordo che lei sta parlando sul processo verbale: pertanto la prego di riferirsi ad esso!

"Cicciomessere". Mi riferisco al processo verbale, nonché agli articoli 58, 59 e 60 del regolamento.

"Presidente Iotti". E' sul processo verbale di ieri che lei ha avuto la parola.

"Cicciomessere". Ho colto questa occasione per intervenire oltre che sul processo verbale anche su gli articoli 58 (cioè sul giurì d'onore), 59 e 60.

"Presidente Iotti". Ma nessuno contesta questi articoli!

"Cicciomessere". In proposito vorrei dire che il fatto che non sia stata presa nessuna iniziativa in quel frangente e nel corso di quegli altri atti teppistici che ho avuto modo di denunciare, ma che anzi si continui (come si continua in questo momento) a denunciare come atteggiamento provocatorio quello di chi riceve le provocazioni e le violenze, comporta chiaramente una licenza, per quei gruppi che si comportano in tale maniera, di proseguire in questi atteggiamenti fascisti e teppistici.

Credo che, come nel passato, lei non farà niente, come quando i colleghi ed i compagni deputati radicali furono violentati ("Generali commenti - Ilarità"), furono ingiuriati, subirono violenze o dalla polizia o dai colleghi. Credo che in questo Parlamento, più che parlare di riforme istituzionali, regolamentari e così via, si dovrebbe applicare il regolamento, cosa che non viene fatta.

So che lei non tiene in nessun conto le opinioni del Gruppo radicale, come non le ha tenute in contro nel passato: per quanto mi riguarda mi basta - per coloro che rileggeranno i nostri atti parlamentari, di ieri e di oggi - che lei vi sia ricordata per quello che anche oggi vi è scritto. Grazie, signora Presidente.

"Pinto". Chiedo di parlare sul processo verbale.

"Presidente Iotti". Ne ha facoltà

"Pinto". Signor Presidente, ho chiesto di intervenire sul processo verbale, ma non ho molta voglia di farlo, in quanto una collega mi ha chiesto di farne a meno ed il collega Catalano mi ha detto: "Pure tu...". Posso continuare, signor Presidente?

"Presidente Iotti". Onorevole Pinto, nessuno le ha tolto la parola. Quindi, la prego di cominciare, più che di continuare. Infatti, non ho sentito quanto ella ha detto, perché parlava con un tono di voce particolarmente basso.

"Pinto". I commenti rendono sempre le cose più difficili, signor Presidente.

Intervengo sul processo verbale non solo perché a pagina 9 ed in altre pagine del resoconto stenografico del 13 gennaio 1981 è riportato il mio nome (ad esempio, a pagina 9 si parla di "scambio di apostrofi tra il deputato Baldassari e il deputato Pinto"), ma anche perché alcuni giornali hanno riportato ciò che è accaduto ieri in aula.

Signor Presidente, all'inizio di questo dibattito dissi - e penso di averlo fatto con animo sereno - che non ero venuto in quest'aula con nessuna certezza, ma solo con molta speranza. Però, questa è l'aula del Parlamento. A quest'aula, agli uomini e alle donne che siedono in quest'aula, al di là di quello che si dice, il paese guarda ancora, e con molta attenzione. E le cose che si dicono in questa aula, signor Presidente, devono avere un significato; dobbiamo dare ad esse un significato. Mi rendo conto che ieri sera si è avuto un momento di grossa tensione e che in quest'aula se ne sono dette di grosse.

Ma non per questo non bisogna riflettere e non bisogna riconsiderare le questioni. Nei nostri confronti, ed anche nei miei, signor Presidente - e questa è la ragione delle "apostrofi tra il deputato Baldassari ed deputato Pinto" -, si è detto ad alta voce e con molta sicurezza, tanto che la stampa ha potuto riprendere, che alcuni parlamentari, che alcuni uomini ed alcune donne di questo Parlamento sono brigatisti. Deve aver senso o no continuare a stare in quest'aula? Se ha senso, dobbiamo capire se debbano avere un senso ed anche un valore le parole. Io non le chiedo, signor Presidente, nessun intervento; non saprei cosa chiederle: un giurì d'onore non avrebbe senso. Prendo la parola per far sì che si possa meditare sul fatto che, nel momento in cui tra le gente la parola ``brigatista'', seguìta dalla parola ``assassino'', significa morte, o questa parola viene usata con forza e convinzione in questo Parlamento, oppure, colleghi che la avete usata, è meglio che non lo facciate più, perché rendete un cattivo

servizio non solo a noi, ma anche a voi stessi. Come possono i partiti politici, le forze parlamentari di questo paese dire che ci sono qui dei brigatisti, e poi voltare pagina?

Signor Presidente, io non sto parlando degli sputi, non sto parlando dei tentativi di aggressione, anche se su questo ci dovremmo interrogare tutti. Ieri avremmo potuto dire qualsiasi cosa folle. Voi interpretate le parole dette dalla figlia di D'Urso in un certo modo. Io pensavo che fosse la più grossa sconfitta per le Brigate rosse far vedere alla gente che la figlia di un uomo sequestrato dovesse chiamare ``boia'' il padre. Ciò costituiva il più grosso isolamento! Erano posizioni diverse. Dobbiamo continuare, in questa aula, a parlare circondati dai commessi? Dobbiamo continuare ad assistere al fatto che chi non è d'accordo debba fare la corsa per aggredirti e per sputarti in faccia? Se questo deve avvenire nell'aula di Montecitorio, fuori, tra la gente che non è d'accordo - e si trova in ogni occasione -, come posso non capire, allora, e non giustificare quando alcuni autonomi o qualcun altro, nel corso di assemblee, andavano alla presidenza delle facoltà e picchiavano con bastoni di legno o con altre co

se? Se alcuni parlamentari...

"Presidente Iotti". Onorevole Pinto, mi scusi se la interrompo. Mi sono fatta dare il "Resoconto stenografico" della seduta di ieri e trovo semplicemente...

"Pinto". Signor Presidente, nel resoconto - e chiedo scusa - non è riportato quello che è successo nei miei confronti.

"Presidente Iotti". Mi lasci finire. Onorevole Pinto, nel "Resoconto stenografico" della seduta di ieri, a pagina 9, figura soltanto uno "scambio di apostrofi tra il deputato Baldassari e il deputato Pinto". Punto e basta! Non vi sono quindi, in questo caso, le condizioni perché sia ammesso un intervento sul processo verbale.

"Pinto". Signor Presidente...

"Presidente Iotti". Mi spiace, onorevole Pinto, ma non glielo posso concedere...

"Pinto". ...ieri mi si diceva che devo andare a Trani da carcerato e non da parlamentare ed io ho risposto...

"Presidente Iotti". Onorevole Pinto, mi dispiace ("Vive proteste del deputato Pinto"), non ricorrono i termini per un suo intervento sul processo verbale. Onorevole Pinto, mi dispiace ma debbo toglierle la parola. Onorevole Aglietta... Si accomodi, onorevole Pinto. Onorevole Aglietta, la prego...

"Pinto". Signor Presidente, il processo verbale è parziale e limitato!

"Cicciomessere" Sta proponendo correzioni al processo verbale!

"Presidente Iotti". Onorevole Pinto, non posso consentirle di parlare, perché nel "Resoconto stenografico" non sono registrati epiteti. La prego di accomodarsi! Non si può dare la parola sul processo verbale per questo... La prego di sedersi.

"Cicciomessere". Questa il regolamento non lo conosce!

"Pinto". Voglio dire perché smetto di parlare.

"Presidente Iotti". Lei non deve dire perché smette di parlare dato che non ha ragione di parlare. Onorevole Aglietta se intende parlare sul processo verbale lo faccia.

"Aglietta". Signora Presidente, colleghi, siamo in situazioni molto difficili ed io ritengo che gli episodi che accadono alla Camera non contribuiscano ad affrontare i problemi che nella coscienza di tutti esistono, rispetto ai quali mi auguro tutti intendano muoversi.

Voglio parlare sul processo verbale e voglio chiarire - non è stato consentito al collega Pinto - che egli, nei quotidiani, ha trovato riportate frasi che ieri gli sono state indirizzate in questa Assemblea; non le ha ritrovate nel processo verbale e chiedeva pertanto che vi fossero inserite. Questo per chiarezza e per puntualità rispetto ad una situazione.

"Presidente Iotti". Onorevole Aglietta, lei sa benissimo che quello che non è registrato nel "Resoconto stenografico" non può formare oggetto di richiamo sul processo verbale. Lo sa meglio di me. Allora continui pure per ciò che la riguarda.

"Aglietta". Sarò rapidissima per quanto mi riguarda. A pagina 4 dello stenografico di ieri, dopo aver chiesto la parola sull'ordine dei lavori, mi sono state attribuite dalla Presidente di turno Martini alcune cose che non erano nel mio pensiero. Come prima cosa mi si è detto: "Onorevole Aglietta, non mi costringa a toglierle la parola!", quando già mi era stata tolta e nel momento in cui non avevo fatto nulla perché mi venisse tolta, ma avevo semplicemente annunciato un richiamo sull'ordine dei lavori. La Presidente di turno Martini ha successivamente detto: "Mi faccia la richiesta sull'ordine dei lavori, ma non mi legga messaggi!". Chiarisco che non era mia intenzione leggere messaggi, tanto meno alla Presidente Martini; era mia intenzione motivare il richiamo sull'ordine dei lavori e ciò non mi è stato consentito.

La Presidente Martini ha poi aggiunto: "Se la richiesta serve a far passare qualcosa di diverso, non posso consentirle di parlare!". Signora Presidente, sono dichiarazioni gravi ed io non intendo e non ho mai inteso in quest'aula far passare nulla di diverso dal mio pensiero. Ed ho sempre usato parole mie o di altri che ritenevo importanti per chiarire appunto il mio pensiero e nelle quali potevo riconoscermi. Altrettanto ho tentato di fare ieri, ma mi è stato impedito, perché ho iniziato - dice la Presidente Martini - a leggere un documento. Non è previsto da alcun articolo del regolamento che non sia possibile leggere documenti, e quindi ritengo che si sia andati contro il regolamento.

Ci sono ancora altri fatti: durante il mio tentativo di parlare la Presidente Martini, mi ha tolto la parola, facendo così propria la tesi di una parte, di un gruppo che richiedeva a gran voce - come testimonia anche lo stenografico - di non farmi parlare. La Presidente Martini, su sollecitazione di questo gruppo che non tollera più, secondo metodi stalinisti che gli sono propri, che si possa parlare e dissentire da quelle che sono le sue posizioni e la sua linea politica, la Presidente Martini - dicevo - così facendo si è resa interprete della volontà di una parte del Parlamento.

Ed allora il mio gruppo mi ha formalmente incaricato di chiudere questo mio intervento sul processo verbale rilevando che quanto si è verificato nella Camera dei deputati, dal 1979 ad oggi, aggravandosi proprio negli ultimi giorni, ci impone, per chiarezza, di affermare in quest'aula che i deputati radicali singolarmente, ed il gruppo radicale nel suo insieme, non si sentono garantiti, nell'esercizio dei diritti e nell'adempimento dei doveri spettanti a ciascun deputato, dalla Presidente di questa Assemblea. E' una affermazione grave, Presidente, di cui ci assumiamo, tutta intera, la responsabilità ed è particolarmente dolorosa - mi creda - per chi come noi crede nel valore delle istituzioni e nell'alto compito di chi le rappresenta e per chi, come noi, con le azioni, ha costantemente fatto del Parlamento il centro del sistema democratico. Ma sarebbe ipocrita sottacere il silenzio del Presidente nelle circostanze in cui sarebbe stato doveroso il suo intervento, a garanzia dei diritti dell'opposizione di sini

stra, che noi rappresentiamo in questa aula, o addirittura l'avallo da essa dato ad interpretazioni regolamentari fornite all'unico scopo di impedire ai deputati radicali e agli eventuali dissenzienti degli altri gruppi di esercitare i diritti previsti dalla Costituzione e dal regolamento.

Da ultimo, quello che si è verificato ieri costituisce un fatto di inaudita gravità, nell'indirizzo adottato dalla Presidenza nei nostri confronti, l'ultimo anello di una catena di comportamenti che hanno informato tutta l'VIII legislatura. Non solo non si sono represse le intemperanze, le aggressioni verbali e fisiche, gli insulti...

"Presidente Iotti". Le ricordo il processo verbale, Onorevole Aglietta.

"Aglietta". Ho finito, signora Presidente. Dicevo, gli insulti, le calunnie, il lancio di carte e di altri oggetti da parte di deputati, in particolare ed in forma massiccia da parte di quelli comunisti, nei confronti dei deputati radicali che, legittimamente, avevano richiesto ed ottenuto la parola. Ma, addirittura, si è arrivati a privarli del diritto di parlare e di leggere un documento che non proveniva da eversori, da terroristi, ma da Giovanni D'Urso, e che avrebbe potuto - anzi dovuto - rappresentare oggetto di seria meditazione da parte di tutti i deputati presenti.

La denuncia dei radicali: sfiducia alla presidenza

Assumiamo, quindi, signora Presidente - e concludo - la responsabilità - dopo i gravissimi fatti della seduta di ieri, con il comportamento della Presidenza, ingiustificato ed ingiustificabile - di una denunzia che probabilmente non ha precedenti, dichiarando ulteriormente la nostra sfiducia nei confronti della Presidenza. E lo faccio, ripeto, con dolore, consapevoli del gravissimo passo che intraprendiamo, convinti come siamo di contribuire ancora una volta a servire le istituzioni della Repubblica, come sono disegnate dalla Costituzione.

"Presidente Iotti". Onorevoli colleghi, cerchiamo di ragionare con un po' di calma e non sull'onda di sentimenti o di animosità che, certo, non ci fanno vedere con molta chiarezza le cose. Vorrei semplicemente ricordare ai colleghi che quando succedono in aula momenti di tensione come quelli verificatisi ieri, è inutile che i colleghi pensino che la Presidenza sia in grado di percepire tutte le parole che vengono scambiate fra i banchi dei singoli settori dell'aula. Debbo ricordare - lo faccio proprio perché mi riguarda personalmente - un'apostrofe (usiamo questo termine!) lanciata non molto tempo fa contro il Presidente, che non ho assolutamente percepito a causa del clamore esistente nell'aula. Era quindi molto difficile per il Presidente di turno Martini percepire chiaramente ogni frase pronunziata in quella fase della seduta ieri: io stessa, del resto, che ascoltavo lo svolgimento della seduta via radio non sono riuscita a percepire nessuna di quelle parole che poi l'Onorevole Cicciomessere ha citato.

Vorrei ricordare inoltre all'Onorevole Cicciomessere che, per quanto riguarda determinati fatti cui egli si è richiamato, ho incaricato il Collegio di questori di svolgere un'inchiesta e di riferire i risultati: spero che lei, Onorevole Cicciomessere, abbia letto, la lettera che io le ho inviato a questo proposito, e mi auguro che tra breve anche lei sia chiamato per dire le sue ragioni in quella sede. Se, infine, lei chiede, a norma dell'articolo 58 del regolamento, la costituzione di una Commissione d'indagine, le ricordo che secondo la prassi la richiesta stessa va formulata per iscritto al Presidente: lei la formuli in questi termini, ed io sarò ben lieta di rispondere alla sua richiesta.

Per quanto riguarda le altre questioni, ed in modo particolare l'affermazione dell'Onorevole Aglietta, debbo dire che ognuno è responsabile di quello che dice: lei Onorevole Aglietta, si assume quindi la responsabilità delle affermazioni fatte a nome del suo gruppo. Mi auguro che ci sia qualcuno così volenteroso da sfogliare i resoconti dell'ottava legislatura: colui che avrà questa pazienza si accorgerà che i diritti dei deputati radicali sono ben lungi dall'essere stati conculcati, o in qualche modo vilipesi, e che i deputati radicali hanno svolto ampiamente, molto ampiamente, in questa Assemblea, il loro mandato. Non mi sento quindi assolutamente toccata... ("Interruzione del deputato Aglietta"). Onorevole Aglietta, la prego: lei ha parlato a suo tempo, ora parlo io! ("Proteste del deputato Aglietta"). Non mi sento, dicevo, assolutamente toccata da quelle sue parole.

Penso che, a questo punto, se non vi sono altre osservazioni, il processo verbale possa intendersi approvato.

"Cicciomessere". Bisognerebbe metterlo in votazione!

("Il processo verbale è approvato").

 
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