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D'Urso Franca - 1 marzo 1981
LA PELLE DEL D'URSO: (41) La telefonata di Franca D'Urso a Radio Radicale (13 gennaio)

SOMMARIO: L'azione del Partito radicale per ottenere la liberazione del giudice Giovanni D'Urso rapito dalle "Brigate rosse" il 12 dicembre 1980 e per contrastare quel gruppo di potere politico e giornalistico che vuole la sua morte per giustificare l'imposizione in Italia di un governo "d'emergenza" costituito da "tecnici". Il 15 gennaio 1981 il giudice D'Urso viene liberato: "Il partito della fermezza stava organizzando e sta tentando un vero golpe, per questo come il fascismo del 1921 ha bisogno di cadaveri, ma questa volta al contrario di quanto è accaduto con Moro è stato provvisoriamente battuto, per una volta le BR non sono servite. La campagna di "Radio Radicale che riesce a rompere il black out informativo della stampa.

("LA PELLE DEL D'URSO", A chi serviva, chi se l'è venduta, come è stata salvata - a cura di Lino Jannuzzi, Ennio Capelcelatro, Franco Roccella, Valter Vecellio - Supplemento a Notizie Radicali n. 3 - marzo 1981)

La telefonata di Franca D'Urso a Radio Radicale (13 gennaio)

Vorrei innanzitutto ringraziare affettuosamente Leonardo Sciascia, Eleonora Moro, Stella Tobagi, Andrea Casalegno, gli amici radicali e tutti coloro che in queste ore drammatiche mi stanno aiutando. Attraverso Radio radicale mi rivolgo agli ascoltatori, a tutti i giornalisti, a chi oggi ritiene che la vita di mio marito vale di più di un foglio di carta. Vi chiedo umilmente, con amarezza, di volermi ascoltare ancora una volta.

Oggi, il "no" di alcuni giornali significa solo il sacrificio della vita di mio marito. Io e le mie figlie non possiamo e non vogliamo credere che la vita di mio marito sia oggi legata ad alcune colonne di giornale, di quegli stessi giornali che per anni hanno dedicato intere pagine a questi stessi argomenti. Mi sembra tutto così assurdo. Oggi non si chiede uno scambio di prigionieri, non si tratta di intaccare lo Stato e le sue leggi: i giornali sono privati e, pur se hanno delle ragioni che io posso anche rispettare, potrebbero sospenderle, almeno per un giorno, contribuendo così, nella forma umanitaria più elementare, alla salvezza di una vita che io vi chiedo. Lettori di questi giornali della morte, che oggi si erigono a giudici del destino di mio marito, vi chiedo di farvi sentire, vi chiedo di telefonare a questi giornalisti: non a me - non serve -, ma a loro, a chi ha detto "no". Telefonategli - per posta non c'è più tempo -, telefonategli! Gridate forte con la vostra voce, dite che non condividete un

a scelta fatta sulle vostre teste, che voi non siete per la morte di un padre di famiglia che è innocente, non ha fatto niente di male. Gridate forte, ché i giornali siete voi, voi che li comprate, voi che li leggete, voi che li scrivete. Vi prego umilmente, ancora una volta, uomini e donne oneste e semplici come me, aiutatemi, ho bisogno di voi. Grazie.

"Pannella"

Signora D'Urso, vogliamo, noi, ringraziarla e ringraziarvi per la speranza con la quale non vi siete mai rassegnati un solo momento.

"Franca D'Urso"

La fede ci ha sempre sostenuto.

"Pannella"

Speriamo che questa fede, che è fede nella vita, nella speranza, nella ragione, abbia ragione di questo potere e di questa cattiveria che rischiano di desolarci tutti. Credo che dobbiamo a lei ed a suo marito se altri nomi, di trucidati dalla bestialità degli uni e degli altri, oggi di nuovo tornano a circolare per l'Italia, per creare, domani sera, una serata di vita e di liberazione. Ed è grazie a voi questo successo, e questo è un patrimonio per tutti, signora. Quindi, la ringraziamo e, veramente, siamo assieme in questa notte che speriamo non sia una notte brutta, in un certo senso di passione, ma sia una notte di ragione.

"Franca D'Urso"

Speriamo, me lo auguro per tutti noi, soprattutto per me e per le mie figlie.

 
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