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Sciascia Leonardo - 3 marzo 1981
Il Belice e il terremoto. Un senso di irrealtà
di Leonardo Sciascia

SOMMARIO: L'intervento di Leonardo Sciascia, deputato del gruppo parlamentare radicale, effettuato il 3 marzo 1981 alla Camera dei deputati nel corso del dibattito (risposta e replica ad alcune interpellanze e interrogazioni), sui procedimenti penali in corso per fatti relativi alla ricostruzione della valle del Belice, colpita dal terremoto nel gennaio del 1968.

(QUADERNI RADICALI, n. 11/12, gennaio-giugno 1981)

Signor Presidente, colleghi, signor rappresentante del Governo, avendo vissuto quelle giornate del terremoto nella valle del Belice, il parlarne qui dopo tredici anni mi dà un senso di irrealtà. A quello che ha detto il collega che mi ha preceduto, che e stato molto meticoloso, non ho nulla da aggiungere; anzi, ho da fare mie le sue domande e le sue proteste.

Voglio soltanto ricordare che qualche anno fa all'aeroporto di Palermo mi è stato presentato un ingegnere, che mi hanno detto sovrintendeva alla ricostruzione del Belice. Questo ingegnere, subito dopo la presentazione, mi ha quasi aggredito dicendomi: lei voleva il duca di Camasta. Si riferiva ad un mio articolo, in cui ricordavo che nel terremoto del 1693 il duca di Camasta, che era alter ego del re - una specie di Zamberletti di oggi - si era dato a ricostruire quei paesi splendidamente e velocemente.

Io non volevo il duca di Camasta; volevo che si ricostruisse bene e che non si rubasse. Ma si è cominciato a rubare subito, e anche male, devo dire; perché a volte si ruba anche bene come si è rubato bene nell'Inghilterra vittoriana. Ecco, trovo proprio nella relazione del 20 maggio 1980 un passo di una amenità sconcertante. Si dice: »Occorre riconoscere che si opera tra obiettive e notevoli difficoltà, attesa la vastità dell'intervento statale, sia in senso geografico che finanziario; tenuto conto anche degli interessi diversi, non sempre collimanti, che caratterizzano l'insieme delle operazioni relative alla localizzazione delle opere e alla loro entità .

Questo passo mi pare abbastanza divertente, equivoco e terribile al tempo stesso. Che vuol dire »interessi non collimanti ? Sono interessi di cosca, di cosche o interessi dei poteri pubblici? Io proponendo per l'interpretazione degli interessi di cosca, e credo il relatore abbia voluto dire questo con parole così velate.

C'è un punto che mi sconcerta, e che mi viene segnalato dal collega Mellini: il Governo, che crede al fermo di polizia (noi non ci crediamo, siamo stati sempre contro), non è impressionato dal dato che a Palermo, nel periodo in cui c'è stato - e c'è ancora - il fermo di polizia, è stato effettuato un solo fermo, mentre a Brescia ne sono stati effettuati 115? E una cosa piuttosto impressionante, e voi che credete al fermo di polizia dovreste esserne impressionati più di noi. Il numero dei procedimenti è enorme. Hanno rubato tutti, a quanto pare. Ci sono conflitti di competenze. I magistrati vogliono procedere con cautela. A quanto pare ci sono degli ignoti. E il sottosegretario conclude con l'auspicio. E troppo poco, direi, che il Governo concluda con l'auspicio; l'auspicio lo lasci ai semplici cittadini che non hanno nessun potere e che »hanno l'auspicio che finalmente vada in galera chi ci deve andare, che si chiarisca questa terribile e annosa vicenda.

Toccando un altro punto, ho ricordato il terremoto del 1693 e voglio rammentare che quel terremoto toccò in successione non so se prima la Sicilia e poi la zona, ora terremotata, del Napoletano e dell'Avellinese. So che presso il Ministero dei lavori pubblici esiste un comitato di esperti che consigliano e che con un certo margine di approssimazione prevedono anche. Qui debbo essere molto cauto per non allarmare inutilmente. Vorrei che si tenesse presente, che il ministro dei lavori pubblici tenesse presente, come lo tengono presente gli esperti, il terremoto del 1693, altrimenti direi che le responsabilità del ministro dei lavori pubblici sono da contemplare sotto la specie del Ministero della giustizia. E così ho finito (Applausi dei deputati del gruppo radicale).

 
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