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Veltroni Valerio - 15 marzo 1981
Anche l'ondata radicale è in fase di riflusso?
di Valerio Veltroni

SOMMARIO: A pochi giorni dall'inizio della campagna per i referendum, non si vede ancora "quell'attivismo radicale cui avevamo fatto l'abitudine, "nel bene dell'impegno civile e nel male dell'intolleranza". Il Pr "appare paralizzato". "Che fine hanno fatto 'quelli del '79'"? Segue un tentativo di spiegazione sociologica del successo del '79, che partiva dalle alleanze tra alcuni "settori forti", "settori a reddito inferiore" dell'apparato pubblico, e "giovani esclusi dal lavoro". All'ultimo congresso ci sono state fratture tra "il vecchio gruppo dirigente" e i provenienti "da settori popolari", propensi ad una ulteriore "radicalità delle piattaforme sociali". Va anche ricordata, a proposito della posizione assunta sul terrorismo, la "rottura" tra "il corpo libertario" del partito e i suoi "settori moderati".

(»Paese Sera 15 marzo 1981 - ripubblicato in "I RADICALI: COMPAGNI, QUALUNQUISTI, DESTABILIZZATORI?", a cura di Valter Vecellio, Edizioni Quaderni Radicali/5, 1981)

Mancano ormai pochi giorni all'inizio della campagna elettorale per i referendum, ma quell'attivismo radicale cui ormai, avevamo fatto l'abitudine, non c'è più. Certo, fra pochi giorni avremo i fuochi pirotecnici del Pannella televisivo, ma questo non nasconde che l'elemento di frenetica presenza, di passione che, nel bene dell'impegno civile e nel male dell'intolleranza, aveva contraddistinto la presenza radicale negli ultimi anni, non appare sulla scena.

Lo stesso Pr appare un po' paralizzato, incapace di trovare vie e contenuti propri per caratterizzare la sua presenza nella società, anche se pronto a sfruttare le possibilità che gli offrono l'azione degli altri come nel caso D'Urso. Di fronte a tanta calma la domanda è: »Che fine hanno fatto »quelli del '79 , i protagonisti della ondata radicale? . Molti allora votarono Pr perché si erano sentiti traditi dalla sinistra, dal Pci, durante la solidarietà nazionale. Lo spostamento verso aree radicali, per la risposta politica alle forme della crisi nella società espressa da settori rilevanti dello schieramento rinnovatore del '74-'76. Qui occorre operare una distinzione tra la collocazione critica nata dal mancato successo al lavoro o da condizioni di emarginazione sociale o sottoutilizzazione produttiva (i giovani e le donne) e la collocazione critica nata dal rifiuto della politica di rigore e di emergenza espressa da aree anche estese della realtà lavorativa. Negli ultimi anni del centro-sinistra una parte

della società ha goduto di un regime fiscale favorevole e di larghi spazi di evasione. Il suo rapporto fiscale con lo Stato è stato per lungo tempo definito quasi totalmente dalla tassazione indiretta, dalle tariffe dei servizi. Si tratta in gran parte, di quei lavoratori che sono stati protagonisti delle lotte dal '72 al '76 per l'espansione dei servizi e nello stesso tempo anti-tariffarie e di contrapposizione alle imposte indirette. Dopo il 20 giugno, in tutta la fase della più dura battaglia antinflazionistica e dell'adeguamento tariffario, è maturata in questa parte della società, che pure si era spostata a sinistra nella crisi, una sorta di »rivolta fiscale contro la politica della emergenza a partire dalla propria collocazione sociale, ma anche dal proprio patrimonio di lotte economiche. Questi settori »forti usando politicamente i ritardi e le lentezze della politica di rinnovamento, hanno costruito alleanze all'interno dell'apparato pubblico con i settori a reddito inferiore e nella società con gi

ovani esclusi dal lavoro. Così sono nati »quelli del '79 : un'opposizione a sinistra alla sinistra ed in particolare al Pci. Il Pr raccolse tutto questo nel 1979, ma poi non ha mai lavorato sul carattere »sociale del »dissenso che in esso aveva trovato riferimento. All'ultimo congresso nazionale è nata esplicitamente una frattura tra il vecchio gruppo dirigente e settori del Pr che provenendo da realtà popolari riproponevano la propria adesione in termini di »radicalità delle piattaforme sociali cui il Partito non poteva o sapeva dare risposta e, ancora, bisogna sottolineare il carattere di rottura avuto fra »quelli del '79 dalla posizione assunta sul terrorismo dal Pr che ha separato il corpo libertario da settori moderati che pure (basta ricordare il confronto Pannella-Almirante) erano stati oggetto di una specifica attenzione dei radicali. Per il Pr è sempre più difficile essere partito-movimento, assorbire tutta un'area. La realtà lo costringe a delle scelte fra i suoi diversi settori-movimenti (l'an

tiparlamentarismo? l'anti Pci, l'anti Dc? o il moderatismo? il libertarismo? o il filosocialismo?). L'area radicale mantiene in Italia una sua capacità di espressione e di forza tra strati sociali diversi, ma potrebbe non essere più detto che l'automatico punto di riferimento della battaglia radicale sia il Pr.

 
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