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Marenco Mario - 8 maggio 1981
Anche Pannella cade a Dallas
di Mario Marenco

SOMMARIO: Racconto di ironica e grottesca fantapolitica, del tipo: "I giornali fingono di rinfocolare le polemiche... Il petrolio scorre a fiumi... [Pannella] vuol fare abortire cani e porci, donne, vecchie, bambini, neonati, facchini, scaricatori di porto... Si consulta con i suoi compagni di partito, finché salta fuori l'idea folgorante... la falsificazione dell'intervista..." ecc. "...Sera di mercoledì 29 aprile, una serata di pioggia d'aprile. Tutti stanno a casa. La faccia di Marina Morgan annuncia l'intervento richiesto dal partito radicale. Tutti i compagni e le compagne si masturbano furiosamente nell'attesa..." ecc.

(»Il Mondo 8 maggio 1981 - ripubblicato in "I RADICALI: COMPAGNI, QUALUNQUISTI, DESTABILIZZATORI?", a cura di Valter Vecellio, Edizioni Quaderni Radicali/5, 1981)

I giornali fingono di rinfocolare le polemiche, di scoprire retroscena clamorosi, di demitizzare Amedeo Modigliani. Il petrolio scorre a fiumi. I rubinetti stanno in mano agli uomini avvolti di bianco. Stormiscono le bianche cappe nel vento del Mar Rosso ai limiti della barriera corallina. Le lunghe distanze di Washington D.C. vengono percorse dalle nere limousine della Casa Bianca.

Nel villaggio di Roma il Vaticano fa intendere di sanzionare duramente gli avalli all'aborto. Marco Pannella finge di raccogliere la sfida e di difendere col petto nudo ma glabro quanto finora è riuscito a rosicchiare. Anzi, egli si propone, col prossimo referendum, che poi è il 2.565·, di andar oltre, di andar FUORI.

Lui in breve tempo vuol far abortire cani e porci, donne, vecchie, bambine, neonati, facchini, scaricatori di porto, vecchie nonne senza più menopausa, arterie di plastica, vecchi pensionati che attraversano, tremolando sul bastone, la mattina e a mezzogiorno, la strada sulle strisce pedonali. La strada dei giardini pubblici o delle aiuole spartitraffico, dove sperano di trovare vuota una vecchia panchina scassata. Tutti li farà abortire, di riffe o di raffe, vecchie baldracche, scimmie del Congo, cinghiali, alpini in congedo, bersaglieri, scopini e vigili urbani. Presto non ci sarà più in Italia un utero, maschile o femminile, che non sia stato scrupolosamente frugato, scremato, imburrato, oleato, riempito di borotalco e via.

Si consulta con i suoi compagni di partito, finché salta fuori l'idea folgorante, l'idea balenata nella mente malata del nostro corrispondente dall'interno: un'idea orrenda: la falsificazione dell'intervista.

Pannella richiede di corsa a viale Mazzini il solito spazio tv in coda a non so quale trasmissione in onda alle 21, »per un breve comunicato del partito radicale . Gli spettano cinque minuti, di qui ad alcuni giorni 49 ore, 87 minuti, 76 secondi e 2/100.

Non c'è tempo per gli indugi, ostrega, le compagne di partito sono tutte esaltate. Hanno la solita faccia da attrici cinematografiche, adatta ad assoldare una troupe di operatori esterni. Ogni tanto dicono in casa, alle amiche e agli amici omosessuali, transessuali o semplicemente normosessuali: »Mannaggia, con questa faccia sì che avrei potuto fare l'attrice cinematografica . Infatti bisogna riconoscere che un buon numero di queste donne avrebbero si potuto combinare qualcosa nel mondo della celluloide. Anche a costo di andare a lavorare nel reparto meccanografico o spedizioni o imballaggio di qualche fabbrica di celluloide. Per la cronaca molte di queste ragazze usano schiaffeggiarsi la mattina recriminando davanti allo specchio, anche per una questione di carnagione.

Comunque arriva l'appuntamento di piazza Venezia. Sotto il balcone alle 11 il pulmino con il fonico, l'operatore e il cameraman, con i soliti giubbotti. Pannella si è fatto scrivere su un pezzo di carta le istruzioni su come procedere alla falsificazione delle interviste da un noto umorista che collabora saltuariamente con la Rizzoli. Il succo delle interviste va concentrato in cinque minuti.

Ha depositato l'altrui invenzione, della quale è tutto orgoglioso, alla Società italiana autori ed editori. Si propone infatti di costruirvi sopra una gran carriera televisiva.

All'altezza del Colosseo ecco un pulmino di studentesse di Padova. Vengono rivolte da Pannella, festeggiatissimo, domande innocue, tipo: »Le piace la pallacanestro, il totocalcio, lo stile di Armani, la moda di quest'anno, la moda di quest'altr'anno, Charles Bukovski, Woody Allen eccetera? . Tutti i cineoperatori intanto sbaciucchiano e allisciano furtivamente i sederi di queste giovani cerbiatte, che alle domande rispondono in tutta innocenza: »Si. Un mondo. Lo vorrei anch'io. Eccome. Mi piace un mondo, lo farei anche una volta alla settimana . Intanto leccano gelatini e leccornie con le lingue rosee e le gote in fiamme.

Le ignare non sanno che poi in sala di doppiaggio si monterà il filmato in modo artificioso e diabolico, sì da far risultare che le ragazze esprimono il loro consenso a ben altre domande, registrate cancellando quelle precedenti in saletta di doppiaggio. Esempio: »Le piace l'aborto? L'aborto di gruppo? L'aborto corale? L'aborto tribale? Lei ha mai abortito, sta abortendo, le piace un mucchio abortire, preferisce abortire di martedì o di venerdì? . (Di Venere e di Marte non si abortisce né si parte). Insomma ogni sorta di distorsioni e falsificazioni.

L'onorevole Marco Pannella si lecca le labbra efferate. Poi si passa in un bar di via Panisperna. Vengono interrogate giovani impiegate, la cassiera e alcuni giocatori e giocatrici di flipper, ceffi patibolari, con tanto di ago pronto, la siringa, il ciglio, il petto, il crine. Le domande di Pannella sono bifide e serpentine, come la sua lingua saettante ed efferata. Pausa per il pranzo in una specie di bettola. Vengono mangiati gnocchi, meno che da Pannella che fa il digiuno, non per le popolazioni afflitte, ma per la linea, tipo skyline.

Dopo pranzo si passa in una boutique di modista, si intervista un architetto che ha messo su una boutique di antiquariato lì di fianco. Poi è la volta di un meccanico di motociclette, un pezzo d'omone tipo Far West, indotto a confessare che lui, anche non potendo, abortirebbe volentieri anche sette-otto volte all'anno. Per ultimo vengono fermate decine di persone, uomini e donne per strada (alcune scappano via impaurite o, intimidite, si rifiutano di rispondere). La maggioranza fornisce risposte utilizzabili e manipolabili da quel satanasso di Pannella. Verranno fuori risposte tipo: »L'aborto è meglio di un genocidio, meglio di un uxoricidio. E' un sogno di una notte di mezza estate . »Meglio una società abortente che una società emergente . »Il mio utero è un portabagagli . »Il mio utero è un portapacchi . »Il mio utero è un letamaio . Pannella è gongolante. Tutti quelli del partito fremono nell'attesa della messa in onda. Hanno già rivisto la moviola traditora. Il consenso della nazione sull'aborto. Pannel

la sembra unanime.

Sera di mercoledì 29 aprile, una serata di pioggia di aprile. Tutti stanno a casa. La faccia di Marina Morgan annuncia l'intervento richiesto dal partito radicale. Tutti i compagni e le compagne si masturbano furiosamente nell'attesa.

Ma, tra la costernazione generale, l'annunciatrice aggiunge: »Sul primo canale sta per andare in onda la penultima e decisiva puntata dello sceneggiato televisivo americano »Dallas .

 
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