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De Cataldo Franco - 25 giugno 1981
BERLINGUER-SCIASCIA: L'ARCHIVIAZIONE DELLA VICENDA GIUDIZIARIA BERLINGUER-SCIASCIA "APPARE CHIARAMENTE MISTIFICATRICE DELLA VERITA"'. DICHIARAZIONE DELL'AVV. FRANCO DE CATALDO, DIFENSORE DI SCIASCIA.
di Franco De Cataldo

SOMMARIO: Denuncia l'archiviazione delle querele di Berlinguer e di Sciascia, quest'ultima per "provata falsità delle affermazioni" di Sciascia stesso. La decisione è "qualcosa di scandaloso": come è possibile ritenere false le affermazioni di Sciascia senza averlo mai sentito, e senza avergli chiesto di fornire "la prova della verità dell'affermazione fatta?" Tutto sarebbe stato più chiaro se si fosse andati in giudizio.

(NOTIZIE RADICALI, 25 giugno 1981)

Roma, 25 giugno 1981 - N.R. - L'Avv. Franco De Cataldo, deputato radicale e difensore di Leonardo Sciascia, ha dichiarato:

"Da notizia Ansa apprendo dell'archiviazione della vicenda giudiziaria Berlinguer-Sciascia. L'archiviazione, disposta dal Giudice istruttore di Roma Claudio D'Angelo, della querela per diffamazione sporta dal Segretario del PCI nei confronti di Sciascia sarebbe motivata con riferimento all'art. 68 della Costituzione che vieta di perseguire i membri del Parlamento per le opinioni espresse nell'esercizio delle loro funzioni. L'archiviazione della denuncia per calunnia che il deputato radicale ha a sua volta presentato contro Berlinguer sarebbe stata disposta "per provata falsità delle affermazioni di Sciascia". Se i termini fossero effettivamente quelli riportati da questa notizia, ci troveremmo di fronte a qualcosa di scandaloso che mortifica la Magistratura e la Giustizia nel nostro Paese. Non si capisce come il Giudice D'Angelo, sulla base della "testimonianza" del Senatore Guttuso, senza aver mai sentito Sciascia e senza avere a lui chiesto di fornire la prova della verità dell'affermazione fatta, si perme

tta di ritenere false le sue dichiarazioni. La moralità degli uomini e degli atteggiamenti va valutata anche in sede giudiziaria. Certamente, tutto sarebbe stato molto più chiaro se, come prescrive la legge, si fosse andati ad un pubblico dibattimento sia nel giudizio di diffamazione che in quello eventuale di calunnia. Evidentemente non ci potremo adeguare alla decisione che appare chiaramente mistificatrice della verità. Prenderò visione del testo del provvedimento emesso dal Giudice D'Angelo e assumerò tutte le iniziative conseguenti".

 
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