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Pannella Marco - 1 novembre 1981
La quota di iscrizione è giornaliera
Marco Pannella

SOMMARIO: Alcuni brevissimi stralci della trascrizione di un intervento pronunciato da Pannella nel corso del Consiglio federativo del Pr (paragonabile, in quanto a poteri statutari, all'attuale Consiglio federale) riunito a Chianciano nel novembre 1981. Come ogni trascrizione di interventi orali, anche questa è necessariamente infedele.

(Notizie Radicali n.51 del 2 marzo 1990)

»L'iscrizione al Partito radicale rischia di essere anche per noi quello che è l'iscrizione agli altri partiti. Anche noi, ad esempio, abbiamo dato per scontato che l'iscrizione è annuale.

Il parametro temporale, la configurazione dell'atto che si compie, al quale quindi è anche rapportato l'importo del contributo, dell'azionariato (non della tassa, perché è chiaro che qui c'è un dato di azionariato, in qualche misura volontario, e non di tassa) è in rapporto all'anno, ed è un errore direi culturale, teorico per noi radicali che invece operiamo attraverso la concretezza del corpo, attraverso il quotidiano, attraverso la necessità morale o vitale e non attraverso l'enfatizzazione del bisogno o dei bisogni come fatto esistenziale.

E' un errore: il nostro rapporto è nel quotidiano anche da questo punto di vista.

Il problema di teoria è che se noi vogliamo vivere associati, libertariamente, attraverso la conferma quotidiana della nostra volontà comune associativa dello stare insieme, ci vuole un atto corrispondente quotidiano. Anche se poi, sette volte al giorno o, come in questo caso, sette volte all'anno, sette volte al mese o sette volte alla settimana non lo compiamo, non ne siamo all'altezza, non ci riesce. Deve esserci una lettura diversa, analoga a quella di quei compagni che dicono: "Io ogni giorno, in un modo o nell'altro, con una telefonata o andandoci, materializzo, do corpo a questa associazione libertaria", cioè a qualcosa che comporta ogni volta la riconquista o la riconferma o la crescita per sedimentazione storica della volontà associativa e della responsabilità.

E allora, ecco una riforma di statuto possibile (anche se poi sotto un altro aspetto la quota resta annuale): la quota è quotidiana.

Se cominciate a ragionare in questi termini, intanto rianimate il dibattito sui partiti che nessuno ha più ripreso da quasi un secolo e mai rianimato concretamente, e lo rianimate in polemica, con lo sforzo di acquistare una coscienza nuova e quindi più ricca, più forte del significato di questo genere di scelta.

(...)Il problema è qualitativo. E' un problema diverso, è un problema di crescita, del valore di questo punto statutario. E' il valore che può essere dato al denaro, recuperando non un atto liturgico, anche se importante, solenne, grave, bello e sostanzioso come quello che si compie quando si dice "per quest'anno vi do un milione di lire"; ma una cosa diversa: il dire nel quotidiano "questo contributo lo traggo dalle mie giornate, dal mio lavoro, dal mio riposo, dalla notte, dal giorno, per dar corpo, per dare un'abitazione, per vestire, per rendere visibile l'esistenza del partito in cui ci associamo".

 
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