di Marco PannellaSOMMARIO: Un appello ai massimi dirigenti del Pci e Psi perché non prevalga la rassegnazione ad essere avversari, a fondare le proprie vittorie sulle sconfitte dell'altro e si affermi invece la volontà di costruira quella sinistra politica che possa candidarsi al governo delle difficoltà e delle speranze di tutto il Paese. »Occorre che ci uniamo per scegliere e far scegliere la costruzione nell'oggi di una società di pace, di libertà e di giustizia . »Senza l'unità della Sinistra di Governo, da una parte e della Destra di Governo dall'altra continueremo a fallire. Al di fuori di queste cittadelle ideali, di questo modello ideale e classico della democrazia politica, non v'è che l'estendersi della palude mortale delle P2 e delle BR, della corruzione dello Stato, della società, degli ideali di ciascuno e di ciascuno di noi .
(NOTIZIE RADICALI, 30 dicembre 1981)
Cari compagni,
dovete, dobbiamo al nostro Paese ben altro che rassegnazione ad essere avversari o al divenire nemici, altro che le povere illusioni di fondere le nostre vittorie sulle sconfitte dell'altro, altro che il fare delle nostre storie e dei nostri partiti fronti di ostilità e di guerre fratricide anzichè frontiere aperte di fraternità, di dialogo, di opera comune.
Noi dobbiamo al gioco democratico, all'assetto costituzionale repubblicano, alla stessa Destra politica - o Centro, se preferite -, l'unità politica e democratica della Sinistra dei partiti del "Terzo Stato" e di quel "Quinto Mondo" che oggi rifiuta ovunque d'esser sterminato o sterminatore, autore o vittima di violenza, rassegnato al disordine stabilito.
Dobbiamo con tenacia, pazienza, rigore ancorarci finalmente ad un progetto ed a metodi che traducano in proposta di Governo, di alternativa e di vera alternanza, i principi, i valori, le speranze, comuni e commisti, gli interessi generali che non sono propri solamente a quella forte maggioranza relativa di italiani che hanno scelto la Sinistra politica, e non la Destra o il Centro, ormai da quasi un decennio.
Dovete, dobbiamo a tutti una scelta definitiva di affermazione dei diritti politici e umani dell'avversario (e del proprio compagno!) come presupposto stesso e assoluto della affermazione dei nostri valori, dei nostri diritti, dei nostri partiti. Dobbiamo a tutti un diverso governo delle nostre responsabilità, delle nostre difficoltà, dei nostri sentimenti e risentimenti, dei nostri interessi particolari (legittimi se non reificati e reificanti), se vogliamo esser credibili, ciascuno e tutti, come candidati al Governo delle difficoltà e delle speranze di tutto il Paese.
Occorre che ci uniamo per scegliere e far scegliere la costruzione nell'oggi di una società di pace, di libertà e di giustizia, imperativo impossibile da assumere solamente a chi rappresenta quel mondo degli umili, dei poveri, dei non privilegiati di qualsiasi "classe", degli interessati ad uno Stato di diritto e alla legge uguale per tutti, allo scontro democratico e nonviolento. Viviamo in un tempo in cui civiltà giuridica e solidarietà umana possono vivere solamente come scelta di parte o politica, mentre muoiono d'un omaggio unanime e sincero, superficiale e irresponsabile.
E se così vi scrivo e scrivo è perchè non riesco e non voglio vivere la mia storia di radicale, quanto "diverso"!, come storia esclusiva ed escludente, come fronte di guerra contro di voi anzichè come frontiera aperta fra di noi e per tutti. Non riesco, da Segretario radicale, a comprendere come chiedervi di incontrarci, dialogare; incontrarvi, dialogare, comprendervi per esser meglio uniti, o avversari. Non riesco, e non voglio, accettare come veri i calcoli miseri, o troppo poveri o troppo temerari, che ci sono attribuiti, che sembrano giustificare la rinuncia della Sinistra politica a dare alla democrazia il contributo d'esser fino in fondo, finalmente e con integrità, se stessa. Non riesco a veramente comprendere - pure nei baratri fra di noi, fra di voi che sembrano approfondirsi, e che ho sempre subito come moralmente invivibili, - perchè dovrebbe esser follia o come tale liquidata la convinzione che oggi, più che mai, urge ed è possibile proporre al compagno che è il massimo responsab
ile del PSI di tentare e in tempi brevissimi, immediatamente, di andare alla Costituente di un partito comune, nuovo, invece che percorrere in modo sempre più accelerato la via della contrapposizione e dell'inimicizia; e, nello stesso tempo, ripetere al compagno che dirige il PCI che dovremmo subito applicarci a organizzare una unità d'azione profonda, vasta e immediata, sul piano parlamentare e delle lotte politiche di massa, per e con prefigurazioni immediate e concrete del metodo di Governi-ombra, non di rado più forti e duraturi dei Governi ufficiali frutto di estremistiche illusioni compromissorie. Non riesco francamente a comprendere se non sia folle il nostro girare il mondo intero per "dialogare" con i più lontani e diversi esponenti politici e statistici, e rifiutare il dialogo e la comprensione fra di noi, fra di voi; folle questo, e non il denunciarlo. Ma la gente che spera nell'ordine e nel cambiamento, che lavora e che soffre, che spera e ci aiuta e dà forza, nella sua diversità, non vive forse
una vita quotidiana comune? E vi sarebbe vita civile se così fosse?
Sia con il frontismo e il centrismo, sia con il centro-sinistra sia con il compromesso storico, sia con l'unità nazionale, è stata impossibile quell'unità democratica di tutto il Paese che è necessaria per procedere a quella grande riforma dello Stato che lo renda capace di ben amministrare, di ben governare, di assicurare l'ordine e la pace. Senza l'unità della Sinistra di Governo, da una parte e della Destra di Governo dall'altra continueremo a fallire. Al di fuori di queste cittadelle ideali, di questo modello ideale e classico della democrazia politica, non v'è che l'estendersi della palude mortale delle P2 e delle BR, della corruzione dello Stato, della società, degli ideali di ciascuno e di ciascuno di noi, di voi, dei frenetici trasformismi e della violenza, dei partiti e patti finanziari e militari che dominano il mondo, il nostro Paese, e producono sterminio e caos.
Cari compagni, il tempo che abbiamo dinanzi a noi è forse molto minore di quel che crediamo: temo che il tempo nel quale sarete uniti nei funerali della democrazia e della pace, come accade da quasi settanta anni alla Sinistra e al mondo civile, incalzi.
Forse siamo, siete, troppo soli, isolati: voi, nella cittadella del potere di opposizione o di maggioranza, noi in quella di una intransigente speranza anche in voi.
Forse abbiamo urgente necessità dell'aiuto di troppi compagni che invece non credono sufficientemente in se stessi, nella necessità di un proprio impegno creativo a sostegno del vostro, del nostro: ed è a loro, quindi, che mi rivolgo perchè anch'essi si "scrivano", com'io faccio, scrivano e iscrivano, o magari si organizzino senza perdere altro tempo in un grande movimento di base, in gruppi di Sinistra per la vita, la pace, il disarmo, il diritto, la giustizia e la libertà. E ci chiedano di essere uniti anche noi, o ci costringano a passare la mano ad altri, a loro stessi, se non lo vogliamo o non ne siamo capaci.
Auguri, cari compagni, d'un anno buono e diverso anche per voi, e di successo nella ragionevolezza e nella fraternità".