SOMMARIO: Conferma il suo giudizio, e cioé che il problema della P2 è "problema di diritto, prima che morale e politico." Per quanto riguarda la Polonia, "nessuno vuole che si sparga, in Polonia, del sangue..." In Italia nessuno ha dato importanza al caso Sacharov?: è la solita "ignavia, indifferenza, cinismo". Caso Moro: la Commissione non si riunisce "dalla formazione del governo Spadolini"; del resto, in Commissione, egli ha ben "potuto verificare come vanno le cose a livello poliziesco".
(NOTIZIE RADICALI, 6 gennaio 1982)
Roma, 6 gennaio 1982 - N.R. - Sul prossimo numero della rivista "Quaderni Radicali" apparirà un'intervista a Leonardo Sciascia su importantissimi temi della vita politica italiana ed estera. Ne riportiamo alcuni passi.
DOMANDA: "La sua opinione riguardo la P2, resta immutata?"
RISPOSTA: "Penso che ho avuto ragione nell'agitare il problema della P2, come problema di diritto, prima che morale e politico. E' insopportabile, anzi, il sentire dire e ammonire che il problema è politico. Non ho simpatie per la massoneria, ritengo che al vertice della P2 siano state mosse torbide cose, ma è un'opinione, non un giudizio. Se poi indulgo all'immaginazione, posso anche dubitare dell'esistenza di Gelli - non dell'esistenza fisica, si capisce. Immaginare per esempio una scienza illusionistica: qualcuno che esce e che torna travestito da Gelli".
D: "Qual è la sua opinione sulla situazione in Polonia?"
R: "Tremendo è, sui fatti di Polonia, il verificare il nostro egoismo. Li avremmo voluti, i poveri polacchi, più prudenti, cauti; che lo siano almeno ora, nella constatazione che non ce la fanno. Nessuno vuole che si sparga, in Polonia, del sangue: né noi, né il Papa, né il PCI, né Reagan; né, tanto meno, l'URSS. Siamo tutti d'accordo, su questo. Non si turbi l'equilibrio. E, in contropartita alla Polonia, l'America si abbia dall'URSS mano libera in qualche altra parte. Sempre in omaggio all'equilibrio".
D: "Caso Sacharov. In Italia, a differenza che in altri Paesi, del caso si è avuta scarsissima eco. Come mai?"
R: "Anche ai casi italiani che dovrebbero renderci più vigili - e più indignati - si dà pochissima importanza. Ignavia, indifferenza, cinismo - alimentati dalla disinformazione e coltivati nell'attenzione del proprio "particulare".
D: "Recentemente, Lei ha esortato a seguire con molta attenzione il processo Basile. Perché?"
R: "Perché ci sono tanti elementi che direi "esemplari" in un processo di mafia. Ma proprio mentre io lanciavo l'esortazione, il processo è stato sospeso. Per una perizia. A perizia fatta, l'esemplarità risulterà ancora più perfetta".
D: "Affaire Moro: nei giornali se ne parla sempre meno. Dobbiamo rassegnarci a non sapere mai la verità? Nonostante siano stati scoperti i "covi", siano stati arrestati numerosi presunti rapitori, i documenti trovati, i "pentiti", ecc., non conosciamo neppure il luogo dove Moro venne segregato..."
R: "Praticamente la Commissione Moro non si riunisce dalla formazione del governo Spadolini. C'è giustificazione di ciò nel fatto che è cambiato il Presidente, e il nuovo aveva il diritto, e il dovere, di rendersi conto del lavoro già fatto. In quanto al non procedere delle indagini e al non aver ancora trovato la prigione, non c'è da meravigliarsene: e specialmente da parte di uno come me, che nella Commissione ha potuto verificare come vanno le cose a livello poliziesco".