di Marco PannellaSOMMARIO: Lettera aperta al Presidente della Repubblica Sandro Pertini nella quale si denuncia il piano di riarmo dell'Italia che comporterà spese di oltre cinquantamila miliardi. Con metà della stessa cifra potrebbero essere salvati dalla morte per fame quindici milioni di persone.
(IL GIORNALE D'ITALIA, 5 aprile 1982)
Signor Presidente,
ho l'onore e lo sdegno di informarla che in programma bellico italiano, in discussione in questi giorni alla Camera dei Deputati nel quadro della legge finanziaria, comporta entro i prossimi quattro anni e "per soli armamenti" una spesa di oltre cinquantamila miliardi, in lire 1986; che in 24 mesi la spesa militare è passata da 5.700 a 10.149 miliardi; che per il solo 1982 la spesa effettiva supererà, secondo la contabilizzazione Nato, i 12.000 miliardi.
Questo accade un un Paese dove, come Lei sa, milioni e milioni di disoccupati, di sottoccupati, di pensionati, di senza casa, di handicappati vedono ogni giorni restringersi la possibilità di vivere in modo dignitoso e non di rado semplicemente umano; in un Paese in cui l'economia richiede sempre più drammaticamente riforme di strutture e investimenti produttivi, di pace, e in cui il deficit assume cifre sempre più catastrofiche.
Signor Presidente,
con le metà di quanto spenderemo nel solo riarmo (indipendentemente, cioè, dalle altre spere generali della Difesa), con 25.000 miliardi in quattro anni, si potrebbe assicurare la vite di 15 milioni di esseri, contro i quali si vuole invece confermare un orrido decreto di sterminio; con cinquemila miliardi di lire si potrebbe, nei prossimi mesi, e per un anno, salvare almeno cinque milioni di persone, e assicurare ai loro paesi un avvio effettivo di sviluppo. E con le enormi cifre che restano di questo programma di riarmo cosa si potrebbe fare per l'economia italiana, quanti programmi e riforme attuare?
Si decide invece di immolare sull'altare della politica del governo Spadolini, e in particolare del ministro socialista della perequazione necessarie alla parte più debole, umile, onesta e indifesa del paese. E non una lira viene stanziata e destinata per interrompere e circoscrivere l'immondo sterminio per fame.
Signor Presidente,
constato con costernazione che mai la Repubblica aveva a tal punto, al di là delle irresponsabili e ciniche dichiarazioni dei suoi governanti, contribuito a riempire gli arsenali e svuotare i granai; mai era giunta e tanto di politica disumana e suicida. A questa scelta militarista soccorre la violenza della censura fascista de parte del servizio di Stato della Rai-Tv.
Il Partito Radicale il Gruppo Parlamentare Radicale tentano da molti mesi di opporsi a queste scelte. Se le nostre osservazioni sono vere ed esatte, Signor Presidente, noi siamo certi che Lei vorrà trarne le dovute conseguenze. Se sono invece, menzognere è tempo che la Magistratura provveda ad incriminarci per procedere contro di noi per diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico.
Ma il popolo italiano sa che abbiamo ragione.
La prego di ricevere, Signor Presidente, l'espressione dei miei deferenti saluti
Il Segretario del Partito Radicale
Marco Pannella