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Quagliariello Gaetano - 28 maggio 1982
Referendum contro le centrali
Mentre lo Stato cerca di corrompere i Comuni

di Gaetano Quagliariello

SOMMARIO: Il governo tenta di corrompere i Comuni, "monetizzando" il rischio nucleare. Per battere questo progetto, bisogna ora collegare tutte le opposizioni, attraverso la costituzione di una "Associazione dei Comuni contro il nucleare" e avviare i referendum comunali.

(NOTIZIE RADICALI N. 6, 28 maggio 1982)

Il 1982 potrebbe essere l'anno determinante per il "nucleare" in Italia. Se anche questa volta dovesse essere sconfitto e si rivelasse incapace di superare l'opposizione degli Enti Locali, con grande difficoltà potrà essere riproposto senza la ridicolizzazione della classe politica.

Oggi la situazione è ancora "aperta". Il Partito Radicale ha promosso iniziative importanti e significative, che potranno forse consentirci di battere il nucleare e, soprattutto, quelle forze che per imporlo, per soverchiare e travolgere l'opposizione delle popolazioni, sono disposte ad imbarbarire ulteriormente la legislazione attraverso disposizioni che stravolgono principi fondamentali della Carta Costituzionale e introducono la "corruzione legalizzata" nel nostro ordinamento.

Nel 1975 il Molise riesce a respingere il tentativo d'installare la centrale che avrebbe dato il via al tentativo di meridionalizzazione della scelta nucleare. Da allora e fino al '79 l'opposizione delle regioni si sviluppa con fermezza ma oggi, grazie a i vantaggi assicurati attraverso convenzioni ed accordi, l'ostacolo risulta essere agevolmente superato; le tre regioni interessate all'installazione delle centrali (Lombardia, Piemonte, Puglia) sono attivamente schierate con l'Enel e con l'ex Cnen, ora ENEA. L'anello debole della catena sono ora divenuti i Comuni, irriducibili oppositori di una scelta sulla quale manca chiarezza e che potrebbe comportare lo stravolgimento della vita delle popolazioni e del territorio.

Non vi è un Comune favorevole alla centrale o che non si opponga con decisione.

Come superare l'ostacolo? La maggioranza, i "signori del nucleare", si sono ispirati a Montalto di Castro, la cittadina laziale dove l'opposizione al nucleare è stata annacquata da un mare di soldi. Così è nato l'art. 17 del disegno di legge 2383 sul risparmio energetico, che prevede la possibilità di elargire lauti contributi alle popolazioni colpiti dall'installazione della centrale. Si potrebbe a lungo ironizzare su questa proposta e sulla filosofia che la sorregge, ma la realtà è triste: ci troviamo di fronte al tentativo di legalizzare la corruzione. Non potendo offrire garanzie di sicurezza ed oggettivamente incapaci di dimostrare la economicità del nucleare, non hanno trovato di meglio che operare la "monetizzazione" del rischio, mettendo in opera il tentativo di comperare i Comuni e il consenso dei cittadini.

Vi sono però tutte le possibilità perché questo pericolosissimo tentativo, che mette in discussione lo stesso concetto di Stato e soprattutto le funzioni a cui è preposto, non vada in porto. Il PR, infatti, ha proposto referendum consultivi comunali nei siti prescelti per l'installazione delle centrali, per opporsi nel merito e nel metodo, alla logica di cui è portatore l'art. 17. Occorre ribadire che la volontà popolare e l'autonomia locale dei comuni sono diritti costituzionalmente garantiti, che non si vendono e non si comprano.

L'iniziativa è stata già accolta dal Comune di Avetrana in Puglia, il cui consiglio comunale all'unanimità ha deliberato per il referendum, e dal Comune di Sale, in Piemonte, dove il referendum deve essere ancora convocato, ma ha già ricevuto la unanime adesione del Consiglio Comunale.

Saranno sufficienti queste iniziative a sconfiggere il nucleare? Non è ancora possibile affermarlo con certezza; il prossimo obiettivo è quello di collegare le opposizioni, che ora si esauriscono in un ambito solo locale, attraverso la costituzione di una "Associazione dei Comuni contro il nucleare". Può essere questo lo strumento per fare esplodere in sede nazionale le enormi contraddizioni del progetto nucleare.

 
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