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Pannella Marco - 31 maggio 1982
Sciopero della fame di Giovanni Negri
Dichiarazione di Marco Pannella

SOMMARIO: M. Pannella deplora che la TV non abbia ritenuto "opportuno" "dedicare un solo secondo" all'iniziativa del vicesgretario del PR Giovanni Negri, che da 16 giorni digiuna nell'ambito delle iniziative di lotta contro lo sterminio per fame nel mondo. Annuncia che, fino all'8 giugno, ha delegato a Giovanni Negri "ogni responsabilità di decisione ed iniziativa" sulle questioni dell'informazione.

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(COMUNICATO STAMPA, 31 maggio 1982)

Sono ormai trascorsi 16 giorni da quando il vicesegretario del Partito Radicale, Giovanni Negri, ha assunto la sua iniziativa nonviolenta per collaborare con la RAI-TV al fine di consentire l'informazione - e il recupero di informazione - dell'opinione pubblica sulle iniziative in corso - e in pericolo - per assicurare la sopravvivenza di almeno 5 milioni di esseri umani altrimenti condannati all'assassinio per fame in questo 1982.

Constato, ad oggi, che il presidente, il direttore generale, la grande maggioranza dei consiglieri di amministrazione, i direttori delle testate e delle reti televisive, non hanno ritenuto opportuno dedicare un solo secondo di incontro e dialogo a Giovanni Negri. Constato che non un solo secondo di dibattito, di inchiesta, di recupero dell'informazione, di informazione, è stato in questo periodo assicurato agli sviluppi dell'azione dei premi Nobel, del Parlamento Europeo, ed in particolare dei sindaci d'Italia, ai loro due progetti di leggi e alle loro 4 petizioni sottoscritte da altri 300.000 cittadini (che restano totalmente sconosciute nell'ambito delle due reti televisive e delle due testate televisive, con la sola eccezione di una mini-intervista telegrafica al sindaco Tognoli).

Osservo che, oltre al digiuno di Negri, del senatore Spadaccia, dei compagni Vecellio e De Luca, in questi 16 giorni è accaduto anche che circa 400.000 persone sono sicuramente morte per fame e potevano altrettanto sicuramente essere salvate!

Nel dare atto però ad alcuni consiglieri di amministrazione (in particolare Lipari e Battistuzzi) ed a molti responsabili del settore radiofonico (in particolare Orsina, Forcella, Pinzauti) del loro atteggiamento quanto meno di civile attenzione e riflessione, quanto più drammatico e difficile appare lo stato dell'iniziativa tanto meno intendo cedere alla pur fortissima tentazione di far riprendere al partito la sua doverosa polemica e battaglia nei confronti della RAI.

Annuncio formalmente quindi di delegare ogni responsabilità di decisione e di iniziativa, per quanto concerne la mia responsabilità di segretario del partito sul fronte dell'informazione - e sino all'8 giugno - a Giovanni Negri.

La Rai-Tv ne prenda atto. Mi auguro davvero che questa occasione venga colta: al tempo di Bernabei la RAI lo fece per molto meno. In questo senso rivolgo a tutti e a ciascuno un appello perchè il senso di responsabilità e il rispetto della legge e della difesa dei fondamentali diritti umani alla vita ed alla pace concretamente si affermino.

 
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