di Marco PannellaSOMMARIO: Lettera a tutti i membri del Parlamento europeo per informarli dell'andamento della campagna "tre milioni di vivi, subito", invitarli al convegno internazionale promosso il 16 giugno a Strasburgo in occasione della consegna ufficiale al Presidente del Parlamento europeo della petizione dei Sindaci contro lo sterminio per fame, ed anticipare i contenuti del grande dibattito sulla fame in programma a Strasburgo per la tornata del P.E. di giugno, sui seguiti dati, tra l'altro, alla risoluzione 375/81.
(Lingua dell'originale: italiano)
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Strasburgo 14 Giugno 1982,
Caro collega,
ho il privilegio di annunciarti che in occasione del nostro dibattito del 16 giugno, alcune importanti delegazioni, composte in special modo da personalità pubbliche e da eletti locali, saranno a Strasburgo per riaffermare il loro appoggio alle delibere adottate dal nostro Parlamento per arrestare lo sterminio per fame attualmente in corso.
E' un avvenimento, credo, unico nella storia delle istituzioni europee. Mai in passato una decisione del Parlamento Europeo aveva dato luogo a un cosi grande numero di manifestazioni di sostegno in gran parte degli stati membri e a una tale convergenza di commenti positivi, di adesioni e di incorraggiamenti ufficiali ed extraparlamentari.
Rappresentanti della comunità dei 77 Nobel che hanno ispirato la nostra risoluzione 1-375/81 che chiede ai 10 stati membri della CEE di salvare, quest'anno, 5 milioni di vite umane, sindaci di numerosi paesi d'Europa delegati dalle migliaia di loro colleghi che sostengono questo obiettivo di vita, saranno personalmente presenti per assistere ai nostri lavori e per appoggiare con tutto il loro prestigio e con la determinazione del loro impegno, la conferma degli obiettivi che noi abbiamo fissato per l'Europa, ed il loro rafforzamento.
A questo fine, ci hanno chiesto di poter organizzare, alla vigilia del nostro dibatito parlamentare sulla fame nel mondo, un colloquio pubblico per illustrare ai parlamentari europei e alla stampa accreditata i fini che si sono preposti e di poter presentare le nuove prospettive che, in queste ultime settimane, si stanno delineando. Essi auspicano cosi di poter aprire un franco dibattito con i deputati europei sulle linee di intervento possibili per sradicare la fame e sulle misure da prendere per dare al più presto una battuta d'arresto all'olocausto in corso, le cui vittime non sono affatto diminuite in questo primo semestre 1982. Abbiamo, da parte nostra, ben volontieri accettato tale proposta e ti informo che il Colloquio si terrà all'IPE 1 a partire dalle ore 9.30 del 15 Giugno.
Per ora, mi sia consentito di fornire alcune anticipazioni sulle informazioni che saranno date sulle iniziative provocate un po' dappertutto dalla nostra risoluzione e dal Manifesto dei Nobel.
Tengo in particolare a farti sapere che il Senato belga ha adottato alla fine di Aprile, all'unanimità, una risoluzione che domanda al Governo di fare il possibile affinché siano salvate, entro il 1982, 5 milioni di vite come lo chiedono i Nobel e il Parlamento Europeo, riferendosi cosi esplicitamente alla nostra delibera.
In Italia, d'altro canto, due progetti di legge d'iniziativa popolare depositati da 1.400 sindaci e da più di 50.000 cittadini sono attualmente all'esame della Camera dei Deputati. Questi progetti di legge in sintonia quasi totale con la risoluzione del nostro Parlamento, prevedono in particolare la creazione di un Fondo straordinario per la sopravvivenza, destinato a rendere al loro proprio sviluppo almeno 3 milioni di persone nel 1982.
Gli stessi 77 Premi Nobel reclamano l'immediata applicazione della risoluzione 1-375/81 in un appello lanciato all'opinione pubblica lo scorso mese di Marzo. Ed è questa stessa risoluzione che ha mobilitato l'autunno scorso, oltre 200 Vescovi di tutti i continenti.
S'in d'ora, migliaia di eletti locali d'Italia, del Belgio e della Francia, decine di migliaia di cittadini, hanno voluto prendere l'iniziativa di indirizzarsi al Parlamento con una petizione che ci chiede di confermare e rinforzare le nostre opzioni in difesa delle vite minacciate dallo sterminio per malnutrizione e miseria.
Questa petizione, che è annessa alla lettera, conferma che è possibile, e quindi urgente, assicurare la sopravvivenza per lo sviluppo, quest'anno, di 5 milioni di vite umane e domanda solennemente al nostro Parlamento di prendere tutte le iniziative necessarie per fare finalmente partire questo grande programma di vita e di salvezza.
Di fronte ad una scelta politica cosi chiara e perentoria che prende come riferimento per l'appunto le decisioni della nostra istituzione per farne il perno di un vasto movimento popolare, è nostro dovere assumerci, a Strasburgo, le nostre responsabilità e fare in modo che la Commissione ed il Consiglio diano seguito alle delibere del Parlamento Europeo.
Quello che occorre compiere ora è, io credo un gesto politico di sotegno e di adesione all'iniziativa dei Sindaci. Alcuni colleghi hanno parlato di depositare una proposta di risoluzione d'urgenza che potrebbe essere discussa contemporaneamente al dibattito sul rapporto Michel e che potrebbe indirizzarsi solennemente al Consiglio Europeo del 28/29 giugno prossimi affinché al più alto livello decisionale comunitario sia definita una posizione di principio sull'"Operazione Sopravvivenza '82" le cui madalità tecniche potrebbero essere fissate dalla Commissione.
A questo stadio del conflitto istituzionale che ci oppone, lo devo dire con franchezza, alla Commissione ed al Commissario Pisani, credo anch'io che questo tipo di iniziativa sia l'unico che possa garantire il successo e permettere che le grandi speranze che abbiamo saputo suscitare non si traducano, una volta di più, in disillusione e sconfitta.
Noi ci troviamo infatti di fronte, per ora, a due documenti e a due posizioni che rischiano, benché animate dalle migliori intenzioni e dalla totale onestà intellettuale degli autori, di seppellire per sempre il processo che come Parlamento abbiamo avviato. Il primo, il rapporto del collega Michel contiene già nel titolo, le premesse di una rinuncia, è l'esame dei seguiti dati dalla Commissione e dal Consiglio alle risoluzioni del P.E. sulla fame nel mondo.
Ora, non soltanto ciascuno di noi sa che questi "seguiti" non sono molto numerosi e non riguardano comunque nessuno degli aspetti più urgenti e importanti messi in luce dal P.E. in questo campo, ma in più esso non risulta in definitiva che un "cahier de doléances" seppure assai tenue che se è necessario comunque ricordare alla Commissione, non comporta nessuna proposta nuova, specialmente sulla risoluzione 1-375/81, e non costituisce di certo la base di quel grande dibattito sulla fame che credevamo tutti, ci avrebbe permesso di confrontarci con le altre istituzioni.
Per quanto riguarda i documenti della Commissione, sono indubbiamente di buona fattura, chiedono l'adozione delle strategie alimentari - quelle stesse strategie paese per paese che già due anni fa il nostro Parlamento aveva indicato come unica soluzione efficace al problema della fame e del sottosviluppo - ma sono molto limitate riguardo i tempi di attuazione. In tali documenti si disquisisce di progetti a medio lungo termine, allorché l'olocausto miete vittime oggi; si delineano programmi molto ben congeniati ma ci si limita poi a spilluzzicare dei bilanci suppletivi per fornirgli di parte dei mezzi monetari di cui hanno bisogno.
In poche parole, ci viene offerta ancora una volta una accattivante facciata dietro la quale si cela in realtà un vuoto preoccupante.
A questo punto, la scelta a cui il nostro Parlamento si trova di fronte é assai chiara:
o si limita, come qualcuno auspica, a ratificare le sobrie proposte della Commissione, cercando tuttalpiù di emendarle tecnicamente senza andare al di la dello schema che ci viene proposto, o invece afferma in pieno il suo ruolo di interlocutore politico delle istituzioni e dei Governi, elevando il dibattito e la sua voce affinché a fianco delle necessarie azioni a medio e lungo termine, che, sole, possono permettere di eliminare definitivamente la fame e il sottosviluppo reiteri il suo invito alla Europa di prendere la testa di una nuova politica nei rapporti Nord-Sud attaccando immediatamente e per la prima volta gli elevati tassi di mortalità che seminano morte soprattutto nelle zone rurali del Terzo Mondo per ridurli, subito, drasticamente, assicurando sin d'ora e percio' stesso la sopravvivenza per lo sviluppo di 5 milioni di persone e creando cosi il possibile invece di rassegnarsi al probabile olocausto, al quale è tuttavia ancora ragionevole sperare di dare quest'anno una battuta d'arresto.
Marco Pannella