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Cicciomessere Roberto - 1 luglio 1982
L'Italia armata - Premesse - Rapporto sul Ministero della guerra
Roberto Cicciomessere

IRDISP

Research institute for Disarmament, Development and Peace.

SOMMARIO: L'analisi del bilancio di guerra del Ministro Lagorio contenuta in questo volume è stata resa possibile dal lavoro di ricerca dell'IRDISP (Istituto di ricerche per il disarmo, lo sviluppo e la pace - via Tomacelli 103, Roma) e in particolare di Marco De Andreis. Hanno collaborato inoltre Ennio Capelcelatro, Renato Fiorelli e la segreteria del Gruppo parlamentare radicale.

Rivolgo un particolare ringraziamento ai magistrati della Corte dei Conti che con il »referto sul personale militare hanno consentito, per la prima volta nella storia repubblicana, di penetrare nei »segreti relativi alla consistenza e alle retribuzioni della gerarchia militare.

Costituisce preciso impegno dell'autore e dell'IRDISP procedere annualmente all'aggiornamento, alle eventuali correzioni di questa indagine sull'apparato bellico italiano. Saranno perciò graditi tutti i suggerimenti, le informazioni che i lettori vorranno inviarmi".

Roberto Cicciomessere

("L'ITALIA ARMATA" - Rapporto sul ministero della guerra - di Roberto Cicciomessere - Gammalibri, Milano, luglio 1982)

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INDICE GENERALE

Premesse

Capitolo n. 1

Il Bilancio di Previsione:

questioni giuridiche e amministrative

- La dilatazione delle spese »correnti

- Le giustificazioni di Andreatta

- Enorme incremento delle spese discrezionali

Capitolo n. 2

Lo sviluppo della spesa militare

- Calo apparente e aumento sostanziale

- Zelo eccessivo alla direttiva Nato

- Massimo servilismo di Lagorio

- La spesa effettiva supera gli stanziamenti di bilancio

Capitolo n. 3

Le grandi articolazioni del bilancio:

difesa nazionale, sicurezza pubblica, personale, beni e servizi, armamenti

- Le spese per la sicurezza pubblica

- I finanziamenti per la difesa nazionale

- Occultati oltre 30.000 uomini

- La struttura a piramide rovesciata

- La spesa effettiva per armamenti

Capitolo n. 4

I capitoli n. 4011, 4031 e 4051

(Armamenti dell'Esercito, Marina e Aeronautica)

- Procedure illegittime del ministero della difesa

- Preventivi falsi per il Parlamento

- Truffe e abusi del programma AM-X

- Il sistema missilistico anticarro »Milan

Capitolo n. 5

Marina Militare (cap. 4031)

- Tre imbrogli alla base della legge navale

- Come una portaelicotteri diventa portaerei

- Quadruplicata la spesa autorizzata dal Parlamento

- Smentite le previsioni dello Stato Maggiore della Marina

- Due clamorosi esempi di incompetenza e irresponsabilità

Capitolo n. 6

Aeronautica Militare (cap. 4051)

- Come i generali turlupinano il Parlamento

- 1.000 miliardi diventano più di 10.000

Capitolo n. 7

Esercito (cap. 4011)

- L'ammodernamento previsto dalla legge 16 giugno 1977

- La truffa ai danni del Parlamento e del Paese

- Allegra dissipazione dei soldi dei contribuenti

- Vocazione parassitaria degli industriali della guerra

Capitolo n. 8

Valutazione complessiva e proiezione della spesa dei capitoli 4011, 4031 e 4051 - »Benefici industriali

- Ruolo decisionale ambito dai militari

- 16.000 miliardi ancora da spendere

- Il progetto di riarmo di Lagorio costerà 50.000 miliardi nel 1987

- Trasferiti all'estero 8.000 miliardi su 21.000

Capitolo n. 9

Esportazione dei sistemi d'arma

- Privatizzazione dei profitti e pubblicizzazione dei costi

- Conseguenze economiche dell'autosufficienza bellica

- La nostra dipendenza dall'estero

- Il paese coinvolto in una spirale riarmista

- Andamento dell'export negli ultimi 10 anni

- Fino a quando sarà possibile »vendere a tutti e a tutti i costi ?

- Bugia del governo e violazione delle delibere ONU

- »Bustarelle per centinaia di miliardi.

Capitolo n. 10

Armi chimiche

- Inesistenti le informazioni sulla »difesa NBC

- Preparativi per l'impiego di munizioni Usa

- Colpite persone fino a 100 Km.

Capitolo n. 11

Protezione civile (cap. 4071)

- Tentativo di truffa del Ministero della difesa

Capitolo n. 12

Obiezione di coscienza (cap. 1403)

- Legge-ghigliottina del ministro Lagorio

Capitolo n. 13

Capitoli n. 1169, 1171, 3201, 3203, 3206, 3208 e 4753 - Enti sovvenzionati dal Ministero della difesa

- A discrezione del ministro spese per decine di miliardi

- Enti tenuti in vita per fini clientelari

Capitolo n. 14

Commissariato (rubrica 7)

- Le spese più »chiacchierate : rancio, divise e attrezzature

- Indagando sulle divise vengono fuori gli imbrogli

- Come al solito è il sud ad essere penalizzato

Capitolo n. 15

NATO (capitoli 1168 e 4001)

- E' tutto segreto militare per i parlamentari italiani

- Lagorio vuole accumulare attestati di stima USA

Capitolo n. 16

Sanità (rubrica 9)

- Solo 36 miliardi per la salute di 500.000 militari

- Non tornano i conti sugli infortuni in caserma

Capitolo n. 17

Servitù militari (cap. 2808)

- Monetizzazione dei disagi per vincere l'opposizione

- Non sono mutati con la »riforma i pesi che gravano sulle popolazioni

- I comitati misti paritetici dominati dai militari

- Contrasti stridenti tra esigenze militari e civili

- Scomparsi 91.000 carabinieri e 20.000 militari delle altre armi

Capitolo n. 18

Giustizia militare

- Struttura verticistica per una giustizia di »capi

- Pericolosa dilatazione dei reati militari

- Prevalenza dei »disertori nelle carceri militari

Capitolo n. 19

Prima nota di variazione

- Solo in apparenza la spesa militare è ridotta del 3,3%

- Lagorio non ha ridotto i programmi di riarmo

- In termini reali la spesa aumenta di otto punti

- Gli effetti perversi del processo di riarmo

- Natura affaristica delle scelte militari di Lagorio

Capitolo n. 20

I grandi temi di fondo:

1) Premessa

2) La percezione della minaccia

3) Il modello di difesa

4) La compatibilità con le risorse del Paese

5) Conclusioni

- Gravi interrogativi sugli inganni al Paese

- Il pci strizza l'occhio agli industriali della guerra

- Ridicoli gli obiettivi di difesa che propone Lagorio

- Qual è l'effettiva tipologia della minaccia

- Marginalità dello scontro ideologico Est-Ovest

- Petrolio e grano sono le nuove spade

- Ostilità Nord-Sud quale fattore corrosivo

- I fattori ignorati del teorema dell'equilibrio del terrore

- Poca democrazia uguale alto rischio

- Dalla »risposta massiccia alla »risposta flessibile

- Impossibile l'uso limitato delle armi nucleari tattiche

- Il recupero del ruolo delle armi »convenzionali

- I quattro pilastri della strategia integrata Usa

- Dal Pci, al Psi, alla Dc tutti convertiti al neomilitarismo

- I possibili usi alternati dell'apparato militare

- Come lo strumento militare si aggancia alla realtà del Paese

- E' possibile uno strumento militare equilibrato con le esigenze di sicurezza?

- Impegno di spesa per il riarmo incompatibile con le risorse del Paese

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Premesse

L'analisi formale, quasi contabile, del bilancio della difesa nella sua previsione per il 1982 è sicuramente giudicata come una superflua ricerca di dettagli insignificanti sia da chi ritiene che l'orrore della preparazione della guerra sia più che sufficiente per legittimare pregiudizialmente l'opposizione ad ogni spesa per strumenti destinati a seminare la morte, che dalla maggioranza degli uomini »sennati che subisce e accetta la »tremenda necessità della difesa armata come ineluttabile componente della dialettica fra gli stati, fra le potenze, fra i popoli.

Marginale appare, sia per i »pacifisti che per i »realisti , la ricerca delle violazioni successive della »regola repubblicana, e cioè delle leggi formali e sostanziali, che caratterizza, quasi necessariamente, la spesa militare.

Solo gli estimatori delle consolidate procedure dello stato di diritto, coloro che attribuiscono ad ogni violazione della regola costituzionale un carattere sostanziale e non solo formale, sono convinti che il segnale premonitore della strage di vite umane debba essere avvertito nella strage di legalità.

E' il caso dello stato di previsione della spesa per il ministero della difesa dove, più che in altri bilanci dello Stato, si concentrano le più spudorate falsificazioni delle spese, le più patenti violazioni delle norme di contabilità, il più marcato disprezzo delle prerogative parlamentari.

Dobbiamo onestamente dire, a parziale discolpa del Ministro socialista della difesa, che in modo univoco i manuali affermano che la natura discrezionale dei bilanci della difesa ha tradizioni storiche profondamente consolidate.

La Costituzione, e le sue regole, è stata insomma, da sempre, tenuta fuori dai Ministeri della guerra e dalle caserme.

La casta militare si è sempre ritenuta competente esclusiva degli affari militari.

Non si può dire certo che il ministro Lelio Lagorio si sia di molto discostato dallo »stile dei suoi predecessori, che si limitavano a sovraintendere agli »affari del personale e a quelli connessi alle forniture militari.

Ha invece aggiunto di suo una coraggiosa spregiudicatezza nella gestione delle risorse del Paese permettendosi, diversamente dai precedenti ministri democristiani o socialdemocratici, un aumento, nel 1982, del 35% del bilancio di previsione rispetto all'anno precedente e, nei due anni di dicastero, un incremento della spesa militare del 75% rispetto al 1980.

Altra caratteristica del particolare stile ministeriale del Ministro socialista della difesa è stata la fragorosa pubblicizzazione, attraverso i compiacenti mass-media, delle sue proposte di legge, non solo annunciandole molto prima che venissero materialmente depositate in Parlamento o conosciute dai rappresentanti del popolo, ma presentandole come praticamente esecutive, salvi alcuni dettagli burocratici relativi alla ratifica delle due Camere.

E' riuscito così, per la prima volta nella storia repubblicana, a stimolare l'orgoglio parlamentare perfino dei deputati democristiani che poco hanno tollerato di essere considerati, in modo così sfacciato, membri del »consiglio d'amministrazione del Ministero della difesa.

Non era mai accaduto che relatori di maggioranza protestassero formalmente per gli ostacoli opposti al loro accesso agli elementi informativi essenziali.

Non bisogna, in ogni caso, dimenticare che spesso queste »intemperanze dei deputati democristiani sono state determinate dalle spregiudicate critiche avanzate dal Ministro della difesa, davanti ai capi di stato maggiore, sulla gestione dei suoi predecessori colpevoli di aver umiliato la Casta militare concedendole con eccessiva parsimonia onori e denari.

Dove invece il Ministro socialista Lagorio non si è discostato dalla tradizione, diciamo culturale, propria dei ministri della difesa democristiani, è nella sana riproposizione della retorica militarista e maschilista.

Esemplare è, a questo proposito, il discorso pronunciato con voce ferma e volto feroce davanti agli alpini schierati nella piazza d'arme di Cuneo, del quale riportiamo un passo significativo: »nessuno pensi di potersi affacciare minaccioso sulle nostre frontiere senza ricevere dal popolo italiano una risposta virile! .

Rinviamo alla fine della relazione l'analisi sui contenuti strategici della »risposta virile e le considerazioni generali sulla politica della »difesa del governo italiano. In quella sede affronteremo anche i problemi della riclassificazione della »minaccia alla sicurezza del nostro Paese.

Segue adesso un tentativo di analisi puntigliosa dei capitoli, delle poste di bilancio di previsione per il 1982, con una selezione di allegati in gran parte o inediti o poco conosciuti.

Cercheremo tra l'altro di comprendere le »ragioni di un aumento in due anni, del 75% della spesa militare e soprattutto quali meccanismi misteriosi hanno consentito al nostro Ministro Lagorio, ma anche ai suoi predecessori, di far sottoscrivere all'ignaro popolo italiano una cambiale di 21.000 miliardi per il solo acquisto di nuovi sistemi d'arma, cambiale questa che nel 1986 raggiungerà l'astronomica cifra di 50.000 miliardi. Tenteremo in particolare di capire come sia potuto accadere che a fronte di una autorizzazione delle Camere di circa 3.300 miliardi per l'»ammodernamento delle tre Armi, dopo soli cinque anni il conto presentato ai contribuenti sia aumentato di sette volte.

Analizzeremo i »benefici industriali e occupazionali di questo »business e la sua »ricaduta , in termini di profitti neri, sulla classe politica di governo.

Tenteremo di verificare la compatibilità, esclusivamente finanziaria, del modello di difesa proposto, con le risorse del Paese.

Accerteremo se è praticabile la strategia del »vogliamo adesso il riarmo per poter fare domani il disarmo , alla luce dei meccanismi di autoconservazione dei livelli produttivi dell'industria bellica.

Prospetteremo, attraverso modelli matematici, le conseguenze devastanti sull'occupazione e sull'industria, del momento in cui la classe dirigente del nostro Paese percepirà l'impossibilità di onorare le cambiali oggi sottoscritte. Parleremo cioè delle origini strutturali del fascismo.

Metteremo a confronto le nostre spese militari con quelle degli altri paesi e cercheremo di dimostrare l'eccesso di zelo con il quale Lelio Lagorio ha sorpassato gli altri paesi europei nell'attuazione delle direttive Nato.

Ficcheremo infine il naso nelle faccende un po' sporche degli approvvigionamenti di viveri e divise per i militari.

Questa indagine prescinderà, per quanto possibile, dai radicati pre-giudizi antimilitaristi del relatore di minoranza.

 
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