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Cicciomessere Roberto - 1 luglio 1982
L'ITALIA ARMATA: Capitolo 7 - Esercito (cap. 4011)

SOMMARIO: Il programma di ammodernamento degli armamenti, dei materiali e dei mezzi dell'Esercito secondo la legge 16 giugno 1977, che prevede stanziamenti di 35 miliardi per l'anno di emanazione, e di 120 miliardi annui per gli esercizi dal 1978 al 1986, per un totale, nel decennio, di 1115 miliardi. - Il disegno riformatore, sulla base delle scelte effettuate dagli stessi militari, punta alla riduzione delle »strutture delle forze armate per recuperare risorse economiche da devolvere ai programmi di ammodernamento . Obiettivo della ristrutturazione, in pratica, sarebbe il cosiddetto »esercito piccolo, ma efficiente . - Senonché l'Esercito »piccolo diventa più grande, aumentando di 1000 ufficiali, 4000 sottufficiali, 48.000 militari di truppa e 4000 volontari; e la spesa per l'attuazione del programma già nel bilancio di previsione 1981 sale a 3558 (da 1115) miliardi, che diventano 4374 nel successivo bilancio previsionale. - L'illegittimo gonfiamento del programma nel numero dei sistemi d'arma e del tipo.

Forti aumenti previsti per armamenti contro carro, missili contraerei e carri Leopard. Mai autorizzati gli stanziamenti per la spesa prevista per le nuove dotazioni e il sistema avanzato. Inoltre i programmi ordinari ammontano ad altri 1270 miliardi, ai quali bisogna aggiungere 185 miliardi di spesa previsti nella tabella F, così che il totale della spesa discrezionale ammonta a 1455 miliardi. - In pratica l'impegno di spesa relativo al capitolo 4011 è di 5929 miliardi, riferiti a programmi realizzati al 30 per cento, ed a contratti stipulati interessanti il 33 per cento della spesa preventivata. Tenuto conto delle sottostime iniziali e dei gonfiamenti, per il prossimo decennio dovrebbe aversi un incremento di spesa superiore al tasso di inflazione. - Velleitarie ambizioni di »grandezza e sostanziale attaccamento alla vocazione assistenziale. - Riserve sullo stato di salute delle industrie del settore bellico, e forti rischi di un loro avventurismo politico.

("L'ITALIA ARMATA" - Rapporto sul ministero della guerra - di Roberto Cicciomessere - Gammalibri, Milano, luglio 1982)

L'ammodernamento previsto legge 16 giugno 1977

Con legge 16 giugno 1977, n. 372 (ammodernamento degli armamenti, dei materiali, delle apparecchiature e dei mezzi dell'Esercito) (*), il Parlamento autorizzo il Ministro della Difesa »a predisporre e realizzare il seguente programma:

approvvigionamento di artiglierie, relativo munizionamento e supporto, apparati per l'acquisizione obiettivi e l'automazione del tiro;

approvvigionamento di sistemi missilistici contraerei e relativo supporto e ammodernamento di taluni mezzi convenzionali già in servizio, per la difesa aerea a bassa e bassissima quota;

approvvigionamento di lanciarazzi, sistemi missilistici ed elicotteri armati e relativo supporto per la difesa controcarri a corta, media e lunga distanza;

approvvigionamento di mezzi ruotati, cingolati e corazzati da trasporto, da combattimento e ausiliari e relativi apparati per la visione e puntamento notturno;

sviluppo di un veicolo da trasporto e da combattimento di nuova formula, destinato a sostituire analoghi mezzi corazzati, da trasporto della ``vecchia generazione'';

approvvigionamento di stazioni radio e di apparecchi TLC per l'ammodernamento delle trasmissioni campali e territoriali;

approvvigionamento di apparati per l'automazione delle operazioni di gestione del materiale .

Per l'attuazione di questi programmi era autorizzato, per il 1977, uno stanziamento di 35 miliardi, e per gli esercizi finanziari dal 1978 al 1986, uno stanziamento di 120 miliardi per ciascun anno.

Lo stanziamento base era quindi di 1.115 miliardi.

Come per la legge promozionale dell'Aeronautica, si autorizzava per legge l'aumento della cifra base »con legge di approvazione del Bilancio dello Stato, in relazione allo stato di attuazione dei singoli programmi o ad esigenze di indirizzi di programmazione militare interforze .

Diversamente dalle altre due leggi promozionali, le premesse teoriche che giustificavano l'ammodernamento dei sistemi d'arma dell'Esercito non erano, almeno all'inizio, di natura strettamente quantitativa.

Lo Stato Maggiore dell'Esercito presento infatti nel giugno 1975 il cosiddetto »libro bianco (supplemento alla »Rivista Militare n. 3/75) nel quale veniva prospettata la »ristrutturazione dell'Esercito e, quindi, il riequipaggiamento di un numero minore di unità operative con maggiore potenza militare.

Il disegno »riformatore appare, nella sua formulazione, convincente, naturalmente per chi attribuisce alle Forze Armate una funzione determinante per la pace o comunque per garantire la sicurezza del Paese. Così infatti scrivevano i generali nel »libro bianco : »la crescente influenza del processo tecnologico sulle strutture delle Forze Armate ha comportato un drammatico aumento dei costi di acquisizione e di esercizio degli armamenti e degli equipaggiamenti reso ancora più sensibile dal processo inflazionistico che ha investito l'economia mondiale. Ne è scaturito un costante decadimento dell'efficienza operativa dello strumento militare, non fronteggiabile con le normali assegnazioni di bilancio. Per non venire meno agli impegni istituzionali dell'Esercito, e non intaccare così la sua credibilità esterna, è stato necessario operare una scelta tra le possibili soluzioni . Le scelte prospettate dai militari erano tre, e cioè: l'aumento delle assegnazioni di bilancio mantenendo inalterata la dimensione dell'E

sercito; il mantenimento degli stessi livelli di bilancio lasciando inalterata la struttura militare; la riduzione delle »strutture delle Forze Armate per recuperare risorse economiche da devolvere ai programmi di ammodernamento .

Lo Stato Maggiore dell'Esercito sceglie la terza ipotesi, definendo con una certa precisione le caratteristiche di questo »esercito piccolo ma efficiente posto come obiettivo della ristrutturazione.

Le promesse di riduzione dell'Esercito vengono in parte deluse nel corso dell'attuazione della cosiddetta ristrutturazione. Per quanto riguarda l'aspetto funzionale, lo Stato Maggiore si era impegnato a »contrarre il più possibile l'Organizzazione Centrale, l'Organizzazione Territoriale e l'Organizzazione Addestrativa dell'Esercito. Per le prime due il proposito di ridimensionamento si è scontrato sulle rigide gelosie delle tre Forze Armate. Questo processo poteva essere infatti attuato solo in un ambito interforze. La triplicazione degli organi centrali, dei comandi territoriali, delle scuole, e in genere della organizzazione di comando è invece ben solidamente presente, con incalcolabili aggravi finanziari e scoordinamenti operativi.

Nessuna riduzione si è poi avuta nel personale, stando ai dati in nostro possesso.

Il »libro bianco del 1975 affermava che il personale dell'Esercito era allora composto da:

- 21 mila ufficiali di cui 11.550 in servizio permanente effettivo (SPE)

- 30 mila sottufficiali di cui 19.800 in SPE

- 167 mila militari di truppa di cui 2.000 a ferma prolungata.

L'allegato n. 1 (documento Bandiera) fornisce per il 1981 le seguenti cifre:

- 21.301 ufficiali di cui 12.292 in SPE

- 30.092 sottufficiali di cui 24.478 in SPE

- 219.498 militari di truppa di cui 6.104 a ferma prolungata.

In questi sei anni registriamo quindi un aumento di circa mille ufficiali in SPE, di circa 4 mila sottufficiali in SPE, di circa 48 mila militari di truppa e di circa 4 mila volontari.

Per quanto attiene alle Forze di campagna i programmi vengono quasi interamente rispettati; si passa da circa 36 complessi di forza a livello di brigata, a 24.

Nel 1975 l'Esercito di campagna era infatti costituito da: (**)

- 3 Comandi di Corpo d'Armata;

- 5 Divisioni di Fanteria (Folgore, Mantova, Legnano, Cremona e Granatieri di Sardegna);

- 2 Divisioni Corazzate (Ariete e Centauro)

- 5 Brigate Alpine (Julia, Cadore, Tridentina, Orobica e Taurinense);

- 1 Brigata di Cavalleria (Pozzuolo del Friuli);

- 4 Brigate di Fanteria (Aosta, Pinerolo, Friuli e Trieste);

- 1 Brigata Paracadutisti (Folgore)

- 1 Brigata Missili;

- Unità di Artiglieria Contraerea assimilabili ad un complesso divisionale.

Dopo la ristrutturazione l'Esercito risultava composto da:

- 3 Comandi di Corpo d'Armata;

- 3 Divisioni Meccanizzate (Folgore, Mantova, Centauro);

- 1 Divisione Corazzata (Ariete)

- 5 Brigate Alpine (Julia, Cadore, Tridentina, Orobica, Taurinense);

- 1 Brigata Meccanizzata Autonoma (Granatieri di Sardegna);

- 1 Brigata Paracadutisti (Folgore);

- 1 Brigata Missili (Lance);

- 2 Battaglioni Anfibi;

- 7 Gruppi di Artiglieria Antiaerea

- 4 Gruppi Missilistici (Hawk).

Si deve ora valutare lo sviluppo dei programmi di ammodernamento degli armamenti per comprendere quali livelli di »forza si sono intesi raggiungere e cioè se si è provveduto a ristabilire la capacità di impiego precedente ormai erosa dall'inflazione e quindi insostenibile con uno strumento militare superdimensionato o se invece si è mirato puramente e semplicemente ad un potenziamento esasperato, quanto velleitario dell'Esercito, seppur con formale riduzione del numero delle Brigate.

In poche parole si è rispettato il programma comunicato al Parlamento che doveva realizzare »un organismo militare formato da meno uomini, ma meglio armati, meglio equipaggiati, meglio addestrati, quindi con più alto rendimento ? (»libro bianco della Difesa 1977).

Per quanto riguarda gli »uomini abbiamo già visto che si è operato un netto incremento del personale, in particolare nel corso della gestione Lagorio.

Note

(*) La legge fu approvata definitivamente dalla Commissione difesa della Camera, in sede legislativa (10 astenuti, 1 contrario, 18 favorevoli). Favorevoli i deputati del Msi, Pri, Dc, Psdi, Pli. Astenuti i comunisti e il deputato socialista Accame, contrari Dp. I radicali non erano rappresentati in Commissione.

(**) Fonte: »Libro bianco Esercito .

La truffa ai danni del Parlamento e del Paese

Vediamo adesso cosa è successo nel campo degli armamenti.

Il dieci dicembre 1977 il Ministro della Difesa trasmise al Parlamento il primo programma di ammodernamento dei mezzi dell'Esercito in attuazione dell'articolo 1 della Legge 372/77, che riportiamo in sintesi con l'indicazione della previsione di spesa. E' necessario precisare che con documento presentato alla Presidenza della Camera l'8 maggio 1979, il Ministro della Difesa comunico la sostituzione del programma di ammodernamento del cannone contraereo da 40/70 con il programma europeo di miglioramento del Hawk (HELIP).

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TABELLA N. 32

In miliardi:

Programma Quanti- Onere Conclusione

tativo globale programma

(spesa)

1. Cannoni da 155/39 - FH 70 164 147 1984

(pezzi, muniz., sviluppo, etc.) + 58,9(a)

2. Radar acquisizione obiettivi

e sorveglianza del campo

di battaglia 30 20 1984

3. Sistemi missilistici contraerei

per l'autodif. a bassa quota 40 270 1986

4. Sistemi missilistici contraerei

per l'autodifesa a bassissima

quota (b) 125 1986

5. Programma di miglioramento

del missile Hawk (HELIP) (c) 79,2 ?

(sostituisce l'ammodernamen.

del cannone contraereo 40/70) (120) (60) (1982)

6. Armamento controcarro a

corta, media e lunga gittata (d) 443 1986

7. Autocarri leggeri da 2 ton. 3.000 78 1981

8. Carri da combattimento

Leopard 120 67 1979

9. Carri ausiliari Leopard 160 118 1983-84

10. Veicoli corazzati da

combattimento VCC-1 300 34,2 1979

11. Veicoli corazzati da combatt.

versione nazionale VCC-80 (e) 12 1983

12. Apparati per la visione e

per il tiro notturno - 58 1983

13. Stazioni radio portatili e

veicolari e HF modulari 5.800 52 1984

14. Apparecchiature per il

pontenziam. della rete TLC

territoriale - 30 1981

15. Calcolatori per la gestione

statistica dei materiali 72 5 1980

TOTALE 1.538,4

16. Complessi traino per

trasporto mezzi corazzati 70 14 _

17. Scorte munizioni - 88 -

18. Drones a medio e lungo

raggio 84 20 -

19. Meccanizzazione della

logistica - 20 -

20. Autocarri da trasporto

medi (4-5 tonn.)

e/o autocarri pesanti

da 7-10 tonnellate 4.900 171,5 -

21. Sistema avanzato di

condotta del tiro per carro

Leopard (SACT) - 120 -

22. Sistemi automatizzati per

artiglierie terrestri 25 25 -

TOTALE 458,5

(a) Stanziamento già finanziato.

(b) Quantitativo da definire.

(c) Ventidue serie di corredi di modifica di batteria, sei sistemi di comando e controllo di Gruppo AN/TSQ - 73, con relativo supporto tecnico.

(d) Quantitativo da definire in relazione alla scelta dei sistemi

d'arma.

(e) Ricerca e sviluppo.

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Bisogna precisare che i programmi di riserva erano stati proposti »in alternativa ... »qualora vincoli di ordine tecnologico-industriale non consentissero l'attuazione dei programmi previsti .

In ogni caso, a soli sei mesi dall'approvazione della Legge 372/77 che stabiliva uno stanziamento base di 1.115 miliardi, l'Amministrazione della Difesa proponeva un aumento di circa 400 miliardi.

Nel bilancio di previsione per il 1979 la spesa per il programma sale a 1.985 miliardi. Nell'allegato D a questo stato di previsione è già presente una modificazione del programma e il primo sfondamento della durata decennale del programma di spese stabilito dalla legge. Infatti gli autocarri da 2 tonn. si moltiplicano e passano da 3 mila a 3800, e il programma di spesa per il sistema missilistico contraerei per la autodifesa a bassissima quota supera il 1986.

Nel bilancio di previsione per il 1981 la spesa per il programma aumenta ancora a 3.558 miliardi. Nello stato di previsione per il 1982 la spesa balza a 4.374 miliardi: un aumento del 292 per cento rispetto alla previsione della legge n. 372/77. Anche valutando il fabbisogno per il programma in lire costanti 1976 si passa da 980 miliardi della Legge promozionale (1.115 correnti) a 1.970 miliardi del 1982 (4.374 correnti) con un incremento del 101 per cento!

Diviene a questo punto ripetitivo denunciare la truffa realizzata ai danni del Parlamento e del Paese. La rimandiamo quindi alle valutazioni dei capitoli precedenti e proviamo ad analizzare nei dettagli il bilancio e gli allegati allo stato di previsione per il 1982.

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TABELLA N. 33

In miliardi di lire

PROGRAMMA Onere al Onere Incremento Quota Attuazione

Legge 372/77 dic. 77 1982 (tra parentesi post 1986

in lire costanti)

"Artiglierie apparati per l'acquisizione

obiettivi e automazione del tiro"

1. Cannone da 155/39 FH-70:

a) programma base 147 450,8 206% - 35%

2. Radar acquisizione obiettivi e

sorveglianza campo di battaglia 20 57,2 186% - -

(60%)

"Sistemi contraerei per la difesa a

bassa e bassissima quota"

3. Sistemi msl. c/a camp. per la

difesa a bassa quota 270 400 48% 250 -

4. Sistemi per la difesa a bassa

quota e autodifesa:

a) smv. pluricanna da 25 m/m - 388 - 200 -

b) sistema msl. portatile per autodifesa - 225 - 205 -

TOTALE 125 613 390% 405 -

5. Miglioramento sistema c/a HAWK-HELIP:

a) PIP - 34,7 - - 80%

b) AN/TSQ-73 - 95,9 - - 5%

TOTALE 79,2 130,6 65% - -

"Lanciarazzi sistemi msl. ed elc. armati per la

difesa c/c a corta, media e lunga gittata".

6. Sistemi c/c:

a) c.g. (Folgore) - 60 - - -

b) m.g. (Milan) - 800,5 - 271,7 10%

c) elicotteri c/c A-129 - 472 - 162 -

TOTALE 443 1.332,5 200% 433,7 -

(63%)

"Mezzi ruotati, cingolati e corazzati da trasporto,

combattimento e ausiliari e relativi apparati

per la visione e il combattimento notturno".

7. Autocarri da 2 tonn. 78 124 59% - 90%

8. Carri da combattimento »Leopard

a) carri da combattimento - 121,7 81% - 90%

b) munizionamento - 57,4 - - 30%

c) ricambi:

c1) parte mot. - 60,4 - - 100%

c2) parte art. - 20,5 - - 53%

d) ausili didattici:

d1) parte mot. - 20 - - 83%

d2) parte art. - 44,1 - - -

e) sistema avanzato di tiro - 160 - - -

TOTALE 67 484,1 622% - -

9. Carri ausiliari:

a) soccorso

b) pioniere 118 350 196% - -

c) gittaponte (60%)

10. Veicolo cor. da combattimento (VCC-1) 34,2 49,7 45% - 90%

(18,5%)

11. Veicolo cor. da combattimento versione

nazionale (VCC-80) programma di sviluppo 12 37,6 208% - 90%

(70%)

12. Apparati per visione e tiro notturno:

a) 1ª fase - 88,7 - - -

b) 2ª fase - 80,3 - 3,5 -

TOTALE 58 169 191% 3,5 -

(70%)

"Stazioni radio ed apparecchiature TLC"

13. Stazioni radio:

a) veicolari e radio - 27,7 (35%) - 100%

b) HF-BLU a lunga portata e relativi

gruppi elettrogeni - 56,5 (15%) - -

TOTALE 52 84,2 61% - -

14. Apparecchiature per il potenziamento della

rete TLC territoriale:

a) materiale di competenza TELECOMDIFE - 80 - - 51%

b) materiali di competenza di AMAT - 2,6 - - -

TOTALE 30 82,6 175% - -

(10%)

"Apparati per l'automazione delle operazioni

di gestione"

15. Calcolatori per la gestione statistica

dei materiali 5 9,2 84% - 74%

(36%)

TOTALE 1.538 4.374,5 - 1.092 -

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Allegra dissipazione dei soldi dei contribuenti

Gli incrementi di spesa per i singoli programmi denunciano sia i vizi di gestione già analizzati nei capitoli relativi a Marina e Aeronautica, sia l'illegittimo gonfiamento del programma, del numero dei sistemi d'arma e del tipo. E' il caso degli armamenti contro carro per i quali è previsto un aumento della spesa del 200 per cento (per la vicenda del Milan rimandiamo al capitolo n. 4), dei missili contraerei per l'autodifesa a bassissima quota (+ 390 per cento), dello sviluppo del VCC 80. L'incremento del 196 per cento della spesa per i carri Leopard è determinato invece, in maniera prioritaria, dalla aggiunta di altre dotazioni e dall'inserimento nel programma di legge di un sistema che era previsto in riserva e cioè in sostituzione di altro sistema. La spesa per le nuove dotazioni e il sistema avanzato per i Leopard raggiunge i 362,4 miliardi e cioè il 74 per cento dell'intero onere per il 1982. Questi stanziamenti non sono stati mai autorizzati.

Entriamo nel pieno della illegalità se prendiamo in esame i cosiddetti programmi ordinari che, secondo il documento allegato (7.1), ammontano a 1270 miliardi. Sommando a questa cifra i 185 miliardi contenuti nella tabella F del bilancio, la spesa assolutamente discrezionale dell'Esercito ammonta a 1.455 miliardi, e cioè il 33 per cento della spesa totale.

Ad oggi abbiamo quindi un impegno di spesa esclusivamente riferito al capitolo 4011 di 5.929 miliardi. Si riferiscono a programmi realizzati circa al 30 per cento e con contratti stipulati che coprono il 33 per cento delle spese preventivate. E' quindi prevedibile nei prossimi dieci anni un incremento di spese ben al di sopra del tasso di inflazione a causa dei meccanismi di sottostima iniziale dei programmi e di gonfiamento degli stessi che abbiamo già analizzato.

Possiamo quindi dare una risposta alla domanda iniziale sulla aderenza del programma di ammodernamento alla ipotesi iniziale degli Stati Maggiori e cioè al mantenimento del livello di forza precedente o, invece, sulla pretestuosità del processo di ristrutturazione e ammodernamento al fine di coprire ambizioni di »grandezza militare mai confessate.

Crediamo che la pur limitata ricerca contenuta in questo capitolo ci costringa a proporre un'altra soluzione, diversa da quelle inizialmente proposte.

Se in effetti l'incremento della spesa militare e lo straripamento dei programmi preventivi ci spingerebbe, a prima vista, a parlare con certezza di spasmodico processo di riarmo dell'Esercito, i modesti risultati raggiunti, la diluizione dei programmi e soprattutto il confronto con l'escalation »militare esterna ci convincono del fatto che, da una parte il Ministro della Difesa non intende modificare la natura »assistenziale e clientelare delle Forze Armate, dall'altra le ambizioni di »grandezza , sono decisamente velleitarie. In poche parole (sempre prescindendo dalle convinzioni del Relatore di minoranza sulla pericolosità di ogni processo che distolga risorse da quelle iniziative che, con un rapporto costo-efficacia altissimo, potrebbero essere realizzate per garantire la sicurezza del nostro Paese aggredendo pacificamente quei nodi economici e politici che oggi rappresentano la vera minaccia alla pace) la effettiva realizzazione di un esercito capace di tenersi al passo con la rapidissima evoluzione t

ecnologica dei sistemi d'arma, comporterebbe un onere di due o tre volte superiore a quello, pur insopportabile, proposto da Lagorio.

In questa situazione i denari del contribuente, oltre ad essere utilizzati per strumenti che prima o dopo dovranno essere utilizzati per uccidere, sono letteralmente gettati a mare, anche dal punto di vista strettamente militare, perché capaci di realizzare uno strumento bellico utile tutt'al più per le celebrazioni di piazza e per i noti »affari . Dovremmo quindi prendere atto realisticamente che oggi, non solo la difesa militare del Paese comporta necessariamente la distruzione del difeso, ma che lo sviluppo tecnologico degli armamenti non consente, se non con inammissibili sacrifici, la realizzazione di uno strumento »teoricamente efficace.

Vocazione parassitaria degli industriali della guerra

Chiudiamo questo capitolo con una ultima considerazione sui »benefici all'industria bellica nazionale. Per quanto riguarda l'Esercito su una spesa già effettuata di 1.446 miliardi sono stati trasferiti all'estero per importazione di componenti ben 345 miliardi e cioè il 23,8 per cento.

Come abbiamo visto nei capitoli precedenti la percentuale dell'import tende ad aumentare in relazione al completamento del programma e cioè dal passaggio dalla costruzione delle componenti elementari dei sistemi d'arma all'assemblaggio dei sistemi elettronici di puntamento.

I »benefici all'industria devono perciò essere drasticamente ridimensionati e ricondotti a puri profitti di produzione. Modesta diviene la »ricaduta tecnologica e riserve devono essere avanzate sullo »stato di salute di una industria così assistita e privilegiata, così poco incline a rischiare capitali nello sviluppo di ricerche di prodotti »civili con cui concorrere nel libero mercato.

Piuttosto sembra che il problema principale degli industriali della guerra e dei militari sia quello di assicurare rigide garanzie di programmazione delle costruzioni e quindi solide prospettive di »sistemazione occupazionale, non solo per gli operai usati come strumento di ricatto, ma soprattutto per una classe dirigente parassitaria che appare perfino più interessata a garantirsi un sicuro »futuro che a perseguire disegni strategici di un qualche rilievo.

L'impressione che emerge da questa ultima analisi di un capitolo di bilancio nel quale sono essenzialmente iscritte spese per trasferimento di fondi ad aziende che apparentemente si muovono con procedure decisionali diverse da quelle della burocrazia amministrativa dello Stato, che dovrebbero essere inserite organicamente e a pieno titolo nel tessuto del capitalismo avanzato, nei settori industriali tecnologicamente emergenti, è quella del prevalere, nonostante tutto, di logiche assistenziali che credevano relegate all'area dell'Amministrazione.

La miope difesa degli attuali livelli produttivi, la pigra soddisfazione dei successi realizzati nell'esportazione, sembra predominare sulle diverse preoccupazioni sul futuro di un settore industriale che rischia di consumare a tempi brevi la favorevole situazione del mercato.

E' questo il rischio più preoccupante perché, nel momento in cui s'affacciasse la crisi della produzione bellica, avremmo una classe dirigente impreparata, senza programmi alternativi, e quindi pericolosamente disponibile per avventure politiche sulle quali scaricare la propria irresponsabilità.

Proviamo infatti a pensare cosa potrebbe succedere nel momento in cui l'impegno di spesa globale di circa 6.000 miliardi per il solo esercito si scontrasse con gli altri faraonici programmi di spese delle altre Armi e con la probabile indisponibilità di risorse dello Stato.

Le prime avvisaglie sono già presenti all'annuncio di una variazione di bilancio di 55 miliardi per i tre capitoli di riarmo delle tre Forze Armate, che ha già prodotto reazioni isteriche nel mondo dell'industria militare e scontate minacce di licenziamenti. Quando ii ridimensionamento della spesa non potrà non raggiungere livelli ancor più consistenti, i pericoli per le istituzioni repubblicane rischieranno di diventare altissimi.

Anche solo l'opera di ridimensionamento, oggi, dei programmi di spesa reali che, irresponsabilmente, le forze politiche si apprestano ad autorizzare, rappresenta una tempestiva riduzione dei rischi di »delusione che necessariamente interverrà quando, a conti fatti, si prenderà coscienza dell'incompatibilità dei programmi di riarmo con le disponibilità del Paese. E' questo un efficace antidoto per le tentazioni di semplificazione autoritaria che si potrebbero manifestare nel momento in cui s'interrompessero le »fortune dell'industria della morte.

Nota aggiuntiva

Anche per l'Esercito alleghiamo la tabella sui programmi »ordinari contenuta nel documento »Elementi per le relazioni parlamentari sullo stato di previsione per l'anno 1982 consegnato solo ai deputati di maggioranza (allegato n. 7.2) e la previsione di entrata in servizio di alcuni mezzi (allegato n. 7.3).

 
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