SOMMARIO: La cambiale fatta sottoscrivere al paese per i fabbisogni di cui ai capitoli 4011, 4031 e 4051, a prezzi correnti, è di lire 21.580 miliardi, mentre a lire costanti 1976-77 è di lire 10.401 miliardi. - Gli incrementi di spesa rispetto alle autorizzazioni iniziali, non giustificabili dal processo inflattivo, sono, secondo indici in difetto, del 103,4 per cento per l'Aeronautica, dell'87,9 per cento per l'Esercito e del 54,1 per la Marina. - Tenuto conto delle spese già effettuate per l'attuazione dei programmi delle leggi promozionali e per i programmi di »bilancio ordinario restano ancora da spendere oltre 16.000 miliardi. - Prevedendo gli aumenti dei costi, e ipotizzando per gli anni successivi all'82 un tasso di inflazione del 15 per cento, inferiore cioè al tetto del 16 per cento, la spesa globale 1986-87 per le sole leggi promozionali, e non per i programmi di bilancio ordinario, è di circa 50.000 miliardi. - Sia la classe politica che l'opinione pubblica tenute completamente all'oscuro della
follia militarista. - Tra l'altro non meno di 8000 miliardi, sui 21.000 relativi al fabbisogno complessivo, sono stati o saranno trasferiti all'estero: così si ridimensionano fortemente anche i benefici che trarrebbe l'industria nazionale della guerra.
("L'ITALIA ARMATA" - Rapporto sul ministero della guerra - di Roberto Cicciomessere - Gammalibri, Milano, luglio 1982)
Ruolo decisionale ambito dai militari
Se l'analisi dei singoli capitoli di spesa per l'»ammodernamento delle forze armate ha fotografato i »trucchi messi in atto dai militari per raggirare il Parlamento e i contribuenti, la valutazione complessiva e la proiezione nel prossimo quinquennio della spesa per armamenti dovrebbe produrre un serio allarme fra tutte le forze politiche responsabili per le »cambiali che, forse inavvertitamente, sono state fatte sottoscrivere al Paese. Sono cambiali che non solo il Paese non sarà in grado di onorare, ma che rischiano di produrre »delusioni pericolose soprattutto fra coloro che hanno potuto pensare che il »boom dello sviluppo del complesso militare-industriale potesse dare per lungo tempo molto prestigio a basso prezzo.
Quelle che seguiranno sono valutazioni e proiezioni »benevole , approssimate per difetto - si preventiva per esempio un tasso di inflazione medio del 15% per i prossimi anni - che prospettano uno sviluppo della spesa praticabile solo in uno Stato autoritario. Si badi bene che la stima è operata solo sui tre singoli capitoli di spesa per l'acquisizione di nuovi sistemi di arma e non sugli altri capitoli che riguardano le spese per la manutenzione, l'addestramento (per l'MRCA, la sola spesa addestrativa per la base di Cottesmore ha raggiunto cifre da capogiro) e la modificazione delle strutture ed infrastrutture militari, connesse all'operatività di una nuova generazione di armamenti poco compatibile con la struttura organizzativa e la professionalità del personale permanente delle nostre Forze Armate. E la preoccupazione non attiene tanto alla capacità del personale disponibile di utilizzare appieno le capacità offensive dei più sofisticati sistemi di arma, quanto ai rischi conseguenti all'affidamento di un s
imile potere di condizionamento della spesa pubblica e dello sviluppo di un comparto industriale così rilevante, ad una casta che, anche alla luce degli esempi polacchi e turchi, mostra di ambire ad un ruolo non irrilevante nel processo decisionale della politica del Paese.
La »rampogna del Capo di Stato Maggiore della Difesa, gen. Santini, ai »politici per la loro scarsa considerazione del ruolo decisionale ambito dai militari, è solo un segnale ammonitore sul nuovo pensiero militare che si afferma nelle FF.AA. L'arroganza quasi ricattatoria con la quale il gen. Santini patrocina l'aumento dell'indennità operativa a circa 200 mila lire mensili - di per sé non scandalosa se confrontata con le richieste di altre categorie di lavoratori - dovrebbe almeno mettere in apprensione quei militari e politici che pensano di sfruttare il »malcontento militare per realizzare loschi affari e misere manovre di politica clientelare ed interna.
Valutiamo adesso il fabbisogno globale dei soli capitoli 4011, 4031 e 4051 a prezzi correnti.
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TABELLA N. 34
In miliardi di lire correnti:
MM AM EI Totale
Leggi promoz. 3.774 5.318 4.374 13.466
B. 0. fino all'81 439 754 611 1.804
B. 0. post '81 541 5.033 736 6.310
TOTALE 4.754 11.105 5.721 21.580 *
* Questa cifra corrisponde sostanzialmente a quella indicata da una stima effettuata dal deputato Cerquetti: 20.690.
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Gli importi della voce relativa alle leggi promozionali sono tratti dalla tabella E (sviluppo pluriennale dei programmi) degli allegati 31 (EI), 32 (MM), e 33 (AM) dello stato di previsione della spesa per il ministero della difesa per l'anno finanziario 1982.
Gli importi della voce »B.O. fino all'81 corrispondono agli oneri sostenuti fino a questa data per i programmi cosiddetti »ordinari , determinabili sottraendo alle previsioni di competenza dei capitoli 4011, 4031 e 4051 per i vari anni le aliquote annuali delle leggi promozionali di cui alla tabella E.
La voce »B.O. post '81 risulta dalle seguenti operazioni: per la Marina M. dalla somma degli importi del »documento Bandiera relativo ai programmi aggiuntivi per questa forza armata, con i 78,1 miliardi indicati nella tabella F (programmi di bilancio ordinario) all'allegato 3.2 del bilancio della difesa per il 1982; per l'Aeronautica dalla somma degli importi del »documento Bandiera relativo ai programmi aggiuntivi di riarmo per questa forza armata, con i 4.000 miliardi preventivati per la produzione di 200 caccia AM-X, con i 915,5 miliardi indicati nella tabella F contenuta nell'allegato 33 dello stato di previsione della difesa per il 1982 concernente i programmi di bilancio ordinario mai autorizzati dal Parlamento; per l'Esercito dalla somma degli oneri indicati per i »programmi ordinari indicati dal »documento Bandiera e di quelli riportati nella tabella F all'allegato 31 del bilancio di previsione per la difesa del 1982.
Bisogna sottolineare che, in particolare per quanto riguarda i programmi di bilancio ordinario, gli oneri sono sottostimati, riguardando programmi di costruzioni avviati solo da pochi anni.
Riproponiamo ora lo stesso conteggio del fabbisogno finanziario dei programmi di riarmo delle tre FF.AA. in valori costanti. E' questa una operazione matematica ineccepibile dal punto di vista monetario, ma che rischia di rimuovere le responsabilità di chi ha dilazionato, oltre i termini stabiliti dalla legge e dai programmi iniziali, la spesa annuale.
Per la determinazione dei valori della tabella che segue, è stato impiegato, come deflattore, l'indice dei prezzi al consumo, e cioè un riduttore più elevato di quello dei prezzi all'ingrosso per ogni settore merceologico.
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TABELLA N. 35
In miliardi di lire costanti 1976:
MM AM EI Totale
Leggi promoz. 1.913 2.574 2.095 6.582
B. 0. fino all'81 219 430 313 962
B. 0. post '81 245 2.279 333 2.857
TOTALE 2.377 5.283 2.741 10.401
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Può essere utile confrontare l'aumento, in termini reali, con le »pretese di spesa avanzate dai »libri bianchi delle tre FF.AA.
Per la Marina, rispetto alle richieste iniziali degli Stati Maggiori di 1.640 miliardi, si registra un aumento del 44,9%; rispetto a quelle dell'Aeronautica (4.600) l'aumento, sempre in termini reali, raggiunge il 14.8%, mentre per l'Esercito è più contenuto perché, a fronte di una richiesta iniziale di 2.500 miliardi, si è realizzato un aumento del »solo 9,6%.
16.000 miliardi ancora da spendere
Ma a prescindere dalle richieste dei militari, il confronto, sempre a valori costanti, deve essere fatto rispetto ai programmi formalmente comunicati al Parlamento. Ebbene, in lire 1975 i 3.774 miliardi della »legge navale corrispondono a 1.641, cioè il 64,1% in più rispetto ai 1.000 miliardi autorizzati dalla legge n. 57 del 1975.
Se facciamo lo stesso confronto per i programmi dell'Aeronautica e dell'Esercito - ma in lire 1976 - risulta che rispetto alle autorizzazioni iniziali di 1.265 (AM) e 1.115 (EI) miliardi, l'incremento reale è stato del 103,4% per l'Aeronautica e dell'87,9% per l'Esercito.
incremento stime incremento leggi
libro bianco promozionali
Riarmo MM + 44,9% + 64,1%
Riarmo AM - 14,8% + 103,4%
Riarmo EI + 9,6% + 87,9%
Queste valutazioni, per le quali abbiamo fornito l'indicazione precisa delle operazioni matematiche, e che, ripetiamo, sono realizzate con indici minimizzati per difetto, dimostrano in modo inoppugnabile l'entità degli incrementi di spesa, non giustificabili dal processo inflattivo, operati illegittimamente dall'amministrazione della Difesa. Si è trattato, nel maggior numero dei casi, di dolose sottostime iniziali, finalizzate alla truffa del Parlamento e di variazioni sia dei programmi iniziali, attraverso l'aggiunta di nuovi sistemi d'arma, sia delle specifiche tecniche dei singoli sistemi. Usando le espressioni tautologiche e paradigmatiche tanto in voga tra i militari, siamo di fronte all'effetto »albero di natale che, anno dopo anno, viene adornato con nuove palle e nuovi marchingegni.
In ogni caso siamo già ad un impegno di spesa per l'intero programma di riarmo che raggiunge i 21.000 miliardi in lire correnti e i 10.000 miliardi in lire costanti.
Tenendo conto che ad oggi sono stati spesi, in termini correnti 916 miliardi per l'Esercito, 1.301 miliardi per la Marina e 1.399 miliardi per l'Aeronautica, e cioè 3.616 miliardi, rimangono ancora da spendere 3.458 miliardi per l'Esercito, 2.473 miliardi per la Marina e 3.918 miliardi per l'Aeronautica e cioè 9.849 miliardi. Queste cifre si riferiscono esclusivamente ai programmi associati alle leggi promozionali. Valutando anche le spese già effettuate per i programmi »di bilancio ordinario , su 21.000 miliardi del fabbisogno globale di cui alla tabella n. 34, rimangono ancora da spendere più di 16.000 miliardi. E' questo il valore della cambiale sottoscritta dal Ministro Lagorio per conto dei contribuenti italiani. Ma sono reperibili per i prossimi anni risorse sufficienti per far fronte a questi impegni di spesa? E' semplicemente folle pensarlo. Ma una analisi corretta del costo reale della cambiale, per i prossimi anni, deve tener conto anche dei prevedibili incrementi di spesa e del tasso di inflazione
.
Proviamo quindi a valutare il costo nei prossimi anni di questo »albero di natale del riarmo attraverso successive operazioni matematiche.
Il progetto di riarmo di Lagorio costerà 50.000 miliardi nel 1987
Realizziamo quindi una proiezione dei costi 1981 dell'attuale programma (come abbiamo precedentemente visto i programmi oggi conosciuti sono destinati ad aumentare - per esempio con la acquisizione dei velivoli V/STOL per la portaerei e in generale per la componente aeronautica della Marina; per il velivolo intercettore dell'Aeronautica che dovrà sostituire l'F 104 S e per la nuova generazione di armi controcarro) utilizzando come indice di incremento quello registrato fino ad oggi (anche questo indice è sottostimato in relazione al fenomeno, già registrato nei precedenti capitoli, dell'aumento della percentuale di incremento per alcuni sistemi d'arma nel passaggio dalla realizzazione della »piattaforma alla acquisizione delle apparecchiature elettroniche e dell'armamento) e cioè prevedendo un aumento dei costi per la Aeronautica del 100% (contro il 103,4% registrato), per l'Esercito dell'85% (87,9 reale) e per la Marina, in 6 anni, del 60% (64,1% reale). Per gli anni successivi al 1982 si ipotizza, inoltre
, una inflazione del 15% annuo.
Fabbisogno riarmo EI (leggi promoz.) 16.500 (1986)
Fabbisogno riarmo AM » 21.500 (1986)
Fabbisogno riarmo MM » 12.000 (1987)
TOTALE 50.000
Queste proiezioni sono state sviluppate, a prezzi 86-87 solo per le leggi promozionali e non per i programmi di bilancio ordinario.
Se operiamo, con lo stesso modo, sulla spesa di »bilancio ordinario la proiezione, in lire correnti, al 1986 ci fornisce le seguenti stime: 20.000 miliardi per l'Aeronautica e 2.700 miliardi per l'Esercito; in lire correnti 1987, circa 1.700 miliardi per la Marina.
Il fabbisogno globale quindi per i soli tre capitoli 4011, 4031 e 4051 relativi all'acquisizione di nuovi sistemi d'arma e di mezzi militari, sia per quanto riguarda i programmi associati alle leggi promozionali che per quelli cosiddetti di bilancio ordinario, per gli anni 1986-87 è stimabile nei seguenti valori:
Esercito (1986) 19.200 miliardi
Aeronautica (1986) 41.500 miliardi
Marina (1987) 13.700 miliardi
TOTALE 74.400 miliardi
Ricordiamo che lo sfasamento degli anni è determinato dal fatto che il programma di ammodernamento della Marina è iniziato nel 1976 e quindi gli incrementi di spesa rilevati sono riferiti ad un periodo più lungo di un anno rispetto a quello delle altre due armi. Poiché questi parametri d'incremento sono stati utilizzati nella proiezione, è stato necessario prolungare di un anno quella relativa alla Marina.
Sono queste, naturalmente, cifre solamente indicative dei valori correnti di spesa prevedibili negli anni 86-87.
A questo punto non possiamo affermare con sicurezza che il Ministro Lagorio sia perfettamente informato del fatto che il suo progetto di »ammodernamento delle FF.AA. costerà, a prezzi 1982, più di 21.000 miliardi, e sarà costato, nella migliore delle ipotesi, negli anni 1986-87 circa 50.000 miliardi. Sicuramente possiamo affermare che la classe politica nel suo complesso, l'opinione pubblica, sono tenute completamente all'oscuro dell'entità reale di questa follia militarista.
Bisogna ricordare a questo proposito, che le stime effettuate corrispondono alle previsioni di produzione dell'industria bellica. In poche parole, l'attuale livello occupazionale di 90.000 addetti nell'industria della Difesa e il conseguente fatturato annuo capace di mantenere lo stesso livello occupazionale può essere ottenuto soltanto prevedendo livelli di spesa corrispondenti a quelli precedentemente determinati. E' quindi facilmente immaginabile la conseguenza di un drastico ridimensionamento della spesa sull'industria bellica.
Proprio per queste ragioni di natura esclusivamente finanziaria è necessario prevenire le devastanti conseguenze di una improvvisa riduzione dell'incremento di spesa per gli armamenti, attraverso un'azione congiunta per il ridimensionamento dei programmi di ammodernamento e per la conversione civile, o almeno la diversificazione produttiva, dell'industria bellica.
Proviamo adesso a valutare i »benefici del processo di riarmo sull'industria bellica. Per definire con una certa precisione il fatturato dell'industria bellica nazionale è necessario fissare alcune premesse. Per prima cosa dobbiamo verificare se la nostra stima sui capitoli di bilancio relativi agli armamenti risulta confermata da altre stime attendibili. Poiché il Ministro della Difesa afferma che nel 1980 le commesse all'industria hanno raggiunto i 1.700 miliardi, il nostro conteggio effettuato sul rendiconto della spesa dello Stato, per lo stesso anno, sui capitoli di bilancio indicati all'inizio della relazione appare attendibile, poiché prospetta un trasferimento di 1.790 miliardi all'industria nazionale. Ma per valutare il fatturato reale dell'industria nazionale è necessario sottrarre il valore dell'importazione. A questo proposito prendiamo per buona l'affermazione del Ministro secondo la quale il 70% delle commesse è stato speso in Italia. Inoltre poiché gli industriali della guerra sono unanimi ne
ll'affermare che il loro fatturato è esattamente il doppio di quanto viene assorbito dal mercato interno, e cioè che esportano per il 50% del fatturato, dobbiamo raddoppiare la cifra risultante dalla sottrazione del totale delle commesse della Difesa con l'import.
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TABELLA N. 36
In miliardi di lire correnti:
Spesa armamenti import 30% Fatturato industria
1979 1.382 414 1.934
1980 1.790 537 2.506
1981 2.301 690 3.221
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Queste stime sono però viziate dalla premessa iniziale riguardante la valutazione del valore dell'importazione che è stata fissata nel 30%.
Trasferiti all'estero 8.000 miliardi su 21.000
Proviamo quindi a fare una stima più precisa dell'import, consultando attentamente i verbali dei Comitati istituiti dalle leggi promozionali. La valutazione può però essere fatta per un periodo diverso da quello dell'anno solare e cioè da agosto-agosto.
Prendiamo quindi come base di valutazione dell'import un periodo agosto 1979-agosto 1981 per i programmi di riarmo dell'Esercito e della Marina.
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TABELLA N. 37
Contratti stipulati in miliardi di lire:
a) totale spesa b) estero c) Italia b/a in %
Esercito 79-81 937,8 280,9 656,9 29,9
Marina 79-81 721,9 207,2 514,7 28,7
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Questa tabella confermerebbe la stima del Ministro Lagorio che fissa nel 30% l'importazione di componenti e sistemi da parte dell'industria bellica per la realizzazione degli armamenti commissionati dalla Difesa.
Rimane il punto interrogativo costituito dai documenti di bilancio relativi al programma aeronautico, e in particolare al programma di sviluppo e costruzione dell'MRCA Tornado.
Se infatti ci si limita nel valutare l'import al caso dell'MB 339 si ottiene, ancora una volta, la conferma dei dati forniti da Lagorio: l'import ha assorbito il 26,6% degli impegni di spesa per questo programma.
Se invece includiamo la spesa per l'MRCA, nell'ipotesi che l'88% del valore di questo velivolo sia assorbito dalla produzione realizzata dagli altri partners europei - come sembra incontestabile - la valutazione sull'incidenza dell'import sui programmi nazionali cambia notevolmente.
Facendo quindi una stima prudenziale sul capitolo 4051 (AM) che tenga conto del peso del programma Tornado, possiamo affermare che almeno il 70% del valore sia stato trasferito all'estero e cioè circa 408 miliardi. Per determinare quindi il valore medio reale dell'import sull'intero valore delle commesse del 1980, sottraiamo ai 1.790 miliardi della spesa per armamenti, i 583 miliardi corrispondenti alla spesa relativa all'Aeronautica, determinando così il valore della spesa per l'esercito e la Marina (1.790 - 583 uguale 1.207 miliardi). Solo su questo valore calcoliamo l'import al 30%: 381 miliardi. Quindi sui 1.700 miliardi di spesa per il 1980, il trasferimento all'estero ammonterebbe a 789 miliardi che rappresenta il 44%.
E' evidente che se questi calcoli sono esatti, la stima sul fatturato reale dell'industria bellica nazionale si riduce notevolmente.
Per esempio per il 1980 il fatturato risulterebbe di circa 2 mila miliardi.
Questa cifra appare attendibile se confrontata con la stima dichiarata dall'Associazione Nazionale Industrie elettroniche ed elettrotecniche, davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta e di studio sulle commesse di armi e mezzi ad uso militare e sugli approvvigionamenti. L'ing. Frattalocchi, smentendo le cifre indicate dal Ministro Lagorio, ha infatti indicato in circa 2 milia miliardi il fatturato dell'industria della difesa, nel 1980, con circa 80 mila-90 mila addetti il 60% dei quali assorbiti dall'indotto.
Se riteniamo quindi attendibile la percentuale dell'import prima ricavata, dobbiamo concludere che non meno di 8 mila miliardi sul fabbisogno complessivo di 21 mila miliardi necessario per la realizzazione del programma globale di riarmo, sono stati o saranno trasferiti all'estero.
E' questo un netto ridimensionamento dei »benefici apportati all'industria nazionale dai programmi di »ammodernamento delle forze armate.
Nella tabella che segue abbiamo analizzato la composizione della spesa effettuata in Italia nei vari settori industriali.
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TABELLA N. 38
Composizione per settori della spesa effettuata in Italia. Marina dal 1975 al 1981; Esercito e Aeronautica (a) dal 1977 al 1981. M uguale miliardi di lire.
Marina Esercito Aeronautica Totale
M % M % M % M %
Cantieristica 1028,4 70,1 - - - - 1028,4 36,9
Meccanica 135,3 9,2 895,5 81,1 - - 1030,8 37,0
Elettronica 247,1 16,8 75,1 6,8 107,3 50,8 429,5 15,5
Chimica 18,3 1,3 134,1 12,1 - - 152,4 5,5
Aeronautica 38,9 2,6 - - 104,0 49,2 142,9 5,1
TOTALE 1468,0 100,0 1104,7 100,0 211,3 100,0 2784,0 100,0
(a) Per l'Aeronautica sono compresi, all'interno della legge promozionale, i soli programmi MB-339, Spada - Aspide.
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Dall'analisi di questi dati, i settori maggiormente beneficiati sarebbero quelli della cantieristica e della meccanica. Seguirebbe a circa 12 punti il settore elettronico. Abbiamo usato il condizionale perché questa stima fotografa la prima fase dello sviluppo che, come abbiamo già visto, privilegia le attività industriali di base e cioè quelle relative alla realizzazione delle »piattaforme dei vari sistemi d'arma. In prospettiva dovrebbero invece prevalere i settori elettronico e aeronautico, anche in relazione alle percentuali maggiori di stanziamenti destinati per armi ad alto contenuto di componenti elettroniche e per i velivoli militari.