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Pannella Marco - 10 luglio 1982
Diritto all'identità
Editoriale di Marco Pannella per N.R.

SOMMARIO: Invoca, come inalienabile in democrazia, il "diritto alla propria identità, alla propria storia, alla propria vita". Tale diritto è stato invece "crudelmente stravolto" nei confronti di Giovanni Negri e dei militanti, "censurati e abrogati dalla stampa scritta e parlata" assieme alle loro iniziative. Per questo motivo egli stesso "ha posto in essere l'estrema arma della nonviolenza" "di fronte al rischio di sterminio" per decine di milioni di persone. Enumera quindi i risultati già comunque conseguiti nell'informazione grazie a queste iniziative.

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(COMUNICATO STAMPA, 10 luglio 1981)

C'è un diritto alla propria identità, alla propria storia, alla propria vita che dovrebbe essere, in democrazia, inalienabile.

Ho posto in essere l'estrema arma della nonviolenza, di fronte al rischio di sterminio intatto e aggravato di decine di milioni di persone, non per polemica verso chicchessia, non per convincere chi ha altre convinzioni, ma per sostenere in questo modo le tante, prevalenti speranze e intenzioni del mondo politico e istituzionale italiano, in sintonia e concordia con ministri dello Stato, ministri della Chiesa, oltre che gli 80 Premi Nobel, la stragrande maggioranza di parlamentari europei, i Sindaci italiani presentatori della proposta di legge di iniziativa popolare. Ho detto, ripetuto, tentato di gridare questa semplice verità: è per contribuire a rafforzare moralmente, nelle ore decisive, questo inedito e prestigioso, possente fronte della vita, contro i pericoli di una politica disavvezza a sperare ed a credere in se stessa che ho compiuto e sto compiendo il mio dovere di nonviolento e di radicale. I mass-media sono ancora una volta riusciti a stravolgere il senso di questa azione e di questo messag

gio, che - in altro modo - era lo stesso di quello di Spadaccia, Vecellio, Negri.

Spadaccia e Vecellio sono riusciti ad ancorarsi al cuore stesso del problema: le istituzioni dovevano riuscire a rispettare le intenzioni e gli annunci tante volte dati, in uno scadenziario di decisioni finalmente precisato e acquisito. Senza questa loro lotta la mia non sarebbe stata nemmeno tentabile.

Giovanni Negri è - per suo conto - riuscito a realizzare un'azione di straordinario valore politico e civile: il fronte che ha unito e unisce in questi giorni la Commissione Parlamentare di Vigilanza (cioè il Parlamento), il Consiglio di Amministrazione della RAI-TV, una parte rilevante dei giornalisti e degli operatori radiotelevisivi delle più diverse famiglie politiche in una presa di coscienza senza precedenti dei limiti e dei pericoli che gravano sul funzionamento del servizio di Stato dell'informazione radiotelevisiva, deve molto alla sua iniziativa di dialogo, di collaborazione, di disarmata, quotidiana scelta di attiva fiducia e di speranza verso coloro che da sempre non apparivano che come avversari e nemici. Questa azione ha portato ad almeno questi risultati:

1. si è isolata con ogni evidenza l'area, ristretta anche se potentissima, di color che erigono un muro deliberato fra paese e politica democratica, fra diritto alla conoscenza come fondamento del gioco democratico e sistematica violenza dell'inganno; quest'area ha reagito quasi con disperata determinazione a violare la legge, i regolamenti, ogni principio morale e professionale;

2. si è ottenuto che in margini significativi e consistenti dell'informazione audiovisiva, e in gran parte di quella radiofonica, circolasse una informazione inedita sulle lotte contro lo sterminio per fame nel mondo, preziosa per queste ore.

E, infine, ha consentito alla teoria e alla pratica delle lotte nonviolente radicali un prezioso passo in avanti, per il quale lo ringrazio in modo particolare, così come ringrazio tutti e ciascuno gli impareggiabili compagni del Partito Radicale, quelli che stanno consentendo più che mai, a questa organizzazione di poco più di 1500 cittadini europei, di dar corpo, letteralmente, ad una politica di pace, di vita, di speranza.

Ma era ed è necessario, vitale, in queste ore sempre drammatiche e di straordinario segno, ricordare e chiedere il diritto alla propria identità che m'è parso spesso crudelmente stravolto per quanto riguarda Negri e me stesso, e negato ai parlamentari e ai militanti che hanno in questi giorni ( e su questo dovremo presto tornare) operato e operano con forza, intelligenza e dedizione strenue, censurati e abrogati dalla stampa scritta e parlata.

A qualche ora dalla ripresa del mio digiuno, sappiano quanta forza ed amore per la vita e i nostri ideali essi mi danno e devo loro.

Siamo oramai sul punto di farcela; sono ormai sul punto di vivere milioni di persone già iscritte all'anagrafe dello sterminio. Sarà ancora tremendamente difficile, ma ce la faremo, dobbiamo farcela.

Marco Pannella

 
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