di Marco PannellaSOMMARIO: Il progetto di legge dei sindaci contro lo sterminio per fame naviga nelle secche della politica partitocratica, impermeabile a qualsiasi senso di urgenza. Il Partito radicale propone emendamenti alla legge che ne consentano nonostante tutto l'immediata approvazione nelle Commissioni parlamentari e il più rapido licenziamento da parte delle Assemblee.
Dal primo degli italiani, raramente così silente e discreto, all'ultimo che digiuna perché vi sia pane per chi muore di fame, ciascuno giudichi nella sua coscienza se le parole di Giovanni Paolo II - i suoi due discorsi di stamane - gli siano o no anche rivolti, e giudichi se nelle intenzioni di chi ha così parlato si sia potuto prescindere dalla drammatica scadenza che vede impegnato, in queste ore, il Parlamento ad emettere un decreto di vita, o l'ennesima legge-truffa, decreto di sterminio.
Per noi l'appello è chiaro. Dopo gli 80 Nobel, dopo i 184 cardinali e vescovi stranieri, dopo i trenta vescovi italiani che in questi giorni e settimane avevano chiesto l'immediata approvazione della proposta di legge dei Sindaci, dopo i 10 ministri, dopo i Segretari del Psdi, del Pci e del P. Rad., dopo la posizione favorevole della Segreteria della Dc e del Presidente della Commissione Esteri Andreotti, dopo le iniziative nonviolente di digiuno della sete o della fame di centinaia di cittadini, la mobilitazione di decine di migliaia di loro, come ritenere estraneo il monito, estranea l'invocazione proprio oggi pronunciati dal Pontefice: »E' ormai necessario ed urgente che dalle parole si passi ai fatti , e i suoi discorsi per il Vangelo e per l'Angelus?
La nostra risposta a questo appello è la seguente: perché tutti coloro che sono in buona fede possano impegnarsi, sin da martedì, per l'immediata approvazione della proposta di legge in discussione (tre milioni di persone da salvare nel 1982 con tremila miliardi di lire in gran parte reperiti fra le spese militari) accettiamo e proponiamo di così emendarla:
1) I tre milioni da salvare lo saranno nell'arco dei prossimi dodici mesi, fino all'agosto 1983 e non il dicembre 1982;
2) I tremila miliardi riguarderanno in tal modo due e non più un anno finanziario dello Stato;
3) Tale somma non sarà più coperta in gran parte da fondi stanziati per spese militari.
Si tratta di un sacrificio doloroso, perché è sacrificio di vite. Lo facciamo pubblicamente per permettere a ciascun deputato - a questo punto - di assumere le sue responsabilità; a ciascun partito; e anche a ciascun cittadino. Martedì la Commissione Esteri vota; e subito la Commissione Bilancio e l'Assemblea; e poi il Senato.
Chi »se ne lava le mani , chi crede di poter omettere o dimettere un preciso esercizio di responsabilità si sbaglia, condanna.