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Pannella Marco - 2 agosto 1982
LA CAMORRA DEI PARTITI SGOMINA LEGGE E VERITA'
di M. P.

SOMMARIO: Marco Pannella annuncia la volonta' di dimettersi dall'incarico di Segretario del Partito radicale: un Partito, ed un gruppo Parlamentare che - come e' documentato in un dossier sull'informazione - non esiste se non per essere pubblico oggetto di ludibrio e di violenza, di espulsioni e di censure. "Con l'iniziativa delle dimissioni, ho inteso sottolineare una verità, una situazione di fatto gia' acquisita: se per il paese il Segretario del Pr non puo' esistere, allora e' inutile che ci sia".

(NOTIZIE RADICALI N. 28, 2 agosto 1982)

(Nel regime dello sfascio crescono la violenza e la sopraffazione. Sono le "corde della continuità" di questo Stato)

Cari compagni, ho riempito fogli, per una notte intera, ed oltre. Ho ritardato l'uscita di questo giornale, tentando di trovare concetti, frasi, parole non logore e non disperate per meglio comunicarvi le ragioni delle mie dimissioni da Segretario del Partito, il loro significato di lotta, e anche di speranza. Invano.

In troppi ci siamo assuefatti a non credere al valore dell'intelligenza e della parola. Accade quel che avevano previsto, e annunciato; senza forza sufficiente per scongiurarlo, come pure era nel suo contrario, come pure era possibile.

Il sistema dei partiti e delle forze di regime travolge tutto nella melma della sua rovina. Per le nostre generazioni la qualità della vita, e la vita stessa, sono pregiudicate. Il perimetro della violenza e della morte s'estende fuori di noi, e nelle nostre coscienze. Scissa da ragionevolezza e da ragione, la politica diventa folle, com'era sennato prevedere. Questa politica ha oggi paura di sé, di noi, del futuro, del presente, della gente; della propria legge e del mancarvi. La democrazia, offesa per trent'anni, si vendica, e ci lascia; e, con essa, la vita civile.

Non c'è più nessun valore che tenga, che sia rispettato, da questa sciagura accolita di irresponsabili e di impotenti, se non gli attributi violenti del potere e del crimine.

Sterminando centinaia di milioni di nostri simili, colpevoli solamente d'essersi lasciati ridurre - non di rado per mitezza e ingenuità - alla miseria, rubano qui il pane della verità e del dialogo, come ogni altro, e ovunque.

E' ormai il fondamento stesso del gioco democratico che viene distrutto, irreversibilmente, con la violenza della censura, della menzogna, degli ostracismi. Il diritto vitale in democrazia ad essere informati, a conoscere, per poter scegliere e giudicare è tolto senza remissione agli italiani.

Il volterriano: "Signore, detesto le sue idee ma sono pronto a morire per difendere il suo diritto a manifestarle" non vive che come manifestazione della fastidiosa e plebea dabbenaggine radicale fin nei più remoti ripostigli di coscienze insospettabili; cristiane, socialiste, liberali, dei Craxi, degli Zanone, degli Zaccagnini o dei De Mita, profittatori e negatori degli ideali che proclamano di servire o perseguire.

Come segretario federale del Partito Radicale avevo il compito costituzionale di rappresentarlo, di operare pubblicamente per il perseguimento dei nostri ideali e dei nostri obiettivi, di assicurare alla democrazia italiana la conoscenza delle nostre proposte e dei nostri giudizi.

Come documentiamo nel "dossier" che rendiamo pubblico in questi giorni, ogni nostra, prerogativa, ogni nostra immagine, ogni nostra azione è stata abrogata. Il Gruppo parlamentare radicale sembra non esistere che per esser pubblico oggetto di ludibrio e di violenza, di espulsioni e di censure.

E' per questo che, con l'iniziativa delle dimissioni, ho inteso sottolineare una verità, una situazione di fatto già acquisita: se per il paese il Segretario del PR non può esistere, allora è inutile che ci sia. Ed è doveroso fare il possibile per far sapere che, se non c'è, è semplicemente perché è stato eliminato, giorno dopo giorno, dal regime.

Il fatto che nemmeno la notizia delle mie dimissioni sia stata oggetto di informazione, che non si sia consentito agli italiani di ascoltare dalla mia voce le mie e le nostre ragioni, ne è la riprova. La Rai-Tv è logica: se non c'è politica radicale su cui informare il paese, le dimissioni del Segretario radicale non possono esistere: non ci si dimette da niente.

Quanto a me, non ho altro da aggiungere. Ma vi attendo, compagne, compagni, amici, domenica 10 ottobre in piazza del Parlamento, o a Bologna, per il congresso, dal 27 ottobre al 1 novembre. Intanto la parola resta a voi; a partire da quella delle iscrizioni e delle sottoscrizioni. Spero, ho bisogno, di udirvi.

 
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