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Crivellini Marcello - 2 agosto 1982
L'autofinanziamento, il finanziamento pubblico: la nostra proposta politica
La moralità del nostro rigore

di Marcello Crivellini

SOMMARIO: Questo partito è di tutti: la sua tessera di prende, non si "chiede"; le sue sedi sono prima di tutto nelle piazze, con i tavoli o le tende; la sua politica è fatta tra la gente. Non abbiamo tessere P2, non abbiamo conti in banca occulti, non abbiamo debiti con il Banco Ambrosiano. I nostri soldi sono quelli delle iscrizioni. La nostra contabilità la offriamo a tutti. Per essere sempre più una casa di vetro.

(NOTIZIE RADICALI N. 28, 2 agosto 1982)

C'è una cosa che unisce tutti i partiti, di destra come di estrema sinistra: il segreto assoluto circa i propri bilanci, le proprie situazioni finanziarie e le attività economiche in genere. La legge sul finanziamento pubblico non solo non ha intaccato questa situazione ma l'ha peggiorata. Per "merito" della Presidente della Camera Jotti i modelli di bilancio previsti dalle norme di attuazione della legge non prevedono né stato patrimoniale, né situazione debitoria, né partecipazione azionaria alcuna. E di ciò che hanno bisogno DC, PSI, PCI e gli altri loro "parenti poveri" per occultare "prestiti" a banche pubbliche che mai verranno restituiti, saccheggio di enti a partecipazione statale, tangenti su appalti di ogni genere, gigantesche proprietà immobiliari e partecipazioni azionarie, a volte lecite più spesso inconfessabili. In questa situazione il grottesco è che la nostra conoscenza come cittadini è legata all'esplodere di ricatti reciproci (vedi caso Rizzoli-Ambrosiano per quanto riguarda 20 miliardi "p

restati" a DC, PSI e PSDI), mentre la Presidenza della Camera, cui dovrebbe spettare il compito di esigere chiarezza e moralità, si è attribuita la funzione di "palo" nei confronti delle "rapine" effettuate dai partiti e dei loro "bottini".

Il Partito Radicale ha fatto sempre dell'informazione e della pubblicità dei bilanci un cardine teorico e pratico. Quest'anno, approfittando della nuova legge sul finanziamento pubblico, si è spinto anche più in là. Tale legge infatti prevede tre revisori dei conti iscritti da 5 anni all'albo. Il Partito Radicale ha incaricato l'Ordine Nazionale dei Dottori commercialisti di nominarli (di ciò è stato informato il Consiglio Federale).

Inoltre ha prontamente reagito all'episodio (questo sì "disgustoso") di cui si è resa protagonista la Presidente Jotti, con una dura lettera a firma del Tesoriere e del Presidente del Gruppo Parlamentare della Camera (riportata nell'ultimo numero di Notizie Radicali). Un'altra iniziativa, da parte del Tesoriere e del deputato Massimo Teodori, è stata inoltre avviata nei confronti dei commissari del "nuovo Banco Ambrosiano, sempre a proposito dei "prestiti" a favore di partiti, poi accertati dal settimanale "Mondo Economico" in 88 miliardi.

Il problema della partitocrazia, dell'occupazione patologica di ogni spazio da parte dei partiti, è uno degli aspetti a mio avviso centrali nel dibattito sulle istituzioni. La gestione economico-finanziaria dei partiti, attualmente paragonabile ad un misto di cosche mafiose e di servizi segreti, ne è un tassello fondamentale. Per questo i radicali devono agire su due fronti: da una parte l'analisi e la denuncia costante di una tale degenerazione, dall'altro mettere a disposizione di tutti un modo diverso di essere, non solo teorico. Quest'anno, come prima ricordato, i revisori dei conti del Partito Radicale non sono scelti in base a criteri di partito ma sono esterni e di provata e indiscutibile capacità professionale. E' l'unico esempio fra tutti i partiti, compresi i mitici partiti della classe operaia o quelli delle "avanguardie rivoluzionarie" o quelli del socialismo moderno ed efficiente.

E' esempio unico. E' altro. Come sempre è stato altro il Partito Radicale.

Ma molto di più e di meglio può essere fatto.

Dobbiamo essere partito di cittadini in tutto, ma soprattutto nei soldi, nel denaro che noi riceviamo da iscritti e dalla legge sul finanziamento pubblico. Tutti debbono poter conoscere, tutti debbono poter essere nostri Revisori dei Conti: anche Craxi, Andreotti o Gelli se lo vogliono, così come un qualsiasi cittadino che sia iscritto o non al Partito Radicale. E' possibile organizzare l'amministrazione, la contabilità del Partito Radicale in modo da poter essere semplicemente e realmente conosciuta e controllata da chiunque, esperto o no di bilanci.

Immaginate questo scenario: un qualsiasi cittadino, un "antiradicale viscerale" ad esempio, che, tramite un semplicissimo terminale a disposizione di tutti nella sede del Partito ogni giorno dell'anno, legge quali sono le entrate, le uscite, il tipo di spesa, gli impegni, la situazione debitoria e creditoria del Partito. E ancora: al Congresso del Partito, un qualsiasi iscritto che può controllare, verificare, conoscere i dati e le elaborazioni che più gli interessano. E' cosa relativamente semplice e poco costosa. E' cosa possibile sin dal prossimo anno. Sono sufficienti due cose: adattare la tecnica contabile a questa nuova esigenza, acquistare un elaboratore (di piccole dimensioni, relativamente economico) su cui memorizzare ogni dato contabile.

E' la tesi che abbiamo sempre sostenuto nei confronti degli enti pubblici, dei Ministeri, del Governo per sapere, conoscere come sono impiegati i soldi di tutti. Sarà un servizio che forniremo a tutti i cittadini, a noi stessi, agli altri partiti, al rinnovamento reale della politica. Questa proposta, che farò al prossimo Congresso di Bologna, risolve nei fatti anche un'latra questione: quella dei revisori dei conti. Attualmente, infatti, esistono 3 nominati dal 26· Congresso, prima dell'approvazione della nuova legge sul finanziamento pubblico e tre revisori dei conti, scelti in vece nostra dall'Ordine Nazionale dei Commercialisti, ai fini del bilancio del Partito da consegnare a fine anno alla Presidenza della Camera. Quest'anno forse è opportuno mantenere entrambe le "terne" dei revisori. Se la mia proposta sarà approvata e realizzata, chiunque potrà essere realmente revisore dei conti del Partito Radicale e quindi la coesistenza dei 3 revisori eletti in congresso e di quelli ufficiali (iscritti all'albo

da almeno 5 anni) non costituirà più un problema. Si potrebbero anche immaginare ulteriori funzioni ai tre revisori dei conti eletti in congresso, che in linea di massima comunque tenderei a mantenere.

La proposta descritta ha degli aspetti tecnici e amministrativi, ma essi sono i meno importanti. La ritengo fondamentale per altri motivi: rende materiale, comprensibile, immediato che questo partito deve essere di tutti, che è diverso dagli altri. E' una sfida per un modo diverso di fare politica, è uno strumento di iniziativa e di lotta politica per tutti, radicali e non.

 
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