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Notizie Radicali - 10 gennaio 1983
Far scegliere la vita
Digiuno della sete: i tre obiettivi prioritari dei radicali

SOMMARIO: Con una conferenza stampa il segretario radicale Pannella ha illustrato diverse iniziative, parlamentari e non, che si svilupperanno nelle prossime settimane.

E' stata inoltra motivata un'altra iniziativa non violenta:

"Ho iniziato - ha detto Pannella - la notte scorso un digiuno della sete e della fame con l'obiettivo di richiamare l'attenzione del governo, del Parlamento, delle forze politiche, dalla Rai-Tv e della stampa alle seguenti necessità:

1) assicurare, entro il 1983, la vita di almeno 3 milioni di persone fra quelle che già cominciano ad essere sterminate per fame: oltre 1 milione di donne e di uomini, in queste due prime settimane del 1983 sono infatti già morti per fame e sottosviluppo;

2) assicurare con priorità - e prima dell'eventuale fine della legislatura - l'approvazione della riforma pensionistica, cui Governo, Parlamento, forze politiche, si erano impegnati da anni,

ed in particolare per la scorsa estate;

3) assicurare immediatamente un sostanziale incremento delle pensioni minime, a cominciare dalle pensioni sociali, quest'anno.

Questi tre obbiettivi costituiscono anche l'impegno prioritario deliberato dai parlamentari radicali.

Contrariamente a tutte le forze partitiche e sindacali il PR si batte avendo individuato le risorse necessarie per ottenere questi obiettivi. Così come da un anno ufficialmente abbiamo sostenuto, occorre riconquistare per le spese sociali, di vita e di qualità della vita, innanzitutto i 120 mila miliardi di lire ipotecati nei prossimi Bilanci dello Stato per il solo acquisto di nuovi sistemi d'arma".

(NOTIZIE RADICALI N. 1, 10 gennaio 1983)

"Digiuno della sete e una manifestazione a Parigi"

Prende le mosse l'iniziativa affinché nel 1983 "la politica" garantisca e produca vita, vite umane, perché si decidano quelle azioni che, sole, possano assicurare autentica sopravvivenza. "Sopravvivenza '83": l'impegno politici dei radicali riuniti in congresso a Bologna nel novembre scorso, ma anche di tutti quegli uomini e donne che si sono rivoltati, a fine anno, nel leggere i consueto, lugubre bollettino dell'UNICEF. In poche righe di consuntivo '82 - diffuse da tutte le agenzie di stampa internazionale e raramente riprese dalla stampa "dei diritti umani", dei grandi valori e principi, "democratica e antifascista", si denunciava una volta la crescente esistenza di fosse comuni di milioni di assassinati dalla fame, delle montagne di milioni di cadaveri. Milioni: e in massima parte bambini.

Marco Pannella ha fissato, per il 15 gennaio, da Parigi, il lancio per la campagna per la salvezza dei condannati allo sterminio per fame. Ma, prima, ha intrapreso un'altra gravosa iniziativa: un digiuno della sete, a partire dalla mezzanotte di mercoledì 12. Il comunicato che viene diffuso alcuni giorni prima anche in Italia, non lascia adito a dubbi sul significato della battaglia tanto per il suo merito specifico quanto per il suo complessivo valore e spessore: solo a partire dalla priorità e centralità della lotta per la vita è possibile disegnare quell'orizzonte diverso di civiltà così indispensabile anche all'alternativa politica, sociale, culturale per il riscatto dei deboli delle nostre società, delle vittime che pagano il prezzo di prezzo di vecchie e nuove povertà e miserie, duramente attaccate dai colpi di codo di un ordine vecchio che per esistere deve farsi violento.

"Per il quarto anno consecutivo il Partito Radicale pone in causa la sua stessa esistenza per la lotta contro lo sterminio per fame nel mondo.

In almeno due paesi, l'Italia ed il Belgio, questa lotta è giunta al punto delle decisioni: Parlamento e governo sono confrontati con scelte che non possono essere ulteriormente rinviate, anche sul piano tecnico, oltre che a quello politico, la scelta è oggi fra la conferma del decreto di sterminio per il 1983, comunque giustificato, l'emissione di un decreto di vita e di salvezza.

Il mondo religioso, il mondo culturale, la società civile, le istituzioni internazionali sono ormai convergenti nelle loro richieste. In queste condizioni, che nelle prime due settimane del 1983 siano già vittime dell'olocausto un milione di donne, uomini e bambini, è aberrante.

Occorre ormai non più solamente combattere, ma battere questa mostruosa politica.

Per questo il Partito Radicale, il gruppo radicale hanno deciso un nuovo piano di lotta.

In immediato appoggio alla campagna "Sopravvivenza '83" che sarà lanciata su scala europea il 15 gennaio da Parigi, il 16, sempre a Parigi, il Pr terrà una pubblica manifestazione. Per marcare anche l'inizio della campagna in Francia.

Per richiamare l'attenzione sull'urgenza delle decisioni proposte in Italia dal movimento dei sindaci, per i "tre milioni di vivi, subito", ma anche per esigere il rispetto degli impegni sulla qualità della vita in Italia, in particolare per la riforma pensionistica e per l'elevazione dei minimi delle pensioni, il segretario federale del Pr, Pannella, inizierà a mezzanotte di mercoledì un digiuno della sete e della fame".

"Appuntamenti televisivi, Nobel, sindaci"

Il lancio della campagna con una manifestazione pubblica alla sala della Bourse du Travail di Parigi, si situa a cavallo di due trasmissioni televisive di largo ascolto in Francia e in Italia. Mentre in Belgio la mobilitazione e l'iniziativa nonviolenta radicale ha giocato una parte decisiva sia nell'informazione dei mass-media durante il periodo natalizio che nella decisione della Camera di iscrivere all'ordine del giorno, con urgenza, una proposta di legge sulla fame, Pannella è invitato al TF1 francese (primo canale) il 15 gennaio e terrà la conferenza stampa televisiva del PR alla RAI, il 26. I media francesi, rispetto a quelli italiani, paiono confermare il vecchio "Nemo profeta in patria est": il programma TF1 "Droit de reponse" è infatti fra i più ascoltati in assoluto, un'ora e venti minuti in diretta mediati dal giornalista Michel Polac, il sabato sera. Oltre a Pannella è stata organizzata la partecipazione diretta e l'intervento di ospiti di tutto rispetto, rappresentativi, di quello schieramento c

he in diversi paesi europei lotta tenacemente da mesi per strappare il "decreto di vita": i premi nobel Alfred Kastler (fisico francese, protagonista anche di diverse battaglie disarmiste), Maurice Wilikins (nobel inglese per la medicina, più volte delegato dagli altri firmatari del Manifesto-appello ad incontrare le massime autorità politiche di diversi paese, fra cui l'Italia), Sean McBride (nobel irlandese per la pace, ex ministro del suo paese e già segretario generale dell'ONU, presidente del Bureau international de la paix), Abdus Salam (fisico pakistano, più volte presente alle marce di Pasqua promosse a Roma). Inoltre, insieme a Padre Jan Cordonelle - che lo scorso anno digiunò per oltre 40 giorni, unendosi alla richiesta che proveniva da vastissimi settori del mondo della religione - TF1 ha dato la parola a tre sindaci europei di diversa nazionalità e famiglia politica, ma tutti proponenti nei rispettivi paesi misure legislative analoghe contro lo sterminio: hanno dunque fatto ulteriormente sentire

la loro voce il democristiano Jean-Louis Theys (uno dei sindaci di Bruxelles) il comunista Diego Novelli (sindaco di Torino) il socialista Renè Vigneron (sindaco di Verdun). La "controparte" scelta dall'emittente francese era anch'essa di grande richiamo: Jean François Revel, ex direttore del settimanale L'Express, il miglior rappresentante della "destra intelligente", autore poco tempo fa di un feroce attacco ai "terzomondisti gratuiti, che non si rendono conto di fare il gioco del comunismo internazionale", in una Francia dove è ancora calda la polemica sulle gravi dimissioni di protesta del ministro per la cooperazione allo sviluppo Jean Pierre Cot. Ancora, per Food and Disarmement International, che sempre più assume una propria struttura politica e giuridica autonoma, sono intervenuti Jean Fabre e Nicola Cantisani.

Se in Francia e Belgio la grande eco dell'informazione consente una pressione permanente nei confronti delle istituzioni politiche (in entrambi i paesi sindaci e religiosi non esitano ad intervenire, sottoscrivere, manifestare la propria volontà) non pare, tanto per cambiare, che questo valga per la RAI.

"Partito e gruppo parlamentare radicale"

Questo non significa che a Roma e in Italia non vi sia una costante iniziativa. Anzi. Soprattutto dopo le recenti riunioni del gruppo parlamentare radicale e degli organi esecutivi del P.R., se ne sono sviluppate una pluralità, tanto a breve quanto a medio-lungo periodo. Mentre continuano a giungere al Comitato per le iniziative contro lo sterminio per fame le adesioni di sindaci, intellettuali, religiosi, i parlamentari radicali hanno intensificato la propria attività ispettiva (interrogazioni e interpellanze, incardinato una grossa attività di controllo sulla spesa per lo sviluppo e relativi sprechi e furti, messo a punto gli strumenti per indagini conoscitive, per richiamare in discussione quella legge sulla fame con quale si intendeva l'estate scorsa rispondere alle iniziative dei sindaci e dei radicali (e di cui la maggioranza non vuol sentire parlare, per aprire il confronto sulle cosiddette iniziative senza spesa. Il Partito concentrerà invece sin d'ora la propria attenzione ed energia sulle scadenze

della legge finanziaria e del bilancio dello stato, con un ventaglio di petizioni popolari sulle quali far convergere le voci di tutti coloro che chiedono una diversa allocazione delle risorse pubbliche. Convinto che i fatti politici non facciano altro che sempre più confermare analisi e giudizi espressi. E che la risposta a questi debba essere costruita sulla base di quanto più volte deliberato: è l'unica seriamente efficace, al di fuori naturalmente dell'efficacia che ci si prepara, cioè quella di un regime che tocca con mano la crisi che produce e che intende risolverla con operazioni di aggiustamento violento.

 
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