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Gruppo Parlamentare Radicale - 10 gennaio 1983
Con la nonviolenza, con la democrazia
Il programma di opposizione messo a punto dai parlamentari radicali

SOMMARIO: Documento del gruppo parlamentare radicale, approvato all'unanimità dai deputati e senatori riuniti a Trevi dall'1 al 5 gennaio, sui seguenti temi:

1) Decreti finanziari

2) Lotta contro lo sterminio per fame

3) Politica del riarmo

4) Moralizzazione della vita pubblica e riforme istituzionali

5) Pensioni

6) Energia nucleare

7) Informazione

(NOTIZIE RADICALI N. 1, 10 gennaio 1983)

I deputati e i senatori radicali, riuniti a Trevi, hanno messo a punto la piattaforma della loro opposizione, che condurranno utilizzando al massimo le risorse e gli strumenti della nonviolenza e della democrazia politica.

1) DECRETI FINANZIARI

- Essi individuano nell'imminente voto parlamentare sui decreti finanziari del Governo e nel successivo esame della Legge Finanziaria e del Bilancio dello Stato un momento di scelta che la situazione del Paese, avviata ormai verso il disastro irreversibile, non consente di rinviare. In un Paese gravato da un disavanzo strutturale che per 30-40 mila miliardi l'anno è dovuto alla evasione fiscale e per 40-50 mila miliardi l'anno agli sprechi allocativi e distributivi delle risorse conseguenti alla spesa assistenzialistica e corporativa (secondo le quantificazioni prodotte dallo stesso presidente della Commissione tecnica per la spesa pubblica Reviglio), ogni manovra fiscale non ha titolo di legittimità se non consegue all'impegno di eliminare evasione e sprechi.

La sinistra di opposizione in particolare può scegliere di opporsi al Governo e alla sua politica per batterli o per consentirne la continuità. La sua forza numerica, se si traduce in forza politica, le permette di bloccare in Parlamento il Governo sui suoi decreti. Sarà in tal modo agevole svincolare le scelte alternative che investono l'immediato e prossimo futuro del Paese dai calcoli, dai patteggiamenti, dai traffici e dal incapacità di governo della partitocrazia e affidarle ad una consultazione elettorale immediata. I parlamentari radicali si muoveranno con tutte le loro risorse lungo questa direttiva e solleciteranno nella stessa direzione tutta la sinistra d'opposizione.

2) LOTTA CONTRO LO STERMINIO PER FAME

- I parlamentari radicali ribadiscono che la lotta contro lo sterminio in atto nel terzo e nel quarto mondo, è la discriminante fondamentale per una politica alternativa fondata su scelte reali di pace e di vita. Pertanto confermano la validità dell'obiettivo fissato dalla proposta di legge dei Sindaci, la salvezza di 3 milioni di vite umane.

A questo fine decidono:

a) di promuovere un dibattito alla Camera dei deputati attraverso la presentazione di una mozione di indirizzo;

b) di attivare tutti gli strumenti parlamentari di sindacato e di controllo in ordine all'amministrazione dei fondi destinati alla cooperazione e allo sviluppo, in particolare sollecitando l'indagine conoscitiva già decisa dalla Commissione esteri del Senato poco prima della crisi;

c) di tener vivo e rafforzare il moto di adesione popolare che richiami alle loro coerenze e responsabilità le forze politiche e in particolare quelle di ispirazione cristiana e socialista, per rigenerare la politica italiana ponendola al servizio della vita e della qualità della vita degli uomini.

3) POLITICA DEL RIARMO

- Ritengono disastrosa la scelta che ha posto l'Italia fra i protagonisti della corsa al riarmo e l'ha fatta complice di una situazione internazionale regolata dal terrore atomico, dalla guerre regionali sempre più estese, dalla compensazione di un immane olocausto di vite umane quale mai si è verificato nella storia. Occorre rovesciare queste scelte, perché sia effettivamente perseguibile anche il risanamento economico del nostro Paese; occorre recuperare agli impieghi destinati alla difesa della vita e della qualità della vita le immense risorse ipotecate dai programmi di acquisizione di nuovi sistemi d'arma (120 mila miliardi nei prossimi sei anni). Occorre bloccare i nuovi impegni Nato, in particolare quelli relativi alle nuove installazioni di sistemi missilistici che non solo in Italia ma nel mondo rischiano di rendere irreversibile una politica di dominio, di guerra e di militarizzazione della società.

A questo scopo decidono:

a) di promuovere un urgente dibattito parlamentare sugli impegni Nato;

b) di chiedere l'immediata discussione e approvazione della p.d.l. sulla esportazione delle armi, bloccata in Commissione da due legislature;

c) di sollecitare l'iter del d.d.l. di riforma sull'obiezione di coscienza;

d) di rafforzare in ogni sede istituzionale la lotta contro la politica riarmista e interventista in Africa del Ministro Lagorio;

e) di far valere nella Legge Finanziaria e nel Bilancio un piano alternativo di utilizzazione delle risorse destinate agli armamenti, stornandole su pensioni, case, occupazione.

4) MORALIZZAZIONE DELLA VITA PUBBLICA E RIFORME ISTITUZIONALI

- Rilevano il nesso che unisce la dilagante immoralità pubblica con il governo delle istituzioni. La P2 di Gelli e le P2 insediate in Italia altro non sono che i punti di focalizzazione de quella immensa P2 che è la gestione del potere nel nostro Paese. Anche il risanamento finanziario dello Stato non può prescindere dalla eliminazione delle enormi tangenti che la partitocrazia, con l'occupazione dello Stato, la privatizzazione delle istituzioni, l'egemonia di potere sulla società civile, impone al sistema produttivo e al sistema democratico, al coperto di un intollerabile meccanismo di immunità, privilegi, omertà. Fra gli impegni immediati su questo fronte i parlamentari radicali assumono quelli:

a) di imporre l'immediata discussione delle leggi sulla immunità parlamentare e sulle incompatibilità, ferme in Parlamento da due legislature;

b) di sbloccare l'iter della riforma dell'Inquirente, bloccata al Senato;

c) di esigere dalle Presidenze delle due Camere la sospensione del finanziamento pubblico a quei partiti politici che hanno contratto ingenti e occulti debiti con il Banco Ambrosiano, sino a quando non ne sarà chiarita l'incidenza sulla insolvenza dello stesso Banco;

d) di presentare subito una legge sui servizi segreti, proponendo anche l'abolizione della cosiddetta Commissione interparlamentare di controllo che ha confiscato i poteri del Parlamento a vantaggio esclusivo dei tre maggiori partiti (DC, PSI, PCI), delle loro contrattazioni e dei loro mercimoni; e di intensificare le iniziative parlamentari di sindacato di controllo degli scandali di regime e sulla pratica della lottizzazione;

f) di promuovere a brevissima scadenza il dovuto dibattito parlamentare sulle conclusioni della Commissione di inchiesta Sindona;

g) di non consentire al chiusura della inchiesta sulla P2 e il conseguente affossamento della ricerca della verità.

5) PENSIONI

- Non è tollerabile che, eludendo le loro responsabilità e i loro doveri di scelta e di voto di fronte all'elettorato, le forze politiche rinviino ancora la riforma delle pensioni. I deputati e i senatori radicali:

a) si batteranno perché l'esame della relativa legge avvenga al più presto e di conseguenza richiameranno con forza in Aula il D.D.L. di riforma del sistema pensionistico;

b) promuoveranno in sede di esame di Legge Finanziaria e di Bilancio l'adeguamento immediato delle pensioni sociali e dei minimi delle pensioni previdenziali.

6) ENERGIA NUCLEARE

- Il Piano energetico nazionale (PEN) voluto da uno "schieramento energetico" che include le maggioranze di governo e di opposizione, non è un progetto per il governo dell'energia ma un espediente per operare la pura e semplice sostituzione del petrolio con il nucleare innanzitutto e col carbone; lascia totalmente irrisolto il problema del risparmio energetico e sacrifica alle sue scelte la tutela della vita e della salute dei cittadini. I parlamentari radicali ricordano che hanno combattuto da soli, per mesi e mesi, contro l'approvazione del così detto "art. 17" che, con il concorso attivissimo delle sinistre di governo e di opposizione (PSI, PCI), ha privato i Comuni del diritto sancito dalla Legge 393 (art. 2) a far valere il loro parere sulle installazioni di centrali sul loro territorio ed ha autorizzato l'ENEL a superare le opposizioni delle popolazioni con consistenti elargizioni che non hanno altro segno se non quello della corruzione e delle spreco.

In questa situazione i parlamentari radicali opereranno innanzitutto perché le questioni relative alla scelta del nucleare vengano discusse in Aula e non nel chiuso delle Commissioni parlamentari, come sin qui è avvenuto, in modo da rendere più difficile alla stampa di regime di tenere il Paese allo scuro su quanto accade e sulle conseguenti responsabilità.

Specificamente i parlamentari radicali pretenderanno:

a) che il Ministro dell'Industria pronunci senz'altro indugio in Aula la Relazione sullo stato di attuazione del PEN, che era impegnato a presentare oltre un anno fa;

b) che il Ministro del Bilancio non più avvalendosi del silenzio complice della maggioranza e delle opposizioni, renda pubbliche in Parlamento le risultanze della Commissione tecnica per l'esame del PEC, il reattore sperimentale al plutonio che rischia di costruire la saldatura fra il nucleare civile e quello militare;

c) che il Governo presenti il D.D.L. di scorporo della DISP dall'ENEA (ex CNEN) disposto dalla legge di riforma su proposta dei deputati radicali.

7) INFORMAZIONE

- Denunciamo lo stato di degradazione a cui il regime ha ridotto la stampa e il persistente e se possibile ancora più grave stato di asservimento e di lottizzazione dell'informazione pubblica radiotelevisiva a cui si aggiunge l'equilibrio anch'esso lottizzato degli oligopoli delle tv private; senza onestà e verità dell'informazione non esiste democrazia politica. Questa situazione esige un'immediata e ferma azione;

a) per richiamare la Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai-Tv all'adempimento dei suoi compiti istituzionali, d'indirizzo e di controllo, e imporne il rispetto alla Concessionaria;

b) per correggere - attraverso l'intensificazione ed efficacia delle trasmissioni di Tribuna politica - le sistematiche e intollerabili distorsioni e censure.

c) per assicurare nella prospettiva di elezioni il massimo di partecipazione e di ascolto alle trasmissioni elettorali, unica garanzia dell'onestà e democraticità della campagna elettorale.

Non sono, questi, tutti gli obiettivi specifici che i parlamentari radicali hanno deciso di darsi. Sono soltanto i più significativi. Da qui alle imminenti elezioni politiche anticipate, come chiedono, o da qui alla fine della legislatura, se gli altri lo imporranno o lo consentiranno, con l'intera sinistra di opposizione, come vogliono o sperano, o soli, i deputati e i senatori iscritti al PR; concordi fra loro e con le scelte del Partito, con o senza la compagnia dei "radicali" pentiti del loro Partito e di questa sua politica, forti della riconfermata solidità e chiarezza del loro impegno militante, ricorreranno a tutte le risorse della nonviolenza e della democrazia politica per difenderli e affermarli.

 
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