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Notizie Radicali - 20 gennaio 1983
Giurì, consoli, mafia: questioni d'onore

SOMMARIO: La prontezza della presidente della Camera Nilde Iotti nel concedere "giurì d'onore" per valutare le dichiarazioni dei deputati radicali. Altre le questioni "d'onore" su cui non s'indaga: Pillitteri console di Siad Barre a Milano; Craxi che vola su un aereo militare per il Kenia.

(NOTIZIE RADICALI n. 3, 20 gennaio 1983)

Al Parlamento nella seduta di lunedì 10 gennaio, in cui i rappresentanti del Governo rispondono ad interpellanze ed interrogazioni, l'argomento è l'obiezione di coscienza.

Bartolo Ciccardini, sottosegretario alla difesa, prende la parola per rispondere a nome del Governo ai molti deputati intervenuti. Per costui l'obiezione di coscienza può essere una "lamentazione di giovani viziati"; la legge è una "concessione"; e se ne conoscono "tanti di non violenti che sono in realtà dei violenti".

Roberto Cicciomessere, inizia la sua replica dichiarando che ritiene che sia un bene l'esservi stata la possibilità da parte degli ascoltatori di Radio Radicale d'udire il discorso di Ciccardini, "parodia della grinta militarista di Lagorio", ma che "il contenuto profondo, essenziale della concezione difensiva della maggioranza e di Ciccardini" si vedrà quando si parlerà dell'Intermarine; "ancora e sempre tangenti". La storia "della Lockheed, dei generali Giudice, della difesa degli stipendi, dei privilegi, della corruzione è la storia politica di questi anni delle nostre forze armate".

In seguito a queste dichiarazioni Ciccardini richiedeva alla presidente della Camera Jotti, che la nominava subito, una Commissione d'indagine (la seconda, dopo quella richiesta da De Cataldo, prontamente concessa).

Emma Bonino a nome del Gruppo Radicale, appena giunta a conoscenza della decisione adottata dalla Jotti dichiarava: "Intendo sottoscrivere, a nome del Gruppo Radicale, le affermazioni di Cicciomessere sulla concezione della politica della difesa della Maggioranza; basata sulla difesa dei profitti, delle tangenti, delle carriere connesse al grande affare del riarmo e della preparazione alla Guerra". Anche Mauro Mellini, presente in aula durante il dibattimento ed intervenuto per rafforzare i concetti espressi da Cicciomessere, si meravigliava che Ciccardini non richiedesse l'indagine anche nei suoi confronti e segnalava la cosa alla Jotti con una lettera affinché non fossero omesse le sue responsabilità tra le quali, peraltro non ritiene che siano incluse quelle "di dover dar contro a chicchessia delle mie opinioni e del diritto di esprimerle".

Cicciomessere, dichiarava inoltre di "prendere atto" con piacere che il sottosegretario Ciccardini considera offensivo essere paragonato al Ministro Lagorio e che intende tutelare la natura diversa della sua "grinta".

Per quanto riguarda la concezione difensiva di Ciccardini e della maggioranza ribadisco la mia convinzione che essa si basi sulla difesa dei profitti, delle "mediazioni", degli stipendi piuttosto che sulla difesa della vita e degli interessi dei cittadini italiani.

Giurì d'onore contro i radicali, dunque. E ad ogni piè sospinto. Dopo quello solertemente concesso al membro dell'ufficio di presidenza Franco De Cataldo contro Emma Bonino, ora è la volta di Cicciomessere.

Intanto, altre questioni "d'onore" non sono giudicate da nessun giurì, e quasi nemmeno conosciute dall'opinione pubblica. Si tratta, principalmente, di "onori socialisti". La prima notizia è questa: il console onorario somalo a Milano, nonché presidente della camera di commercio italo-somala della stessa città risponde al nome di Paolo Pillitteri. Questo signore riunisce in sé la doppia e contemporanea capacità di rappresentare, in Lombardia, Siad Barre e Bettino Craxi, essendo infatti anche segretario regionale del PSI e consigliere regionale. La notizia, riportata diversi giorni fa da "Il Mondo" non è mai stata smentita, unitamente ad altre interessanti informazioni concernenti il sottosegretario agli esteri socialista, Palleschi, uno dei protagonisti della "caccia al somalo", nuovo sport democristiano e socialista consistente nel farsi amico di un ministro di quel paese per far concedere appalti alle rispettive ditte italiane "amiche" (il più delle volte col denaro della "cooperazione e sviluppo").

La sensibilità del segretario del PCI è stata invece turbata da un altro episodio, al punto da indurlo il 27 gennaio ad un intervento diretto sulla RAI. Colpevole, questa volta, il caporedattore di Panorama Gianni Farneti, conduttore di Radiotre mattina. Nel corso del GR3 Farneti aveva espresso con chiarezza la propria opinione sull'ultimo scandalo ENI, accennando anche all'episodio del volo Kenya-Italia. Come anche Notizie Radicali aveva affermato. Craxi era stato visto imbarcarsi su un aereo militare italiano il 9 gennaio scorso a Mombasa, testimoni numerosi turisti italiani che attendevano la partenza del regolare volo di linea Alitalia. Il percorso Mombasa-Roma era naturalmente a carco del contribuente, mentre un'interrogazione presentata da diversi deputati giace ancora oggi in qualche cassetto.

Ridotta la politica interna al ricatto ENI-Di Donna e quella estera alla Somalian Connection, Craxi ha dovuto ricorrere ai suoi amici dell'informazione scritta e radiotelevisiva. "Il Messaggero" di Vittorio Emiliani usciva in prima pagina con un titolo sull'ENI degno dei suoi servigi (la vicenda veniva così "venduta": Colombo torna all'Enea") mentre Sergio Zavoli era incaricato di rettificare ogni "fuga" ai microfoni Rai.

Siamo, appunto, al socialismo dell'"onorata società".

 
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