Con la nonviolenza, nove deputati e senatori radicali chiedono alle forze politiche nuove leggi e nuovi bilanciSOMMARIO: Il digiuno della fame dei parlamentari radicali per ottenere la messa all'ordine del giorno non del programma radicale, ma degli impegni assunti da tutte le forze politiche. Legge dei sindaci contro lo sterminio per fame e riforma delle pensioni. Marco Pannella in digiuno della fame e della sete: contro i radicali anche la violenza fisica, nell'aula di Montecitorio, la censura della Rai-tv. Nelle strade e nelle piazze si raccolgono firme.
(NOTIZIE RADICALI N. 4, 5 febbraio 1983)
Per la prima volta nella storia del parlamento italiano un folto numero di deputati e senatori, quasi un intero gruppo parlamentare, ha deciso di ricorrere agli strumenti della lotta non violenta.
I senatori Gianfranco Spadaccia e Sergio Stanzani, i deputati Adelaide Aglietta, Emma Bonino, Roberto Cicciomessere, Franco Corleone, Mauro Mellini, Franco Roccella, Massimo Teodori hanno iniziato il 7 febbraio un digiuno della fame. Digiuno di dialogo, certo, ma finalizzato a un tentativo molto preciso, concreto: determinare un calendario di lavoro parlamentare rispettoso degli impegni politici e regolamentari che non il gruppo radicale, bensì tutte le altre forze politiche si erano assunte. Un'iniziativa volta anche, dunque, al ripristino di un corretto e leale gioco democratico, per richiamare ciascun rappresentante della nazione alle responsabilità che in prima persona, o attraverso il proprio gruppo parlamentare, erano state solennemente annunciate. Deputati e senatori radicali chiedono infatti:
- l'iscrizione all'ordine del giorno dell'Assemblea del testo licenziato dalla commissione esteri sin dal 3 agosto 1982 e il confronto politico sulla "legge dei sindaci", che propone un impegno straordinario per interrompere subito lo sterminio per fame nei paesi del terzo e quarto mondo;
- l'iscrizione all'ordine del giorno dell'Assemblea della riforma del sistema pensionistico e, contestualmente, il rapido esame di una proposta di legge presentata dal gruppo radicale. Questa legge propone di aumentare subito a 350 mila lire al mese le pensioni sociali e i minimi delle pensioni previdenziali, ferme a livelli che non consentono di assicurare il minimo vitale ai pensionati più bisognosi. La riforma del sistema pensionistico fu discussa in Assemblea e quindi rinviata in commissione il 9 luglio 1982, con l'impegno del Governo e delle forze politiche di riprenderne l'esame parlamentare entro quindici giorni.
Perché quest'azione? Perché dei parlamentari sono oggi costretti ad adottare, nelle istituzioni, questi strumenti? La verità è che è necessario svelare, mettere a nudo, rendendola dunque non più praticabile, quella "grande alleanza" politica che attraverso la TV di stato e il suo rigido controllo è tenuta nascosta agli occhi di milioni di italiani.
A settimane e settimane Gerardo Bianco per la DC, Giorgio Napolitano per il PCI, Silvano Labriola per il PSI, insieme a tutti gli altri presidenti dei gruppi (dai repubblicani che storcono il naso agli inutili amici di Zanone, dai socialdemocratici ex-crociati dei pensionati ai "barricaderi" del MSI) si ritrovano ogni tre giorni e pronunciando all'unisono la loro sentenza: "Decreti, decreti, e poi ancora decreti". Perfettamente d'accordo, prima di andare in aula e recitare il gioco delle parti, determinano il loro calendario dei lavori, che è nient'altro che quello della stangata, quello di Amintore Fanfani. A parte Emma Bonino, non si è levata una sola volta neanche una sola volta a chiedere che il Parlamento si occupi d'altro che della stangata governativa: la prova più evidente, se ancora ce n'era bisogno, della abdicazione delle "opposizioni".
Per queste ragioni anche il segretario del PR annunciava il 10 febbraio un nuovo digiuno della fame e della sete. Il terzo, in un solo mese. Fra l'altro, Pannella afferma: "La risposta alle nostre iniziative è di accentuazione della violenza contro chi richiama le istituzioni e le forze di regime, dal PCI alla DC, dal MSI al PSI, al rispetto degli impegni e dei doveri. Ai deputati radicali si oppone anche la violenza fisica, mentre alla RAI-TV si accelera il pagamento del salario al PCI, di nuovo in auge sui teleschermi pubblici, e diventa feroce la censura contro tutto quel che sa di opposizione vera al malgoverno. Noi continuiamo ugualmente a cercare il dialogo, in nome della vita di milioni di esseri, della qualità della vita di milioni e milioni di cittadini pensionati..."
Per meglio essere uniti, infatti, i partiti di regime sono obbligati a buttar fuori fisicamente il radicale Cicciomessere dalla Commissione di Difesa (vedi in altra parte del giornale, l'accordo Jotti-Angelini-Lagorio). E sono obbligati a far finta di esser diversi, magari litigando un po', di fronte al grande pubblico. Ci pensa la RAI: Agnelli, Lama, De Mita, Craxi sono ospiti di Biagi, mentre si annuncia Berlinguer in un'altra trasmissione. E ci pensa anche Berlusconi affidando la difesa d'ufficio di Craxi sullo scandalo ENI ai potenti schermi di Canale 5. Le vie del credito, del foraggiamento, sono infinite...
All'iniziativa radicale, al fatto che nove parlamentari stanno digiunando, nel Palazzo si risponde invece con il silenzio più totale (Giorgio Napolitano e Nilde Jotti) o in modo sostanzialmente evasivo. Per ora il socialdemocratico Reggiani ha annunciato la disponibilità ad esaminare i due progetti di legge, ma dopo l'approvazione della legge finanziaria (!), mentre Labriola sottoporrà questi temi alla discussione del direttivo del gruppo socialista. Gerardo Bianco, per la DC, afferma che "questo digiuno che sollecita l'approvazione di un provvedimento contro la fame nel mondo non ci trova affatto insensibili... anche per noi il tema riveste valore prioritario, anche se fondamentalmente diversa è l'impostazione della nostra linea sulla questione".
Parola di democristiano. Resta il fatto che la battaglia nonviolenta continua e probabilmente si arricchirà di nuovi appuntamenti a scadenze, per far sì che alla parola "prioritario" sia restituito il suo senso, tanto nella lotta per la sopravvivenza di vite umane quanto per i minimi vitali di migliaia di cittadini. E con alcuni strumenti in più, se lo vorrai anche tu, da mettere nelle mani dei deputati dell'opposizione: le sei petizioni e le loro, speriamo moltissime, firme.