di Leonardo SciasciaSOMMARIO: Aldo Moro era riuscito a seprara l'ideale dalla pratica, gli intendimenti dal bisogno. C'è quindi il Moro con i suoi principi morali, la sua onestà personale e il Moro capo di una corrente che assicurava la sua sopravvicvenza con gli stessi metodi delle altre correnti della Dc.
(AGENZIA RADICALE N. 51 nuova serie del 3 maggio 1983 - Notiziario del Movimento Federativo Radicale)
Roma 3 maggio 83 - A.R. - Lo scrittore Leonardo Sciascia a proposito dello scandalo dei petroli e dei finanziamenti usufruiti dalla corrente di Aldo Moro, ha rilasciato la seguente dichiarazione all'"Espresso":
"C'è il Moro "uomo solo", qual'è stato negli ultimi tragici giorni della sua vita, e c'è il Moro del moroteismo, della "corrente". Il fatto è che il moroteismo vero e proprio è inconcepibile al di fuori del contesto democristiano. E' stato una corrente del partito democristiano non molto diversa dalle altre: con le stesse accortezze, gli stessi bisogni, gli stessi metodi. La differenza rispetto alle altre correnti la faceva l'uomo che ne stava a capo: ma non, evidentemente, negli effetti. La superiorità intellettuale di Moro, i suoi principi morali, la sua onestà personale non potevano, ovviamente, avere incidenza sulla sua corrente. Sarebbe stato impossibile assicurarne la sopravvivenza. Per temperamento ed educazione Moro era però riuscito - credo - a separare l'ideale dalla pratica, e gli intendimenti dai bisogni. L'anima dal corpo, in un certo senso. Il corpo della corrente aveva bisogno di nutrimento; ma l'anima del capo voleva ignoralo. Non poteva ignoralo, ma voleva. E a questa ipotesi corrisponde la
dichiarazione di un suo collaboratore oggi, che alla domanda se Moro avesse mai chiesto da dove provenissero i finanziamenti alla corrente risponde: lo chiedeva, ma si accontentava delle prime dichiarazioni."