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Calderisi Giuseppe, Pietrolucci Anna - 16 maggio 1983
E il Pci vota come la Dc
Solo a 1 legge su 10 i comunisti hanno votato contro

di Giuseppe Calderisi e Anna Pietrolucci

SOMMARIO: Il bilancio del voto espresso dal Pci nella legislatura conferma in modo inconfutabile la subordinazione dell'istituto parlamentare alla logica della democrazia consociativa, e il sostegno offerto dal più grosso partito della sinistra.

(NOTIZIE RADICALI N. 9, 16 maggio 1983)

(Riveliamo i dati che dimostrano l'accordo di ferro tra comunisti e democristiani nella passata legislatura. Berlinguer la chiama "alternativa"...)

Oggi il partito comunista offre agli elettori l'indicazione dell'alternativa. Bisogna ormai - esso ci dice - mandare la Dc all'opposizione; e bisogna che il paese sia governato dalla alternativa dei partiti della sinistra, in primo luogo da noi comunisti e dai socialisti.

Ma è vera, è credibile la nuova politica dell'alternativa? I radicali dicono di no, e lo dicono con i fatti, le cifre. Il PCI, infatti, nel momento stesso in cui si è costituito come forza di alternativa, ha garantito, con il suo voto e la sua strategia parlamentare, l'attività dei governi succedutisi in questi anni, giungendo persino a sostenerli col voto di fiducia. E questo è accaduto fino a ieri, fino alla vigilia delle elezioni.

Le cifre confermano in modo inconfutabile la subordinazione dell'istituto parlamentare alla logica della cosiddetta democrazia consociativa ed il sostegno ad essa offerto dal più grosso partito della sinistra.

Riteniamo nella contrattazione anche le grandi scelte ideali e pregiudiziali fra maggioranza e opposizione comunista, tutelate in tutto o in parte da uno stretto riserbo garantito dalla gestione del Parlamento e dal controllo della informazione. Ne citiamo alcune fra le più eloquenti: piano energetico e conseguenti scelte energetiche (il nucleare); politica della "fermezza" e conseguenti teoremi (Calogero); programma di riarmo di Lagorio; trattamento economico privilegiato per gli alti militari; produzione e commercio delle armi; controllo della stampa; riforma del Regolamento della Camera e violazione delle norme regolamentari, incluse quelle revisionate (alfiere la signora Jotti: che è giunta al punto da introdurle e teorizzare il voto della Camera sub condicio di approvazione governativa).

Come scrive Panebianco ("Il Manifesto", 31 maggio '83) "La partecipazione informale del PCI alla maggioranza, anche se è possibile comprendere razionalmente le cause, ha effetti dirompenti per la tenuta della democrazia... Siamo in presenza di un establishment partitico che vive d'occupazione dello Stato e di scambi politici fra le sue diverse componenti interne, PCI compreso. L'alternativa democratica del PCI, il neo-centrismo della DC, la governabilità del PSI non sono quindi altro che bandiere il cui unico scopo è di stabilire i reciproci rapporti di forza in vista degli scambi e delle transazioni successive".

PROPONENTE E SEDE FAVOREVOLE ASTENUTO CONTRARIO TOTALE

DI APPROVAZIONE num. num. num. num.

GOVERNO

ASSEMBLEA 213 58.2% 63 17.2% 90 24.6% 366

COMMISSIONI 263 74.7% 64 18.2% 25 7.1% 352

TOTALI 476 66.3% 127 17.7% 115 16.0% 718

PARLAMENTO

ASSEMBLEA 11 91.7% 1 8.3% - - 12

COMMISSIONI 162 85.7% 24 12.7% 3 1.6% 189

TOTALI 173 86.1% 25 12.4% 3 1.5% 201

NEL COMPLESSO

ASSEMBLEA 224 59.3% 64 16.9% 90 23.8% 378

COMMISSIONI 425 78.5% 88 16.3% 28 5.2% 541

TOTALI GENERALI 649 70.6% 152 16.6% 118 12.8% 919

 
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