Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 01 nov. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Spadaccia Gianfranco - 16 maggio 1983
(3) CENSURA! - Due, tre cose che non dovete sapere
di Gianfranco Spadaccia

SOMMARIO: 120.000 miliardi in armamenti: la politica del socialista Lagorio, accompagnato dall'unità nazionale, che non trova danaro per sanità e previdenza. Il raddoppio del bilancio militare. Il bilancio energetico: 500.000 miliardi di sfascio. In Parlamento il Pci nove volte su dieci vota come la Dc: anche sulla stangata fiscale. I partiti debitore di Calvi; il ruolo della Loggia P2. Lo scandalo delle tangenti di Torino: tutta Italia amministrata nello stesso modo. Un esempio dalla sanità: le cifre della spartizione nelle Usl.

(NOTIZIE RADICALI N. 9, 16 maggio 1983)

120 mila miliardi per armamenti

Abbiamo calcolato (e questo calcolo, mai smentito in Parlamento, è ampiamente dimostrato e illustrato nel volume "L'Italia armata" di Roberto Cocciomessere) che la sola attuazione delle leggi di ammodernamento delle Forze armate e dei programmi di riarmo già approvati ha già ipotecato, da qui al 1990, risorse nazionali per 120 miliardi di lire. E ciò in aggiunta ai normali stanziamenti per il bilancio del ministero della difesa.

Questo significa la sottrazione di enormi risorse nazionali alle spese e agli investimenti civili, sociali, e produttivi a favore di un "complesso militare-industraile" che si è già insediato nel nostro paese. Agnelli ha annunciato l'aumento dell'intervento della Fiat nel settore degli armamenti, per partecipare a queste enormi commesse pubbliche. Ha anzi suggerito la formazione di una vera agenzia multinazionale degli armamenti.

Questa è la politica di Lagorio, del socialista Lagorio. Quale congresso socialista ha deciso che il Psi si impegnasse in questa forsennata politica di riarmo? Forse qualche consesso massonico nazionale se se è occupato, ma non ci risulta che la scelta sia stata democraticamente decisa dal Psi. Al Psi è stata imposta da Lagorio e da Craxi.

Neppure il Parlamento se ne è potuto occupare. Quando i radicali hanno tentato di imporne la discussione, sono stati messi a tacere ed espulsi. Nella "imperialistica" America i bilanci militari di Reagan sono discussi per mesi interi dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti. E questo lungo braccio di ferro fra Presidente e Camere si conclude con un compromesso, con un contenimento delle risorse, cioè della quota di prodotto nazionale da destinare agli armamenti.

In America. In Italia invece sono il presidente della Camera Nilde Jotti e il presidente della commissione difesa Angelini ad espellere i radicali che vogliono discuterne. Due comunisti di quel Pci che fa passare le spese di riarmo in Parlamento e promuove marce della pace nelle piazze, si batte contro il riarmo di Reagan e fa finta di non accorgersi di quello di Spadolini e Fanfani e Lagorio, si agita contro Comiso e dimentica che l'installazione dei missili viene decisa a Roma.

Inutile chiedersi dove sono finiti i difensori del rigore quando si discutevano queste spese. Gli stessi che dicono che si spende troppo in sanità e previdenza (mentre si spende soprattutto male e si ruba troppo), non trovano che si spenda troppo in programmi militari che il nostro paese non può permettersi, e non si permettono paesi più ricchi del nostro come Francia, Germania, Gran Bretagna.

Il bilancio militare raddoppia

In tre anni, dal 1981 al 1983 il bilancio della difesa è passato da 5.780 miliardi di lire a 11.889 miliardi. In termini nominali l'aumento è stato del 105%. In termini reali è stato del 21,6%. La politica di Lagorio è andata ben al di là di quel che ci chiedeva la Nato: la richiesta della Nato i paesi membri è stata infatti di un aumento in termini reali ogni anno del 3%. Noi abbiamo stanziato quasi tre volte tanto. Ma c'è da aggiungere che nessun altro paese membro che si trovasse in condizioni di crisi economica, anche meno grave di quella italiana, ha rispettato il vincolo Nato. Contemporaneamente, mentre si trovano migliaia di miliardi per il bilancio militare, rimanevano pressoché fermi, almeno in termini reali, gli altri bilanci della spesa produttiva e sociale: quello della agricoltura, quello dei Lavori Pubblici (che dovrebbe occuparsi della edilizia pubblica, dell'edilizia agevolata e convenzionata), ecc. Solo per fare un esempio quello dell'agricoltura è passato da 900 a 1.200 miliardi nello stess

o periodo con un aumento nominale del 30% e una diminuzione in termini reali. Gli agricoltori possono fare in confronto: il bilancio della agricoltura è un decimo di quello della difesa. Però poi siamo costretti a importare derrate agricole dall'estero per 6 mila miliardi.

500 mila miliardi di sfascio energetico

Entro il 1990 dovremo sborsare 100 mila miliardi per realizzare il piano energetico nazionale. 100 mila miliardi per un piano che è basato essenzialmente sulle grandi centrali nucleari e a carbone, che presenta stime falsate del fabbisogno di energia, che non dà alcuna giustificazione economica delle sue scelte.

Il nucleare in particolare, che solo nel '75 doveva essere il toccasana del problema energetico e che oggi è ridotto a un ruolo marginale, è una scelta di tipo coloniale: i reattori che non trovano più mercato negli Stati Uniti e in tutto l'occidente industrializzato (compresa la Francia) vengono oggi piazzati di preferenza nel Terzo Mondo. E in Italia, naturalmente. Non servono ad alleviare la nostra crisi energetica, ma servono a sostenere la grande industria interna e internazionale.

Rimane intatto il nostro problema più grave anche in campo energetico: l'incapacità di governare. Fra tutti i paesi industrializzati ci segnaliamo per non aver saputo sviluppare, dal 1973 a oggi, una qualsiasi politica energetica. Il paese ha pagato e continuerà a pagare sempre più pesantemente l'incapacità della classe politica che lo governa: entro il 1990, fra importazioni di combustibile e investimenti per il piano energetico, spenderemo non meno di 500 mila miliardi di lire in moneta costante. Si capisce che si guardino bene dal dirlo...

Il Pci vota come la Dc

Il Pci dice di essere passato all'opposizione e di volere l'alternativa. In qualche momento ha fatto perfino la faccia feroce, della opposizione dura. Le statistiche dicono che non è comportato né come un partito di opposizione, né come un partito di alternativa.

Nella passata legislatura il gruppo comunista della Camera ha votato NO solo al 12,8% delle leggi approvate, si è astenuta sul 16,6% ed ha votato a favore del 70,6%. Sette leggi su dieci sono dunque passate con il voto favorevole del Pci.

Queste non sono cifre da opposizione o da alternativa, e neppure da "bipartitismo imperfetto" queste sono leggi da monopartitismo quasi perfetto: il monopartitismo falsamente pluralistico, in realtà corporativo e unanimistico, del regime delle lottizzazioni, e della contrattazione permanente su tutto fra false maggioranze di non-governo, e false opposizioni non-alternative.

Una stangata con targa Pci

Nessuno ha mai detto che il Pci si è astenuto su tutti i decreti della manovra economica e finanziaria del governo Fanfani. Il motivo di questa astensione da parte di un partito che aveva proclamato una "dura" opposizione al governo Fanfani sono stati spiegati in aula a Montecitorio dal deputato comunista D'Alema: non vogliamo che ai nostri voti contrari si possano sommare i voti di eventuali "franchi tiratori" della Dc o comunque della maggioranza.

Se il governo Fanfani non è caduto sui decreti della "stangata" lo si deve alle astensioni comuniste.

Debitori di Calvi

La Dc, il Pci, il Psi, il Psdi o i giornali ad essi collegati hanno ricevuto finanziamenti per un totale di circa 88 miliardi di lire dal Banco Ambrosiano del piduista Calvi, ritrovato cadavere a Londra il 17 giugno 1982.

I partiti della Loggia P2

Nelle liste di Gelli, maestro venerabile e capo indiscusso della Loggia mafiosa e massonica P2, figuravano uomini della Dc, del Psi, del Psdi, del Pli, del Pri, del Msi-Dn. E' esagerato chiamare questo partiti, partiti della P2?

Basterà riflettere al fatto che Labriola, capogruppo socialista alla Camera è stato mantenuto al suo posto per tutta la legislatura ed è capolista per il Psi in una circoscrizione alla Camera; che Pietro Longo, anche lui presente in quelle liste, è ancora segretario del Psdi; che la Dc ripresenta molti candidati piduisti; che il Msi-Dn ripresenta il piduista gen. Miceli; che l'ex segretario nazionale della Dc Flaminio Piccoli, debitore di Calvi e amico del n. 2 della P2 Ortolani, è divenuto addirittura presidente del suo partito.

Ma se ci sono i partiti della P2, ci sono anche i partiti alleati o ex alleati della P2. Comunisti nelle liste di Gelli non ne compaiono. Però tutti i capi di stato maggiore e i capi dei servizi segreti piduisti furono nominati durante il periodo dell'unità nazionale, con il consenso del Pci, ed erano conosciuti come uomini di "fiducia" di Andreotti e di Pecchioli. Però il Pci ha sempre fatto quadrato intorno alla politica editoriale del bancarottiere piduista Rizzoli e sempre trattato con l'amministratore delegato piduista della Rizzoli Tassan Din (anche dopo che le liste erano da tempo note per favorire la nomina di Cavallari al posto di Ronchey). Però, durante il caso D'Urso, del partito della fermezza facevano parte i giornali della P2, e il direttore del Corriere della Sera, il piduista Di Bella, faceva propaganda a Pajetta e Pecchioli come ministri "con le palle" del governo che la P2 auspicava e per il quale lavorava.

Torino è in tutta Italia

Chi attacca la partitocrazia non vuole abbattere il sistema "democratico" dei partiti. Al contrario. La partitocrazia ammazza la democrazia, svuota la Costituzione, ma massacra anche i partiti e la loro democrazia interna. Gli organismi di cui si serve la partitocrazia attraversano orizzontalmente i partiti in maniera occulta e servendosi di poteri occulti. Partitocrazia è la P2. Partitocrazia è ogni forma di lottizzazione e di spartizione del potere. Partitocrazia sono le logge mafiose e le cosche massoniche che spartiscono e si spartiscono le spoglie della lottizzazione. La partitocrazia è stato anche il "superpartito" occulto delle tangenti e degli affari, scoperto a Torino.

Sono finiti in galera: il vice sindaco socialista Biffi Gentile gran maestro di questa Loggia solo formalmente non massonica; con lui la maggioranza degli assessori comunali e regionali del Psi; i capigruppo del Pci e della Dc. Come in ogni manifestazione partitocratica, vi sono dunque coinvolti maggioranza (in questo caso torinese, la maggioranza delle giunte rosse e l'opposizione democristiana) e naturalmente uomini d'affari, imprenditori piccoli e grossissimi (sono finiti in galera uomini della Fiat).

Il sindaco Novelli, che insieme a un imprenditore coraggioso costretto a pagare tangenti al superpartito, ha denunciato alla magistratura, si è visto attaccato nel suo stesso partito: è stato chiamato con disprezzo "Don Bosco" e "puritano del Nord"; i socialisti ne avevano chiesto la testa e, grazie alla rivolta della gente onesta per ora non l'hanno avuta; ma se non è stato fatto fuori da sindaco, è stato fatto fuori dalla direzione del Pci a cui fino al momento dello scandalo era dato per sicuro.

Ma Torino è un'eccezione: lì lo scandalo è scoppiato per un sindaco onesto, un imprenditore coraggioso, magistrati realmente indipendenti. Altrove non scoppiano scandali. Ma i cittadini sanno che tutta Italia è Torino.

A ciascuno il suo Gran Maestro

Dopo ogni scandalo, posano a "partiti onesti", a partiti moralizzatori. Ma fra uno scandalo e l'altro siedono con tutti gli altri e, in proporzione dei loro voti più degli altri, al tavolo di ogni scandalo e di ogni lottizzazione: li trovate in quasi tutti i consigli d'amministrazione, in tutte o quasi le giunte, in tutti o quasi i governi. Quando provano a fare i moralizzatori, ci sarebbe sempre bisogno di qualcuno che gli chiedesse: ma voi, scusate, dove stavate?

Dopo la P2, Spadolini si era impegnato a moralizzare la massoneria di Palazzo Giustiniani. Ed ha appoggiato la candidatura a gran Maestro di Corona, consigliere regionale repubblicano della Sardegna. Corona si è rivelato socio ed amico di quel Carboni che ha accompagnato Calvi nel suo ultimo viaggio a Londra prima dell'impiccagione sotto un ponte del Tamigi.

Ma ciascuno ha il suo gran maestro. Zanone ha sulla coscienza Ghinazzi, della convergente massoneria di piazza del Gesù. Alla commissione P2 è stato trovato un carteggio in cui Ghinazzi chiedeva di far approvare da Altissimo per il prontuario dell'Inam due farmaci, insomma raccomandava un "fratello" industriale farmaceutico. Detto è fatto. I due farmaci sono nel prontuario Inam, a spese dei cittadini.

Fra questo moralizzatori il più pulito ha la rogna.

I partiti e le Usl

Ecco l'espressione politica dei componenti i comitati di gestione delle unità sanitarie locali secondo una indagine condotta dal Centro di ricerca e documentazione "Luigi Einaudi" di Torino:

Partiti Membri(%) Pres.(%) V.pres.(%)

DC 39,6 53,8 27,6

PCI 25,3 19,8 21,1

PSI 19,0 20,9 34,9

PSDI 7,7 3,9 9,0

PRI 4,0 0,6 1,4

PLI 1,5 0,2 2,0

MSI-DN 0,7 - -

PDUP 0,4 - 0,6

DP 0,2 - 0,3

Indipendenti 1,3 0,6 1,1

 
Argomenti correlati:
bilancio
pci
informazione
usl
partitocrazia
energia
centrale
stampa questo documento invia questa pagina per mail