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Notizie Radicali - 23 giugno 1983
Il partito, gli eletti radicali e il Parlamento

SOMMARIO: Il Partito Radicale accusa la partitocrazia di violare le regole democratiche e di aver ridotto il Parlamento italiano a sua mera espressione. Gli eletti radicali, pertanto, controlleranno e renderanno pubblico quanto avviene nel Palazzo e non avalleranno quanto la stessa partitocrazia cercherà di rendere costituzionalmente legittimo.

(NOTIZIE RADICALI, 23 giugno 1983)

(Dalle elezioni-truffa, un Parlamento degradato. Sconfitto dagli elettori, la partitocrazia si prende la rivincita contro la democrazia e il Parlamento. Il ruolo del Pci sulla lottizzazione istituzionale. Gli eletti radicali rifiutano di avallare, con la loro presenza, la violenza partitocratica.)

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Il Partito Radicale ribadisce con vigore la sua convinzione: la partitocrazia ha posto sotto sequestro la democrazia e la legge fondamentale della Repubblica, ed è fuori-legge, come le istituzioni che domina.

Le elezioni sono state ipotecate dalla violazione flagrante delle regole del gioco democratico; il Parlamento è degradato a espressione della maggioranza partitocratica; quella che con gravissima scelta il Segretario del Pri teorizza e pratica come "maggioranza istituzionale", corrispondendo così alla teoria e pratica del Pci, quale viene clamorosamente confermato dalle richieste di spartizione degli incarichi istituzionali nel Parlamento fra i partiti di regime.

Tale analisi politica è densa di conseguenze necessarie che non possono essere nel loro insieme tutte prefigurate. Non opporremo moralistici Aventini ma nemmeno trasformistici adattamenti alla gravità storica del nuovo fascismo che sembra ineluttabilmente affermarsi in Italia e dall'Italia. Saremo al massimo presenti anche confrontandoci lottando sui contenuti, sugli obiettivi politici e legislativi, a cominciare da quelli relativi al diritto alla vita, alla qualità della vita, al diritto ed alla libertà, alla giustizia imposta senza egualitarismi perniciosi e astratti.

In Parlamento giudicheremo di volta in volta se le regole del gioco imposte e scelte dalla partitocrazia ci offriranno la opportunità di accettare lo scontro. In Parlamento ed in ogni altro luogo.

La prima di queste regole è quella di negare al Parlamento il suo carattere repubblicano e costituzionale, ai parlamentari le caratteristiche di rappresentanti della nazione. Accettiamo questa regola, ormai impostata senza remissione. I parlamentari radicali si riterranno e comporteranno come militanti del loro partito, secondo le regole libertarie che sono le sue, (così come gli altri non sono che i rappresentanti dei loro partiti, delle loro correnti, degli interessi che ne hanno permesso o decretato la elezione).

I radicali-parlamentari opereranno innanzitutto con la volontà di conoscere, controllare, rendere pubblico quanto avviene nel Palazzo; rifiutando di avallare con la loro presenza e il loro apporto i momenti nei quali la partitocrazia pretenderà di ammantarsi con il prestigio dell'adempimento di riti e prescrizioni della Costituzione e della democrazia parlamentare e politica.

 
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