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Gruppo Parlamentare Radicale - 23 giugno 1983
Codice di comportamento degli eletti radicali

SOMMARIO: Il Gruppo parlamentare radicale indica ai suoi componenti alcune regole comportamentali da seguire durante i lavori parlamentari fino a quando non verrà garantito il rispetto del Regolamento parlamentare e fino a quando la sede decisionale sarà partitocratica e non parlamentare e democratica. In particolare non parteciperanno ai voti fin quando non sarà garantito il rispetto del regolamento, per quanto riguarda i tempi di esame e di voto delle proposte e dei disegni di legge.

(NOTIZIE RADICALI, 23 giugno 1983)

Gli eletti radicali, deutati e senatori, in conformità con le posizioni del Partito, di fronte al vizio di nullità della prova elettorale ed al sequestro di qualsiasi regola parlamentare da parte della partitocrazia hanno convenuto quanto segue:

Fin quando e se non sarà garantito il rispetto del regolamento, per quanto riguarda i tempi di esame e di voto delle proposte e dei disegni di legge, tranne nei casi in cui questo rispetto fosse preventivamente e politicamente assicurato, "gli elettori radicali"

- non presenteranno proposte di legge (1); né interpellanze, né interrogazioni orali (2);

- non parteciperanno ai voti sia in Aula sia in Commissioni;

- non presenteranno di conseguenza emendamenti a proposte e disegni di legge;

- prenderanno eventualmente la parola per dichiarazione di voto onde riaffermare, anche in relazione allo specifico evento parlamentare, i propri motivi di non partecipazione al voto stesso;

- parteciperanno invece ai dibattiti generali sia in Aula sia in Commissione onde assicurare la conoscenza dei loro punti di vista e delle loro proposte.

Le ragioni di queste scelte sono evidenti: il nessun rispetto per le regole del gioco che vengono continuamente mutate; la sede decisionale partitocratica e non parlamentare e democratica che governa il Parlamento; la vanificazione del diritto-dovere di esaminare e votare speditamente proposte e disegni di legge per trasferire altrove il processo formativo delle volontà e delle decisioni, e - d'altra parte - la convinzione radicale della necessità di dialogo e di iniziativa democratica nei confronti di persone e di istituzioni, le motivano chiaramente e ampiamente.

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1) - Nella VIII legislatura su 3018 proposte di legge presentate ne sono state discusse e approvate solo 42 in aula e 368 in Commissione, a fronte di 271 decreti-legge presentati per la conversione.

2) - Su 7883 interrogazioni e 2544 interpellanze presentate nella VIII legislatura ne sono state svolte rispettivamente 1819 e 1143.

 
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